Cosa è cambiato nel nuovo messale
Come ormai sappiamo, è uscita una nuova traduzione del Messale Romano e dalla prima domenica di Avvento (29 Novembre 2020) entrerà in vigore in tutta Italia.
Il nuovo Messale mantiene sostanzialmente invariata la struttura della Messa, ma ci saranno alcuni cambiamenti, sia per quello che dice il sacerdote sia per le risposte dei fedeli che partecipano alla Santa Messa; e riguardano soprattutto il “Confesso“, il “Gloria” ed il “Padre Nostro“.
Nel “Confesso“, per una esigenza di linguaggio inclusivo di genere sia maschile che femminile, si dirà:
“Confesso a Dio Onnipotente ed a voi, fratelli e sorelle, che ho molto peccato…”.
Inoltre cambia alla fine dell’atto penitenziale la formula “Signore Pietà, Cristo Pietà” che invece suggerirà di esprimersi con “Kyrie Eleison, Christe Eleison” che riprende la dicitura del vangelo greco.
Le novità più significative però, si trovano nel testo dell’Inno del Gloria e nella Preghiera del Padre Nostro.
Nel Gloria il nuovo testo prevede le parole “E pace in terra agli uomini, amati dal Signore” al posto di “E pace in terra agli uomini di buona volontà”. Anche se in latino il testo è proprio letteralmente di “buona volontà” (bonae voluntátis), il cambio è dovuto ad una migliore traduzione del testo originale greco, in cui la formula del Gloria è ripresa dal Vangelo di Luca (Lc 2,14, il canto degli angeli dopo la nascita di Gesù). In questo modo si va alla fonte e non ci si limita a tradurre alla lettera la versione latina.
È invece oramai nota, dopo tante discussioni, la nuova traduzione della frase latina “et ne nos indúcas in tentatiónem” alla fine della preghiera del Padre Nostro. Non diremo più “Non ci indurre in tentazione” ma “Non abbandonarci alla tentazione“. Questa è la dicitura che la CEI aveva già approvato con la traduzione della Bibbia del 2008; e dopo lunghi dibattiti e discussioni, i vescovi hanno finalmente approvato questa soluzione introducendola anche nella liturgia eucaristica divenendo adesso effettiva per tutti. Non si tratta di una traduzione letterale del testo greco (che indica “portare verso” o “sospingere con forza” e quindi “indurre”) bensì di una forzatura motivata da esigenze pastorali e teologiche. Per dirla con parole di Papa Francesco:
Se volessimo fare proprio i pignoli, la traduzione più adeguata allora sarebbe stata “non abbandonarci nella Prova” o “non indurci nella Prova” o anche (più liberamente) “non metterci alla Prova” anziché usare “Tentazione” perché la parola “Prova” riprende più fedelmente i testi dell’Antico Testamento in cui si parla di Dio che mette alla prova l’uomo. Ma noi ci fidiamo della Chiesa e da bravi cristiani, si obbedisce a quello che altri hanno deciso.“Dobbiamo escludere che sia Dio il protagonista delle tentazioni che incombono sul cammino dell’uomo”.
Papa Francesco
Nel testo del Padre Nostro c’è anche un’altra modifica su cui porre la nostra attenzione, questa volta dovuta davvero ad una corretta traduzione della versione latina: l’aggiunta della congiunzione “anche” nella frase “Come noi li rimettiamo ai nostri debitori” che quindi diventa “Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione…”.
Tutti questi cambiamenti li possiamo seguire ed imparare inizialmente con questo piccolo sussidio che allego al post. Ho messo anche una versione stampabile fronte/retro che funziona come una specie di guida. Consiglio di stamparla e di portarla con sè alla Messa per facilitare la partecipazione.
La pubblicazione della nuova edizione del Messale è un’occasione propizia da non sprecare per riscoprire la bellezza della nostra liturgia ed entrare sempre di più nel Mistero di ciò che celebriamo. Inoltre si presenta come uno strumento prezioso per rivedere ed adattare tutte le nostre consuetudini, gli stili ed il linguaggio per fare in modo che la Chiesa sappia in ogni tempo arrivare al cuore di ciascuno, continuando ad annunciare la gioia del vangelo.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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