Il coronavirus definito corna del diavolo
Qualcuno lo ha definito “Il diavolo”. Parlo del coronavirus, la bestia che sta paralizzando il mondo. Ed effettivamente il coronavirus, così come si è presentato, un pò del diavolo forse ce l’ha. È subdolo, silenzioso, vigliacco. Il coronavirus ti entra nel corpo allo stesso modo insensibile con cui il diavolo ti entra nel cuore. E una volta dentro si aggrappa, ti invade, ti devasta e tanti, troppi, ci rimettono la pelle.
Un mostro invisibile, che, come il diavolo, sembra inafferrabile, incontrollabile, invincibile. Ci ha costretti all’isolamento. Ci ha separati dalle amicizie, imprigionati in casa, privati della vita sociale…
Ci ha tolto i sacramenti: niente confessione, niente Messa, niente Eucarestia, niente funerali. Le persone muoiono in solitudine, in una stanza d’ospedale, talvolta senza nemmeno il conforto di un sacerdote nell’estremo momento: solo una frettolosa benedizione al camposanto. Riposa in pace. Amen.
Ci siamo sentiti catapultati in un mondo devastato, abbandonato da Dio: un abisso sconosciuto, buio, infinito.
E poi la desolazione, il pianto, la rabbia: “Ridateci l’Eucarestia! Ridateci i sacramenti! Ridateci la libertà!”.
Ho letto alcuni articoli in cui si dichiarava senza mezzi termini che satana aveva vinto, che era riuscito, attraverso un mostro invisibile, a toglierci ciò che avevamo di più sacro, che aveva minato la fede alle fondamenta, che anche la Chiesa si era lasciata ingannare.
Il coronavirus
Satana ha vinto: questa frase mi risuonava nella testa da qualche giorno, quando un’amica ha mandato in un gruppo Whatsapp un’immagine, chiedendo cosa ne pensassimo. Era la foto della pagina di un libro scritto da un medium, pubblicato nel 2006 e c’era scritto questo:
“Entro il 2020 diventerà di prassi indossare in pubblico mascherine chirurgiche e guanti di gomma, a causa di un’epidemia di una grave malattia simile alla polmonite, che attaccherà sia i polmoni sia i canali bronchiali e che sarà refrattaria ad ogni tipo di cura.” (Taccio volontariamente sia il libro che l’autore)
“Eccoci!”, mi sono detto appena ho letto questo passo: “Parli del diavolo e ne spuntano le corna”.
A prima vista la lettura di queste parole sconcerta e fa un’impressione profonda. Ma procediamo con calma. Sappiamo benissimo che un medium non è un profeta, e che molto spesso è in qualche modo legato ad entità non buone. Quindi, se questo medium morto nel 2013 è riuscito a prevedere con esattezza molte cose riguardanti il coronavirus, qualcuno deve avergliele dette. E siccome questo qualcuno non ha il dono della preveggenza, pur essendo un essere spirituale, molto probabilmente questo qualcuno è l’inventore e il regista di tutto quello che stiamo attualmente vivendo. Insomma, definire diavolo il coronavirus forse non è solo un paragone.
Qualunque sia l’origine del virus, una mutazione naturale o frutto di un esperimento sfuggito al controllo, sicuramente la regia occulta di tutto quanto è tenuta saldamente in mano da chi ha un solo interesse: violentare, umiliare, distruggere l’umanità con la complicità ottusa e cieca dell’uomo stesso: il casino fatto da Adamo ed Eva non ci ha insegnato niente; vogliamo parlare del silenzio ostinato della Cina fin dall’apparire del virus, tra ottobre e novembre? O della strana e ottusa incapacità ad affrontarlo in Europa, soprattutto in Italia? O dei continui ostacoli volontariamente, e stupidamente, frapposti al lavoro dei medici da parte di chi dovrebbe aiutarli?
Ricordiamolo: i medici, gli infermieri, il personale paramedico, le forze dell’ordine, e tanti, tanti altri impegnati a cercare di salvarci, sono costretti a lavorare in condizioni estreme e senza tutte le sicurezze e protezioni a cui avrebbero diritto. Non mi dilungo oltre su questo gioco al massacro: è tutto riscontrabile sui giornali.
Non sono qui per fare politica, e tantomeno l’elenco delle colpevoli manchevolezze di chi avrebbe dovuto agevolare il compito dei medici e non lo ha fatto (e continua a non farlo, nonostante i proclami ridondanti retorica da tutti i pori). Non sono qui nemmeno a parlare dei progressi della medicina contro il coronavirus. Non è compito mio. Non parlerò dei morti, non parlerò nemmeno dei camion dell’esercito che trasportano bare da una città all’altra per la cremazione, perché nei cimiteri non c’è più posto.
No. Sono qui soltanto a presentare una mia visione spirituale del fenomeno, sia pure parziale e opinabile.
Intanto vi dico subito che non credo che sia un castigo mandato da Dio. Ma forse Lui lo ha permesso per qualche Suo disegno. Avete presente il libro di Giobbe? Dio permette che satana provi Giobbe fino all’estremo limite della sopportazione, ma solo fino a un certo punto. Il mio padre spirituale mi diceva sempre: “satana agisce solo fin dove vuole Lui. Ma c’è un momento in cui Dio dice basta! Fin qui, e non oltre. Non oltre! E satana deve fermarsi’”. E satana si fermerà.
La scienza, ne sono certo, debellerà questo mostro invisibile. Ma niente sarà più come prima: non potrà, non dovrà più essere come prima. Non possiamo voler tornare al mondo squallido, egoista, individualista, assassino di prima del virus. Non possiamo, e non dobbiamo, tornare a guardare con indifferenza la morte per fame di 7000 bambini al giorno. Non possiamo, e non dobbiamo più restare insensibili alle guerre e al mercato di carne umana, mascherato da viaggi della speranza (quale speranza?).
Non potremo restare gli stessi. Neanche Giobbe fu più lo stesso, dopo la guarigione: “Ascoltami e io parlerò,/ io t’interrogherò e tu mi istruirai!/ Io ti conoscevo solo per sentito dire,/ ma ora i miei occhi ti hanno veduto./ Perciò mi ricredo e mi pento/ sopra polvere e cenere”(Gb 42, 4-6).
L’Italia e il mondo non sono certo il giusto Giobbe. Anzi, da cinquant’anni in qua fanno di tutto per attirarsi l’ira di Dio addosso, a causa di tutte quelle leggi e consuetudini inique e barbare: dall’aborto al divorzio, all’eutanasia, alla giustificazione degli atti contro natura, le prevaricazioni sui bambini, i deboli, i poveri, e chi più ne ha più ne metta. Ma Dio, che è misericordioso, non lascia nulla di intentato per ricondurre i suoi figli a sé. Se necessario, è disposto anche a dare per un po’ di tempo mano libera a satana. Come dice chiaramente san Paolo: “[…]mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia” (2Cor 12,7). E se è stato schiaffeggiato san Paolo, crediamo di esserne esenti noi? Soprattutto dopo che siamo stati noi a sciogliere il demonio dalle catene? Insomma, “Chi è causa del suo mal, pianga se stesso”.
Si, sono convinto che dietro a tutto questo ci sia lui, satana, il serpente antico, l’omicida fin da principio. Questo è solo l’ultimo di tanti attacchi alla Chiesa e alla nostra fede.
Suor Emmanuel ha dichiarato ultimamente, da Medjugorje: “Chi ha lanciato il coronavirus? È satana! Chi ha chiuso le chiese ai fedeli? È satana! Chi fa di tutto perché sparisca l’Eucaristia e la presenza reale di Cristo fra noi? È lui![…]è satana sempre geloso dell’uomo!”.
Ma ha detto anche: “[…]il messaggio è più chiaro che mai: dietro queste situazioni così drammatiche e queste agonie che i figli di Dio sono costretti a subire oggi, c’è Dio che ha il Suo piano! Solo Lui può trasformare il male in bene, e lo sta già facendo.”
Lo sta già facendo. Occorre una grande fede per vedere questo. Una fede enorme. Sinceramente tutta questa fede non credo di averla, ma credo –voglio credere- che davvero siamo ad un punto di svolta. Alla fine, forse, tutta questa sofferenza non sarà vana. Non deve esserlo. La nostra vita materiale, ma anche quella spirituale dovrà cambiare, altrimenti sarà stato davvero tutto vano.
Si. Satana sta devastando il mondo e la nostra povera Italia. Siamo in ginocchio, inutile negarlo: “Voi tutti che passate per la via,/ considerate e osservate/ se c’è un dolore simile al mio dolore,/ al dolore che ora mi tormenta,/ e con cui il Signore mi ha afflitta/ nel giorno della sua ira ardente” (Lam 1,12).
Ma è quando la notte è più buia che sta per spuntare l’alba. Un’alba nuova, una storia diversa è possibile per la nostra Patria e per il mondo. Non sono molto fiducioso: credo che sarà solo parzialmente diversa, ma i segni -timidi- di un cambiamento, ci sono già. Tutta l’Italia più sana e consapevole si sta risvegliando, molti hanno ricominciato a pregare: numerose sono le testimonianze di conversione tra i medici. E tanti di noi stanno riscoprendo la solidarietà, la vicinanza, l’amore.
Ovunque si alzano al cielo le mani supplichevoli. Non si è mai pregato col cuore come adesso: forse questo accorcerà le sofferenze. Pregare, pregare, pregare! Mettiamoci sotto il Manto di Maria: solo così sconfiggeremo il maligno.
La Chiesa, Madre e Maestra, Custode e Protettrice, sta riscoprendo vecchie usanze e nuove opportunità per aiutarci a rimanere legati a Cristo. La prudenza della Chiesa ha dovuto scegliere di privarci della presenza materiale dei sacramenti per la nostra salute, ma nel contempo ha trovato il modo di sfruttare tutte le più moderne tecnologie per farci sentire la sua vicinanza: messe, rosari, addirittura le adorazioni Eucaristiche via TV e web si sono moltiplicate! (Mercoledì 11 marzo quattro milioni di famiglie si sono riunite alle 21,00 per pregare il Rosario insieme).
Non solo: il Papa ha concesso la confessione direttamente a Dio, in attesa di tornare tra le braccia amorevoli di un sacerdote (modalità prevista dal Catechismo della Chiesa Cattolica, già adottato in tempi di guerra). La Penitenzieria ha concesso l’indulgenza plenaria a chiunque -a qualunque titolo- curi, assista e preghi per i malati e per la fine del contagio. Tutto questo, satana, non lo aveva previsto. Ma lo Spirito Santo sa sempre come fare.
Non sciupiamo questo tempo di purificazione e di grazia (Si! Di Grazia!). Approfittiamo di questo momento per seminare amore dentro e fuori di noi.
di Manuèl Moschini
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