I cristiani veri non sono mai tristi
«Come mai anche noi che ci riteniamo cristiani non ci comportiamo da tali? Perché siamo così poveri di spirito e non vediamo chi ha bisogno di noi? Perché c’è così poco amore? Perché non vediamo il fratello che ha bisogno? Perché c’è così poca sensibilità e non riusciamo a guardare negli occhi e capire chi sta male, chi ha bisogno di un: «come stai?», di un sorriso, di un abbraccio o semplicemente di ascoltarlo. Ecco vorrei capire perché la gente non riesce ad amare ed è sempre triste».
Partendo da questi interrogativi, sviluppo un argomento che ci aiuterà a riflettere. Aggiungo qualcosa a queste giuste domande – riflessioni di Annalisa Barozzi. Mi soffermo sulla frase finale: «Vorrei capire perché la gente non riesce ad amare ed è sempre triste». Mi verrebbe da dire che le persone sono tristi proprio perché non amano. Non amano né se stessi né gli altri. Generalmente questo avviene quando i cristiani sono ripiegati su sé stessi, quando si guardano continuamente allo specchio per capire a che punto di santità sono arrivati, quanto sono ammirati per la loro fede, per le loro preghiere, per le loro virtù e perdono di vista il fratello essendo troppo impegnati a controllare la loro perfezione.
Ecco perché il Signore, ogni tanto, permette che ci sporchiamo con varie brutture, serve a riportare il giusto equilibrio nella nostra vita. Le cadute possono essere motivo di salvezza quando le riconosciamo e ne chiediamo perdono a Dio. Attraverso queste cadute il Signore ci istruisce e, ritornati a Lui, è probabile che comprendiamo meglio il disegno che ha progettato per noi fin dall’eternità.
Jakov, il veggente più piccolo di Medjugorje, durante una sua testimonianza disse: «Nel periodo più difficile della mia vita il Signore mi ha fatto comprendere che avrei realizzato il suo disegno dedicandomi ai poveri e questo mi ha reso la persona più felice del mondo».
Il periodo più difficile lo viviamo, più o meno, tutti ed è questo periodo che può divenire apertura verso il progetto di Dio, apertura verso il prossimo, dolore da condividere con il fratello che giace nella tristezza, nell’inedia, nella cecità spirituale. Ed è solo quando, finalmente, si realizza il progetto di Dio, allora la gioia invade l’anima e la tristezza non esiste più e il prossimo vede davanti a sé un volto trasformato dalla gioia.
La Madonna a Medjugorje in uno dei tanti messaggi dice: «Siate il riflesso e l’esempio con le vostre vite, che la fede e la speranza sono ancora vive ed è possibile un nuovo mondo di pace» (25 luglio 2020).
Se siamo nella gioia, se abbiamo compreso il progetto di Dio su di noi, se non ci guardiamo più allo specchio, allora e solo allora diverremo esempio per coloro che sono lontani dall’amore di Gesù, per coloro che ancora non l’hanno conosciuto. Chi sono i veri cristiani? Coloro che basano la loro gioia, nel far felice il prossimo, nell’aiutare il prossimo.
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