Il grande fratello o il grande bordello?
La prima edizione del mio libro Come Satana corrompe la società uscì nel 2009. A quella edizione ne seguirono altre. Due volte fu aggiornato il testo. Grazie a Dio, è un libro che ancora si vende. Tutta questa premessa per arrivare ad una triste conclusione. Gli argomenti trattati nel 2009 sono ancora oggi, purtroppo, attuali e in questo articolo ve lo dimostrerò riportando parola per parola quello che scrissi del Grande Fratello. In quegli anni non esisteva ancora il Grande Fratello Vip ma la modalità è sempre la stessa.
«È l’erotismo il perno attorno al quale girano i vari reality. Grande Fratello, l’Isola dei famosi e chi più ne ha più ne metta. Tutti programmi sterili, aridi, poveri. Allora perché riscuotono un successo così strepitoso? Perché la cultura dominante è materialista, edonista, impregnata di sesso, denaro e potere. C’è uno strano gusto nello spiare il prossimo in atteggiamenti intimi. Il guardone che spia le coppiette, passa per depravato. E i milioni di telespettatori che costantemente guardano Il Grande Fratello, che cos’altro sono se non dei voyeaurs? Tutti intenti a spiare il niente, per quanto riguarda la sfera intellettiva, e il tutto, riguardo al sesso. Al malcostume arricchito di parolacce e doppi sensi. Monologo tipo della casa: “Ma (bip), io mi sono rotto il (bip) di stare qui in questo posto di (bip)”, etc.
Infine, un tocco di magia con la seduta spiritica. Ogni tanto ci scappa qualche bestemmia, in quel caso i palinsesti fanno finta di essere moralisti e mandano a casa il personaggio. Anche questo è da copione, serve per aumentare l’audience. “Ma davvero siamo così ingenui da pensare che il copione non sia già scritto, suggerito e teleguidato? (…) È così che si fa la tv. E i reality non sfuggono alla regola” scrive una giornalista.
Cala l’audience? “E allora Che ci si inventa? Un amplesso, una lite, un pianto, una bestemmia” continua la giornalista.
Nella casa del Grande Fratello non mancano i baci saffici e non mancano neppure i ménage a trois. Più che casa la si potrebbe chiamare «bordello». Tommaso Scandroglio in un suo saggio scrive: “La casa, luogo principale di intimità e privato, diventa una casa virtuale dove mostrare pubblicamente liti, amplessi, comportamenti animali, bisogni fisiologici, amicizie che si sciolgono come neve al sole, promesse di amore eterno che durano il tempo di uno spot pubblicitario, bassezze, turpiloqui, discorsi infantili, dialoghi tra analfabeti, euforie immotivate e repentini stati depressivi, filosofie di vita da discount, fragilità emotive”. Questo e altro regaliamo ai nostri figli».
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