Follia dell’aborto ha rubato mio figlio
E’ solamente una cellula!
Ecco la follia dell’aborto
Una toccante testimonianza sulla follia dell’aborto. Sì follia, perchè è folle pensare che uccidere il proprio figlio possa essere una cosa buona, una soluzione alle difficoltà che la gravidanza può portare in sè. La morte genera solo morte, nel corpo del bimbo e nell’anima della madre.
Il mio urlo possa giungere a te, figlio mio!
Piccolo mio ti chiedo perdono per averti negato la vita.
una legge mi ha trasformato nella tua carnefice
Ho creduto nella legge 194, la legge che permesso alla follia dell’aborto di regnare anche in Italia. Una legge che mi ha trasformato nella tua carnefice.
Desideravi solamente vivere, ridere, scherzare e stringere la mia mano. Desideravi chiamarmi mamma, giocare con me e vedere i colori della vita come li vedo io.
Ma tutte queste cose le ho negate a te, piccolo mio, e nel nome della scienza ho deciso di non farti vivere…
L’utero è mio e lo gestisco io”, dicevano le femministe… e io con loro…
il chirurgo spezzava il tuo corpicino
Dormivo mentre il chirurgo, che dovrebbe salvare le vite, entrava dentro il mio utero e spezzava il tuo corpicino… Non ti ho visto mentre ti gettavano nell’immondizia. Non ho sentito il tuo cuoricino pulsare e il tuo urlo, dentro di me.
Non ti ho neppure benedetto, non ti ho dato un nome. Eri uno sconosciuto eppure eri parte di me…esistevi…
Non so cosa darei per tornare indietro e gridare al mondo intero: fermatevi! State condannando a morte una vita e insieme anche la vostra! Vi state legando al male e in gioco c’è, anche, la vostra anima. Vi state condannando alla peggior sorte e se credete di liberarvi di lui per sempre vi sbagliate. Lui è rimasto nel cuore e nell’anima. È vicino sempre e domani lo rivedrò.
fra le braccia sicure di Gesù
Ho voluto fare qualcosa per te.
Era l’unico gesto d’amore che potessi donarti. L’unico gesto per garantirti la vita eterna fra braccia più sicure delle mie: quelle di Gesù.
Lui ti ha voluto, da sempre.
Non ho mai creduto alla sua esistenza fino al giorno in cui ci siamo incontrati e ho visto tutta la mia vita scorrere come un film.
decisi di accettare la follia dell’aborto
Ti ho dato il battesimo dei bambini non nati. Ora sei benedetto e hai un nome, il tuo nome.
Ma questo non basta per cancellare quel gesto che mi ha resa ciò che non avrei mai voluto essere: una mamma carnefice. Lo sono diventata quando decisi di accettare la follia dell’aborto e di consumare quell’assurdo gesto dentro di me. La culla del mio grembo, dove tu dovevi sentirti al sicuro, è diventata un luogo di morte.
Non ho visto nulla di te, ma tu hai visto tutto di me e sei rimasto indelebile nella mia vita.
Mi è rimasta la vergogna e l’urlo nel cuore: l’urlo silenzioso degli innocenti.
come potrò guardarti e chiamarti figlio?
Mio Dio! Come potrò un giorno incontrarti? Come potrò guardarti? Come potrò stringere la tua mano dopo averti ucciso? Come potrò chiamarti figlio? Come potrò non nascondermi? Cosa ti dirò? Tu sarai bello mentre io sarò spenta, sporca e avrò vergogna.
Ho creduto che tu fossi solo una cellula, ma anch’io sono stata quella cellula, solo che nessuno mi ha uccisa. Quella cellula per Dio ha un nome: tuo figlio.
Piccolo mio, sei stato poco dentro di me, ma quel breve momento è bastato per farti diventare mio figlio e farmi diventare tua madre. E questo legame è indissolubile.
tu e tuo padre vi siete fatti ritrovare nel mio cuore
C’è voluta una Croce per ritrovarti: la morte di tuo padre. Voi siete insieme, mentre io sono rimasta a parlare di voi e di come vi siete fatti ritrovare nel mio cuore. Eravate lì. Ancora dentro di me ad aspettare che io me ne accorgessi.
Mi avete portata con voi, insieme alle mie miserie, ma mi avete voluta ancora. E ho scoperto che tu, piccolo mio, sei la salvezza dell’unione fra me e tuo padre. Ti ho rinnegato, mentre tu salvavi noi dal frutto dell’incoscienza di chi ha preso la vita come un gioco.
Ora tu sei grande, io piccola e sono davanti a te.
Al mondo intero urlerò: fermatevi!
Perdonami piccolo mio! Aiutami ad avere il coraggio di guardarti, quando un giorno verrò da te.
www.mariagabriellabelotti.it “Una mappa per ritrovarci nel cuore”.
Non sono diventata né santa né suora, ma una persona migliore sì.
Grazie di cuore.
Maria Gabriella
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