Ecco i consigli del Papa di quando sei stanco
In questo articolo possiamo leggere alcuni consigli del Papa su come pregare quando siamo stanchi. Il Papa prende spunto da Gesù quando conobbe per la prima volta i discepoli, dicendo:
Gesù trovò i primi discepoli stanchi, a mani vuote, concentrati sui loro fallimenti. Questo è quello che ha fatto.
Papa Francesco ha avuto parole incoraggianti in Portogallo per il popolo di Dio ma anche per il clero, riconoscendo che è facile sentirsi stanchi quando si cerca di lavorare per Cristo in “Paesi di antica tradizione cristiana, colpiti da mutamenti sociali e culturali e sempre più segnati da secolarismo, indifferenza verso Dio, e crescente distacco dalla pratica della fede”.
E’ così che Gesù trovò i suoi discepoli
Ma, ha detto, è così che Gesù ha trovato i primi discepoli, che stavano lavando le reti dopo una notte di duro lavoro senza risultati.
Notiamo subito il contrasto: i pescatori escono dalla barca per lavare le reti, cioè per pulirle e ripararle, e poi tornano a casa, mentre Gesù sale sulla barca e li invita a calare le reti per la pesca. Vediamo la differenza: i discepoli escono dalla barca, mentre Gesù sale sulla barca; loro vogliono riporre le reti, mentre lui vuole che le calino ancora una volta in mare per la pesca.
In questa scena, ha sottolineato il Papa, «Cristo ha voluto portare la vicinanza di Dio proprio nei luoghi e nelle situazioni in cui le persone vivono, lavorano e sperano, aggrappandosi talvolta ai propri fallimenti e alle proprie mancanze passate».
Uno dei consigli del Papa è che ogni volta che ci sentiamo scoraggiati, possiamo provare la tentazione di lasciare la barca e rimanere invischiati nelle reti della rassegnazione e del pessimismo. Confidiamo invece che Gesù continui a prenderci per mano, sollevandoci. Portiamo al Signore le nostre fatiche e le nostre lacrime, per poi rispondere alle esigenze pastorali e spirituali, insieme, con cuore aperto e trovando nuove vie per seguirlo.
Altri consigli del Papa ai responsabili della chiesa del Portogallo
Nel suo discorso ai responsabili della Chiesa del Portogallo, il Papa ha offerto consigli sulla preghiera, sulla vicinanza, sull’evangelizzazione e su altri temi.
Ecco alcune delle cose che ha detto.
ABBIAMO BISOGNO DI ADORAZIONE
Tra i consigli del Papa spicca l’adorazione, e ci dice che dobbiamo porci le seguenti domande per capire: Infatti spesso la stanchezza spirituale proviene proprio dal nostro modo di pregare. Chiediamoci dunque: Come prego? Come un pappagallo? “blah, blah, blah”, mezzo addormentato davanti al tabernacolo perché non so parlare con il Signore?
Prego? Come prego? Solo nell’adorazione, solo alla presenza del Signore, riscopriamo veramente il gusto e la passione per l’evangelizzazione. Stranamente, abbiamo perso la preghiera di adorazione; e tutti, sacerdoti, vescovi, consacrati e consacrate, hanno bisogno di recuperarla, questa capacità di stare tranquilli alla presenza del Signore. Madre Teresa di Calcutta, impegnata in tante cose nella vita, non ha mai trascurato l’adorazione, anche nei momenti in cui la sua fede era scossa e si chiedeva se fosse tutto vero o no.
Un simile momento di buio fu vissuto anche da Teresa di Gesù Bambino. Nella preghiera si supera la tentazione di compiere un “ministero di nostalgie e rimpianti”. Una volta, in un convento, c’era una suora è successo davvero, che si lamentava di tutto. Non ricordo il suo nome, ma le altre suore la chiamavano “Sorella Compianto”. Quante volte trasformiamo le nostre frustrazioni e delusioni in lamentele! Una volta abbandonate quelle lamentele, troviamo la forza per prendere ancora una volta il largo, senza ideologie, senza mondanità.
ABBIAMO BISOGNO DI UNIONE
Un altro dei consigli del Papa è l’unione. Nel Vangelo, Gesù affida a Pietro il compito di prendere il largo, ma poi, parlando al plurale, dice agli altri: «Gettate le reti» ( Lc 5,4). Pietro guida la barca, ma altri sono a bordo e tutti sono chiamati a calare le reti. Insieme. E quando prendono una grande pesca, non pensano di farcela da soli, né considerano il dono come loro possesso e proprietà privata. In questo modo hanno riempito due barche, non una. “Uno” ci parla di solitudine, egocentrismo, illusione di autosufficienza, mentre “due” parla di relazione. La Chiesa è sinodale: è comunione, aiuto reciproco e cammino condiviso.
Sulla barca della Chiesa deve esserci posto per tutti: tutti i battezzati sono chiamati a bordo per calare le reti, impegnandosi in prima persona nell’annuncio del Vangelo. Non dimenticare questa parola: insieme! Sono profondamente toccato, ogni volta che parlo di apertura di prospettive apostoliche, da quel brano del Vangelo in cui la festa delle nozze del figlio è tutta preparata, e la gente non vi viene.
Allora, cosa dice il Signore, il maestro della festa? “Esci per le strade principali e secondarie e porta tutti: malati, sani, giovani e vecchi, giusti e peccatori. Tutti! “Non fare della Chiesa una stazione doganale, selezionando chi può entrare o meno. Tutti, con la loro vita passata, i loro peccati, come sono, davanti a Dio, come sono, prima della vita. Tutti loro. Non abbiamo dogane nella Chiesa.
VESCOVI CON SACERDOTI, SACERDOTI TRA LORO E LAICI
Le reti dei primi discepoli possono così servire da immagine della Chiesa, che è “rete di relazioni”, umane, spirituali e pastorali. I consigli del Papa ci portano a comprendere che il dialogo è fondamentale. Quando mancano il dialogo, la corresponsabilità e la partecipazione, la Chiesa invecchia.
Direi così: mai un Vescovo senza i suoi sacerdoti e il popolo di Dio; mai sacerdote senza i suoi fratelli sacerdoti; e tutti noi insieme, come Chiesa – sacerdoti, consacrati e consacrate, fedeli laici – mai senza gli altri, mai senza il mondo. Senza mondanità, certo, ma non senza mondo. Nella Chiesa ci si aiuta, ci si sostiene e ci si sente chiamati a diffondere al di fuori delle proprie mura un clima di fraternità costruttiva. Del resto san Pietro ci dice che siamo pietre vive che si costruiscono in una casa spirituale (cfr. 1Pt 2,5).
DOBBIAMO INVITARE
Un altro dei consigli del Papa è quello di invitare. Cosa si intende? Diventare pescatori di uomini e donne . Non avere paura. Questo non è fare proselitismo; è annunciare il messaggio impegnativo del Vangelo. Gesù usa quella bella immagine: pescatori di uomini e donne. Gesù affida ai suoi discepoli la missione di prendere il largo nel mare del mondo.
Nelle Scritture, il mare è spesso visto come covo di potenze maligne e avverse che gli esseri umani non sono in grado di controllare. Quindi essere “pescatori di uomini e donne” e tirarli fuori dall’acqua significa aiutarli a tornare nel luogo da cui sono caduti, salvarli dal male che minaccia di travolgerli, risollevarli da ogni forma di morte. Ma per fare questo senza proselitismo, ma con amore.
Il Vangelo è un annuncio di vita nell’abisso della morte, di libertà nei vortici della schiavitù, di luce nella profondità delle tenebre.Nelle parole di sant’Ambrogio, «i mezzi da usare nella pesca apostolica sono come le reti: perché le reti non uccidono la preda, ma la tengono in vita; lo trascinano dal profondo alla luce” ( Exp. Luc. VI, 68-79). C’è così tanta oscurità nella società di oggi, anche qui in Portogallo, ovunque.
I consigli del Papa ci spronano a ritrovare noi stessi attraverso il Vangelo, salendo sulla barca che è la Chiesa. I consigli del Papa quindi dovremmo metterli tutti in pratica, perché ci danno un motivo per ritornare a pregare, a credere, come Dio desidera.
Il Santo Padre infatti ha detto: “Sembra che abbiamo perso l’entusiasmo, il coraggio di sognare, la forza di affrontare le sfide e di avere fiducia nel futuro; e così navighiamo tra dubbi e incertezze, soprattutto economiche, impoverimento dell’amicizia sociale e mancanza di speranza. Come Chiesa, ci è affidato il compito di prendere il largo nelle acque di questo mare e gettare le reti del Vangelo, non puntando il dito, non accusando, ma portando agli uomini e alle donne del nostro tempo un’offerta di vita, la vita di Gesù”.
Ultimo tra i consigli del Papa, ma non meno improtante è, “Portare”. Cioè siamo chiamati a portare il Vangelo, ad invitare alla festa coloro che sono lontani; portare la vicinanza del Padre a situazioni di crescente incertezza e povertà, specialmente tra i giovani. Portare l’amore di Cristo là dove le famiglie sono fragili e le relazioni ferite. Per trasmettere la gioia dello Spirito dove regnano lo scoraggiamento e il fatalismo.
Seguiamo dunque i consigli del Papa che ci aiuteranno a crescere nella vita spirituale, e ci prepareranno nell’incontro con Cristo.
Scopri di più da Annalisa Colzi
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.