I meditatori e l’aspettativa dello stare meglio
Meditatori, effetto placebo e cattivi guru
I meditatori e l’aspettativa dello stare meglio. L’articolo “Gli scienziati hanno meditato sulla meditazione e il risultato è preoccupante” è stato originariamente pubblicato da Scientific American e tradotto per il blog.
Il problema “effetto placebo”
Come non si contano i tipi di psicoterapie cosi ci sono miriadi di meditazioni e ogni meditatore, ogni sessione di meditazione, sono unici. Quindi cosa funziona esattamente nella meditazione che fa sentire meglio le persone?
Ciò che tutti i meditatori condividono – sia che essi contino i respiri o cantino un mantra – è l’aspettativa che la meditazione li faccia sentire meglio. La squadra di Johns Hopkins ha notato che “molti programmi comprendono sforzi lunghi e prolungati da parte dei partecipanti e dei formatori, che probabilmente producono effetti benefici dall’aggiunta attenzione, la partecipazione di gruppo e il supporto che i partecipanti ricevono, così come la suggestione che i sintomi aumentano allo stesso modo con l’aumentare di questi sforzi”.
La meditazione equivale al dirsi, più e più volte, “sii felice” o “calmo”. In altre parole la meditazione, come la psicoterapia, sfrutta l’effetto placebo. Di fatto, voi meditatori là fuori potete utilizzare questo mantra, a titolo gratuito: “calmo”.
Il problema “imaging neurologico”
Se le persone dubitano della vostra guarigione mentale, mostrate loro gli imaging neurologici per far sembrare il tutto più scientifico. Decenni fa i ricercatori hanno tentato di difendere la psicoterapia dall’invasione della psicofarmacologia usando la tattica della scansione del cervello. Oggi i ricercatori sulla meditazione (e i sostenitori) come Richard Davidson e Sara Lazar stanno segnalando cambiamenti nel cervello dei meditatori.
Queste scoperte non sono sorprendenti. Tutte le esperienze causano cambiamenti neurali e i cambiamenti sono più pronunciati se li si ripete più e più volte, sia che si guardi Facebook o si reciti “Om”.
La meditazione può sicuramente causare cambiamenti nel tuo cervello, ma questa constatazione da sola non fa sì che i benefici medici della meditazione siano più credibili.
Il problema “gentilezza”
Il giornalista Robert Wright, un vecchio amico che da poco si è buttato nella meditazione, ha scritto su The Atlantic nel 2013 che i meditatori più esperti “sembrano essere molto meno guidati dalle emozioni, quanto più si chiudono in loro stessi, e molto meno critici di quanto, dice, io sia”. Egli suggerisce che se molti di noi meditassero potremmo andare tutti più d’accordo.
Io sospetto che la meditazione sia moralmente neutra come leggere o fare jogging. Se mediti per diventare più buono per esempio pensando “sii buono” invece di “sii felice” la meditazione ti può rendere più buono. Ma la meditazione può anche far diventare alcune persone più cattive, o meglio, aiutarle a comportarsi meschinamente senza sentirsi in colpa.
Nel corso della storia, i guerrieri meditavano o pregavano prima della battaglia per poter combattere più efficacemente. Oggi a molti soldati americani viene insegnata la meditazione mindfulness, che presumibilmente li aiuterà a sentirsi meglio nel portare avanti le violente politiche americane.
Inoltre quanto gentili – o etici – sono gli insegnanti di meditazione che prendono soldi dai militari? Gli insegnanti probabilmente si dicono che soldati coscienti è meno probabile che commettano atrocità ma questo mostra solo che gli insegnanti sono soggetti ad auto-inganno e a razionalizzazione morale come chi non medita.
Il problema del “cattivo guru”
Alcuni maestri di meditazione sostengono o fortemente suggeriscono che hanno raggiunto uno stato di profonda, permanente beatitudine chiamato illuminazione, anche conosciuto come satori, samadhi, nirvana, liberazione, risveglio, consapevolezza cosmica. Questi insegnanti affermano di poter aiutare gli studenti a diventare anche loro illuminati.
Chiunque abbia familiarità con la scena spirituale alternativa sa che alcuni insegnanti di spicco, o guru, si sono comportati più come sociopatici che santi. Essi includono Chogyam Trungpa, Bhagwan Shree Rajneesh, Shoko Asahara, Da Free John e molti altri. In Google si trovano i dettagli a loro inerenti.
Per il mio libro Misticismo Razionale (2003), ho intervistato uomini che sostenevano – o suggerivano – che avevano meditato la loro strada verso l’illuminazione. Mi hanno colpito come narcisistici piuttosto che saggi e santi. Si veda, ad esempio, il mio profilo del guru Andrew Cohen.
(continua)
John Horgan (direttore del Centro Scritture Scientifiche presso l’Istituto di Tecnologia Stevens, Hoboken, New Jersey)
Prima parte: Gli scienziati hanno meditato sulla meditazione e il risultato è preoccupante
Scopri di più da Annalisa Colzi
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.