Il Paradiso esiste perchè
Molti si pongono la domanda: Esiste davvero il Paradiso? La risposta è si, aldilà della nostra fede che crediamo o meno, non cambia: il paradiso esiste, e ne abbiamo di prove tangibili.
C’è un episodio molto edificante che può aiutare gli scettici a credere che il Paradiso esiste. E’ il santo Curato d’Ars a fornirci questa bella testimonianza:
Un pomeriggio domenicale, una persona di mondo entrò nella canonica del parroco d’Ars, attratta da quello che si diceva intorno all’austerità di quell’umile prete, alla generosità con cui donava tutto per vivere poi egli stesso in una povertà estrema, allo zelo con cui si prodigava di giorno e di notte per la salvezza delle anime.
«Signor Curato, – disse quella persona – crede proprio a tutto quanto dice il Vangelo?»
– Sì, a tutto
– «Ma è proprio sicuro che dopo la morte ci sarà il Paradiso?».
– Sicurissimo
– «Proprio sicuro, come dopo quest’oggi che è domenica verrà il lunedì?»
– No, molto più sicuro
– «Proprio sicuro come il sole che è tramontato adesso, sorgerà domani mattina?».
– No. Molto più sicuro. Poiché può darsi che venga una domenica, dopo la quale non ci sia più il lunedì; un tramonto dopo il quale non ci sia più aurora, un inverno dopo il quale non ci sia più primavera, ma non può darsi assolutamente che le parole di Cristo non si avverino -.
«Quali parole?».
– Queste: Io sono la Resurrezione e la Vita: chi crede in me, anche se morto, vivrà… Io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Quella persona partì commossa e persuasa d’aver capito il segreto di quella grande santità. Soltanto una convinzione così profonda poteva dargli la forza di vivere come viveva.
Per essere certi che il Paradiso esiste basta la parola infallibile di Dio, però anche la nostra ragione ce lo conferma. È proprio dell’infinita Sapienza Divina creare e disporre tutte le cose create in modo tale che in esse non ci sia nulla di inutile, ma che tutte conseguano il fine per cui sono state create. Vediamo infatti tutte le cose create, dalle immense stelle che popolano lo spazio all’atomo di polvere calpestato sotto i piedi, dall’enorme balena che si muove nei mari all’umile ameba che vive nella sua goccia d’acqua, tendere tutte a raggiungere lo scopo, il fine, mediante la sollecitazione delle loro cieche energie, dei loro istinti.
L’istinto infatti è una forza naturale, misteriosa, creata da Dio, la quale spinge verso qualche cosa, e fino a che esso non trova l’oggetto corrispondente, sta a disagio: si avverte, per esempio, la sete e si va in cerca d’acqua, e il corpo smania finché non si è dissetato.
La natura creata, e cioè il complesso delle leggi naturali create e stabilite dall’infinita Sapienza e Onnipotenza di Dio, non inganna gli esseri nel loro istinto. A ogni istinto infatti corrisponde l’oggetto adeguato: si avverte la fame e c’è il cibo; si avverte la sete e c’è l’acqua; si hanno gli occhi e c’è la luce; si hanno le orecchie e c’è il suono; l’intelligenza tende al vero e c’è la verità; il cuore umano tende ad amare e c’è l’oggetto del suo amore. Anche l’animale trova l’oggetto del suo istinto che lo soddisfa.
Ora tra tutti gli istinti dell’uomo, il più irresistibile e insopprimibile è la sete di felicità perfetta e duratura. Tutti cercano la felicità e dovunque: nel piacere, nell’amore, nella ricchezza, nella gloria, nella soddisfazione dell’amor proprio. Però l’esperienza ci fa toccare con mano che tutte queste cose non ci danno affatto la sospirata felicità. Nessuno è felice su questa terra. Si hanno momenti di piacere e di gioia, misti quasi sempre a qualche amarezza. Quando abbiamo conseguito l’oggetto dei nostri desideri, il nostro spirito resta insoddisfatto perché siamo stati creati per la felicità vera, totale ed eterna. Nessuna creatura limitata può soddisfare il bisogno illimitato di felicità dell’uomo.
Di conseguenza se nell’uomo c’è l’istinto, l’esigenza della felicità assoluta e perfetta, questa necessariamente deve esistere, altrimenti noi ci troveremmo nell’assurdo che mentre la natura, creata da Dio, non inganna gli esseri irrazionali nei loro istinti, ingannerebbe invece soltanto l’uomo, il re del creato, fatto da Dio a sua immagine e somiglianza! Questo certamente non può essere!
Per un momento facciamo l’ipotesi (inammissibile) che fosse così, allora bisognerebbe dire che Dio, creatore delle leggi naturali, si sarebbe burlato dell’uomo, gli avrebbe fatto il più crudele degli inganni! Questo è un assurdo inammissibile!
Dio è infinitamente Giusto e Santo, ma che giustizia e santità sarebbe la sua se avesse trattato l’uomo, la più perfetta delle sue creature visibili, peggio di tutte le altre creature inferiori? Inoltre Dio è infinitamente Giusto e quindi deve premiare coloro che osservano i suoi Comandamenti e punire coloro che li trasgrediscono. Ora noi constatiamo che su questa terra non c’è giustizia, infatti il giusto, pur mantenendosi fedele a Dio, soffre molto per i tanti arbitrii, persecuzioni, tribulazioni, ingiustizie da parte dei cattivi, i quali, al contrario, vengono esaltati e prosperano per le loro ingiustizie. Ma allora nel governo di questo mondo non c’è giustizia? Si dovrebbe dire di no, se tutto terminasse con la vita presente, se non ci fosse un’altra vita nella quale l’uomo riceverà il premio (cioè il Paradiso) o il castigo (e cioè l’Inferno) che ha meritato. Perciò ci dovrà essere necessariamente una vita futura di felicità eterna per i giusti, e di infelicità eterna per i cattivi, altrimenti Dio mancherebbe di giustizia, e quindi non sarebbe più Dio.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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