Il maligno mi voleva distruggere ma non ce l’ha fatta
Ero schiavo del maligno…
ma Dio ha spezzato le mie catene
Il Maligno voleva distruggere la mia vita ma Dio mi ha salvato.
Purtroppo la mia storia inizia con un abuso che ho subito da bambino.
Il Maligno ama molto istigare le anime a compiere questo gesto orribile. Il Maligno ama molto deturpare la purezza.
Un bambino quando vede cose immorali, impure, abomini, o viene abusato fisicamente, perde la sua purezza.
La sua anima pura si sporca di un peccato non commesso volontariamente. Purtroppo viene toccata, deturpata, turbata, traumatizzata. Se è fortunato, il bambino, viene salvato, aiutato, recuperato e sanato. Altrimenti questa povera anima andrà incontro al male. Non avrà mai pace. Le sue scelte insane uccideranno la sua anima per l’eternità.
Purtroppo io non sono stato aiutato da bambino. Parlare di un abuso non è facile per niente. Anche perché quando io ero bambino parlare di sesso era ancora tabù. Mi vergognavo di parlare di qualcosa che non avevo voluto. Non sapevo cosa fosse e a quali fini poteva servire ad un uomo. Ero puro, senza malizia e cattiveria.
Dopo l’abuso, nella mia mente ormai contaminata come la mia anima, pensavo che queste cose fossero normali. Che si facessero anche fra uomini. Chi mi doveva dire il contrario, mio padre, lavorava fuori, io stavo a casa con mia madre e mia nonna.
Fu proprio mia nonna ad insegnarmi a pregare e ad avere fede. Mi fece conoscere Gesù e nostra Madre Maria.
La mia infanzia, a parte questo male che covavo dentro, è stata come quella di tutti i bambini, felice, fatta di amici e scuola.
Da piccolo ho sempre saputo che Dio vegliava su di me ed io mi sentivo speciale ai suoi occhi, infatti pregavo tanto e preferivo stare sempre solo, ma sapevo di non essere mai solo.
Con l’adolescenza tutto cambiò, i primi confronti, i temi sessuali fra ragazzi, i vizi. Io non mi sentivo a mio agio, mi sentivo fuori luogo, pieno di complessi e malessere. Non riuscivo a capacitarmi, loro parlavano di ragazze ed io mi vergognavo perchè non avevo i loro stessi interessi, la loro stessa pesantezza nel parlare di ragazze e sessualità.
Non avevo nessuna attrazione o istinto per le ragazze, ma associando a quello che mi era successo da piccolo, preferivo i ragazzi, questo avevo capito dal mio trauma.
Tutto questo mi aveva portato ad isolarmi da tutti, perché riconoscevo di non essere normale, ma non volevo essere gay, non lo avevo scelto io.
Da qui iniziarono i miei combattimenti. Di chi era la colpa di tutto questo? Perchè accadeva? Non ero neanche effeminato quindi combattevo nel voler debellare il mio stato cercando di conoscere le ragazze e di innamorarmi, ma non ci riuscivo.
Non mi sentivo coerente, la mia personalità era troppo debole, venivo preso in giro, perciò dopo la scuola mi rinchiudevo a casa, non avevo più fede, amici e anche i miei genitori non mi erano di aiuto.
Combattevo contro il maligno e non lo sapevo! Combattevo contro chi volevo essere nella vita, lo facevo da casa perchè avevo paura di uscire e se uscivo lo facevo solo di giorno.
Dio non era molto presente nella mia vita, ma tutto questo dolore mi aveva fatto sviluppare una fortissima sensibilità.
Nel luglio 2002 mi diplomai e decisi di andare via di casa approfittando del servizio di leva, che all’epoca era obbligatorio. Volevo cambiare vita. Ma nell’agosto dello stesso anno uno dei miei fratelli ebbe un’incidente gravissimo. Entrò in coma e dopo un mese morì. Decisi di rinunciare alla mia carriera e preferii ritornare a casa e sostenere i miei genitori in questo dolore.
Da questo momento iniziò la parte viva e fondamentale della mia conversione. Ci furono strani fenomeni, forse soprannaturali, sogni, voci, presenze, messaggi che dovevo trasmettere a mia madre. Tutto questo durò un anno, poi finì.
I messaggi che dovevo dare alla mia famiglia erano messaggi di fede e di speranza. Ci invitavano a credere in Dio perché mio fratello era con Lui.
Mia madre e mio padre così, piano piano, iniziarono la loro conversione e aiutarono altri genitori, che vivevano lo stesso dolore.
Iniziarono a credere nella vita dopo la morte. Iniziarono a frequentare i sacramenti e la Messa domenicale.
Avevo capito che il Signore mi aveva concesso un grande dono.
Un giorno, nel 2005 mi vennero a trovare degli amici di vecchia data. Uno di loro dopo la scuola superiore si era trasferito a vivere al Nord ed io avevo percepito che lui era omosessuale.
Il “caso” volle che ritornammo ad essere amici, ovviamente questa amicizia mi aprì gli occhi: se volevo essere felice dovevo essere gay! Iniziò così la mia vita nell’obbrobrio, nella scoperta di questo mondo bello ma tristissimo.
Non mi sentivo felice, ma sapevo che era l’unica mia alternativa per vivere. Decisi di cambiare vita e di trasferirmi al Nord, dicevo infatti “nel 2006 io sento che rinascerò e la mia vita cambierà!”.
Tutto ciò che prima amavo cioè la mia casa, la mia famiglia, erano diventati i miei nemici che iniziavo ad odiare, tutto era eccesso.
Prima di partire, alla fine del 2006, entrai a far parte di un’associazione teatrale dove conobbi altra gente e altri eccessi. In particolare conobbi una ragazza che, fin dalla prima volta che la vidi, mi aveva colpito tanto.
La guardavo con ammirazione e poi come se niente fosse, di colpo, la odiavo fortemente. Forse perché una persona dell’associazione mi diceva di stare lontano da lei. Finalmente un giorno, stranamente, riuscii a parlarle e naque così un’amicizia che in poco tempo diventò fortissima.
Avevamo un unico argomento: Gesù. Questa amicizia mi portò dopo tantissimi anni a confessarmi e ad andare a Messa. Confessai tutti i peccati della mia vita. Ebbi la grazia di conoscere Padre Matteo La Grua e di ritornare a vivere nuovamente in pienezza la mia fede.
Non so come sia potuto accadere, ma capii che quella ragazza doveva essere mia moglie, infatti dopo poco tempo ci fidanzammo.
Seppi da lei che in quel famoso 2006, mentre io pensavo a cambiare vita e trasferirmi al Nord, lei allo stesso tempo stava subendo il calvario di una fattura, fatta da parte di un amico gay (lei ignorava che fosse gay), che aveva colpito anche il suo ragazzo facendolo diventare gay, allo scopo di farli separare.
Lei si era liberata grazie alle preghiere di esorcisti e pregava per questo ragazzo perchè desiderava tornare insieme a lui.
Ma la storia di questo giovane era troppo complicata, e gli stessi sacerdoti le dissero di non pregare più per questa intenzione perché la incatenava a lui. Doveva scordarselo perché questo ragazzo non si sarebbe liberato.
Capimmo che probabilmente le preghiere che lei fece, per volontà di Dio, erano in realtà destinate alla mia conversione e che non fu il caso a portarmi quella sera in quel luogo, dove la vidi per la prima volta. Grazie alla volontà di Dio, insieme, abbiamo unito tanti punti delle nostre vite. Così, un giorno di fine 2007, ci facemmo una promessa davanti alla Madonna.
Decidemmo di vivere in castità e secondo i principi della volontà di Dio il nostro fidanzamento. E al tempo stesso, se Lui avesse voluto, dopo 3 anni ci saremmo dovuti sposare ed avere subito dei figli.
Oggi sono sposato da quasi 3 anni ed abbiamo un bambino di 2 anni.
Se oggi penso al mio passato e a quello che ho vissuto dico solo che sono stato ricolmato di grazia.
Dio ha fatto tutto. Io ho messo solo la mia piccola volontà. Sarei disposto a ripassare di nuovo tutto il male subito per avere la stessa grazia. Per avere lo stesso discernimento di cui oggi godo in nome di Cristo per Cristo e in Cristo! Alleluja!
Scopri di più da Annalisa Colzi
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