I Santuari Mariani, luoghi di liberazione da satana.
Di solito le persone possedute dal Diavolo vengono liberate in santuari mariani
o in altri luoghi di culto
di P. Gabriele Amorth, tratto dalla rivista “Madre di Dio”
Di solito le persone possedute dal Diavolo vengono liberate in santuari mariani o in altri luoghi di culto. Il caso di due bambine che sta all’origine del “Santuario di Santa Maria dei Miracoli”, a Morbio Inferiore.
Padre Candido, il santo esorcista che per sei anni mi fece da maestro, mi disse fin dal primo incontro con lui: “Non si aspetti di vedere liberazioni (dal Demonio) alla fine dei suoi esorcismi. Salvo casi rarissimi, in genere le persone si liberano a casa loro o, più spesso, in santuari mariani o in altri luoghi di culto”. Da parte sua era particolarmente devoto della Madonna di Lourdes e di Loreto, ove ottennero la liberazione molte persone da lui esorcizzate.
Anche a me è accaduta la stessa cosa. Ho in mente, ad esempio, Alessandro che si sentì liberato passando sotto la Grotta di Lourdes; e ricordo Stefania che pure a Lourdes ottenne la liberazione, dopo aver pregato per tutta una notte davanti alla grotta.
Ci sono chiese, santuari mariani e altri luoghi di culto in cui con più frequenza avvennero liberazioni di persone ossesse. Cito ad esempio il Santuario di Caravaggio, che è il principale della Lombardia, a cui un tempo accorrevano da tutta Italia e dall’estero persone indemoniate.
Parlando di luoghi, non posso non citare il Duomo di Sarsina, in provincia di Forlì, dove il collare di ferro del Vescovo San Vinicio ha spesso giovato alla liberazione di ossessi.
Mi piace raccontare un episodio in cui la liberazione di due possedute dal Diavolo ha fatto sorgere un Santuario mariano. L’episodio, ben documentato, avvenne il 29 Luglio 1594 a Morbio Inferiore, nella Svizzera.
urla e bestemmie a non finire
Protagoniste degli eventi furono due bambine di Milano: Caterina di 10 anni e Angela di 7. Erano entrambe indemoniate. Bastava la vicinanza di immagini sacre per renderle furiose, con urla e bestemmie a non finire. Le loro madri, angosciate, vennero a sapere che a Morbio c’era un Sacerdote, don Gaspare dei Barberini, molto stimato come esorcista. Si recarono a Morbio di buon mattino, ma il Sacerdote era assente. Pensarono di attenderlo, e intanto si sedettero tra le rovine di un vecchio Castello.
Le bambine giocavano. Giunte a un certo punto, incominciarono a urlare, a pronunciare parole sconce e bestemmie, come di solito facevano vicino a immagini sacre. Le madri compresero allora che lì vicino doveva esserci una sacra immagine. Informatesi dalle donne del posto, vennero a sapere che in una parete diroccata c’era dipinta una Madonna con Bambino, rovinata dalle intemperie e quasi nascosta dalle erbacce.
le apparve la Vergine che chiese che in quel luogo si costruisse un tempio
Subito le due donne, piene di fede, si diedero a ripulire quella parete dalle erbacce che coprivano l’immagine e poi si misero a pregare la Santa Vergine. Costrinsero anche con la forza le loro riluttanti figliole ad avvicinarsi all’immagine. A quella vista Angela cadde a terra svenuta. Caterina invece si sentì liberata dal Demonio; per di più, le apparve la Vergine che chiese che in quel luogo si costruisse un tempio. Poi, per ordine della Madonna, Caterina chiamò Angela; e questa rinvenne subito, essa pure del tutto liberata dalla possessione diabolica.
Il Vescovo di Como, dal quale allora dipendeva Morbio, aprì un processo canonico da cui risultò la verità dei fatti.
Nel verbale di detto processo, si leggono le parole di Caterina che riferisce come la Madonna le aveva detto che “avvisasse che si facesse rifare quel luogo e che su gli si dicesse Messa”. La Madonna le aveva pure chiesto di dire a tutti che “dovessero dire 15 Pater Noster e 15 Ave Maria per i misteri della vita, passione, morte e risurrezione del Signore”.
le aveva chiesto che si dovesse fare Capuccina
Infine, Caterina afferma che la Madonna le aveva fra l’altro chiesto “che si dovesse fare Capuccina”, e che lei le aveva promesso di fare secondo quanto le veniva richiesto. Questa è la storia delle origini del “Santuario di Santa Maria dei Miracoli“, detto anche “Santuario per gli Indemoniati“.
Evviva la Madonna! Sono liberata!
Tra i miei cari amici defunti, ricordo con gratitudine don Faustino Negrini, prima Parroco e poi Rettore ed Esorcista nel Santuario “Madonna della Stella” di Gussago (Brescia), dove morì carico di anni e di meriti. Riporto alcuni episodi da lui raccontati.
“Evviva la Madonna! Sono liberata!”: questo il grido di gioia di F. S., 24 anni, quando si accorse di non essere più preda del Demonio, il 19 luglio 1967.
Fin dalla prima infanzia essa era stata posseduta da Satana, in seguito a un maleficio che le era stato fatto. Durante le benedizioni (dell’esorcismo) emetteva urla, bestemmie, insulti; abbaiava come un cane e si rotolava per terra. Ma gli esorcismi non sortivano alcun effetto.
il padre era un accanito bestemmiatore
Tanti pregavano per lei, ma c’era l’influenza negativa del padre, che era un accanito bestemmiatore. Finalmente un Sacerdote convinse il genitore a giurare che non avrebbe mai più bestemmiato: questa decisione, mantenuta fedelmente, fu risolutiva.
Non sempre, però, le liberazioni avvenivano nel Santuario, bensì anche a casa propria o in qualche altro luogo.
Una ragazza di Soresina (Cremona), certa M.B., era posseduta da 13 anni. Invano furono tentate tutte le cure mediche, pensando si trattasse di qualche malattia; perché il male era di altra natura.
pregò a lungo
Recatasi con fede al santuario della “Madonna della Stella”, pregò a lungo. Quando venne benedetta si mise a urlare e a dimenarsi per terra. Al momento non accadde nulla di straordinario. Ritornata a casa, mentre pregava la Madonna, si sentì di colpo interamente liberata.
Una donna anziana fu liberata a Lourdes. Tante volte per lei erano state fatte preghiere di liberazione al santuario della “Madonna della Stella”. Quando iniziavano, essa diventava stravolta, irriconoscibile, rabbiosa, alzando i pugni contro un’immagine di Maria Santissima.
Si fece fatica ad iscriverla ad un pellegrinaggio a Lourdes, perché il regolamento escludeva “gli isterici, gli ossessi, i malati furiosi”, che potevano disturbare gli altri malati. Un medico compiacente la fece iscrivere, dichiarando che era soltanto soggetta a malesseri generici.
le infermiere riuscirono con la forza ad immergerla in una delle piscine
Giunta alla grotta, la posseduta smaniava e cercava di fuggire. Tanto più si infuriava quando volevano trascinarla alle “piscine”. Ma un giorno le infermiere riuscirono con la forza ad immergerla in una delle vasche. Fu con grande fatica, tanto che l’indemoniata – afferrata un’infermiera – la trascinò con sé sotto l’acqua. Ma quando uscirono dall’acqua, l’indemoniata era completamente liberata e felice.
Come si vede, in tutti e tre i casi l’intercessione della Madonna fu risolutiva.
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