Guardiamo gli altri con compassione come Gesù guarda noi
E’ importante per un cristiano, provare compassione, proprio come la provò Gesù con il capo dei pubblicani, Zaccheo nella città di Gerico.
Infatti il Vangelo di Luca al capitolo 19 e versetti 1-10 focalizza l’aspetto comprensivo e tenero di Gesù, in poche parole, un atteggiamento di perdono e misericordia nei confronti di Zaccheo. Perché? Perchè nonostante fosse un pubblicano, fa di tutto per vedere il Signore, perché dentro al suo cuore c’è un forte desiderio di cambiare vita, di mettere in pratica ciò che Gesù insegna, e non solo; Zaccheo vuole non solo cambiare vita ma anche rimediare al male commesso.
Quindi ciò che porta Gesù a provare compassione, sono due elementi:
- Voglia di cambiare (buona volontà).
- Rimediare (consapevolezza dei propri errori e desiderio di espiazione, redenzione).
Zaccheo desidera fortemente vedere Gesù che passa, tanto è vero che non si arrende dinanzi all’ostacolo “folla”, si arrampica su un albero per poterlo ammirare; Papa Francesco commentando questo passo ci dice: “Si tratta di un pubblicano, cioè uno di quegli ebrei che raccoglievano le tasse per conto dei dominatori romani – un traditore della patria – e approfittavano di questa loro posizione. Per questo, Zaccheo era ricco, odiato da tutti e additato come peccatore”.
Gesù lo guarda con compassione
Gesù ferma il suo sguardo su Zaccheo, uno sguardo scrutatore, uno sguardo che penetra negli abissi dell’anima di questo pubblicano. Gesù vede che nel suo cuore, Zaccheo desidera cambiare vita, appartenere alla luce e non più alle tenebre. Così lo invita a scendere:
“È un’immagine molto bella, perché se Gesù deve alzare lo sguardo, significa che guarda Zaccheo dal basso. Questa è la storia della salvezza: Dio non ci ha guardato dall’alto per umiliarci e giudicarci, no; al contrario, si è abbassato fino a lavarci i piedi, guardandoci dal basso e restituendoci la dignità”. – Papa Francesco
Ricordiamo dunque, sottolinea Papa Francesco, che “lo sguardo di Dio non si ferma mai al nostro passato pieno di errori, ma guarda con infinita fiducia a ciò che possiamo diventare”. Non tiene conto dei nostri errori, dei peccati commessi, di ciò che siamo stati, ma di ciò che potremmo essere, se lo vogliamo. E se accettiamo Dio nella nostra vita.
Questo passo pone delle domande a tutti i cristiani
Come guardiamogli altri? I peccatori, coloro che hanno commesso degli errori? Li guardiamo dall’alto, come a volerli giudicare, in segno di disprezzo, o dal basso con sguardo amorevole e comprensivo, come Gesù?
Scopri di più da Annalisa Colzi
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