Esperienze di premorte: facciamo luce
Sono davvero tante le esperienze di premorte, dove alcune persone si ritrovano con un piede nel mondo terreno e un altro in quello celeste se così possiamo dire, in realtà sono persone che per pochi secondi o minuti, sono morte. Persone che hanno visto cosa c’è dopo questa vita. Ma attenzione, bisogna chiarire alcuni punti per non confondere queste esperienze con la dottrina della fede.
Le sensazioni provate in pre morte
Un aspetto dell’esperienza di premorte che accomuna tutti coloro che vivono questa forte esperienza è proprio la sensazione di benessere; percezione di sé, degli altri e anche di oggetti o avvenimenti vicini o distanti nel tempo con modalità diverse dalle solite e cioè come se si stesse fuori dal proprio corpo; percezione di altre entità o luoghi o di defunti conosciuti o sconosciuti che incontrano.
Un altro aspetto che li accomuna è proprio la visione di un tunnel di luce entro cui ci si muove ad altissima velocità e panoramica della vita passata.
Infine, il disagio nel rientrare nel proprio corpo; ed il cambiamento esistenziale provocato da questa esperienza; quando si ritorna nella vita terrena, la persona che ha avuto un’esperienza di premorte si ritrova diversa, non più la stessa.
Cambiamento esistenziale
Tra le suddette sensazioni, molti studiosi di Escatologia, infatti affermano: «quelle che potrebbero venire analizzate con una certa oggettività sono la panoramica della vita passata e il cambiamento esistenziale. Tra l’altro, le due cose sono abbastanza connesse e ciò viene ampiamente confermato dalla psicoterapia».
Nessuna prova dell’aldilà
Bisogna però dire che tali esperienze, non possono essere definite prove, ma sicuramente testimonianze che possono rafforzare la fede di un cristiano. Questo però non significa che esse non abbiano un valore per la ricerca scientifica.
“Non riguardano la dottrina della fede”
Quello che bisogna evitare «assolutamente», sottolineano gli studiosi di escatologia «è valutare tali esperienze a partire dalle proprie convinzioni religiose o filosofiche o ideologiche». “Ricorrere alla scienza per sostenere la propria fede è una sopravvalutazione della scienza e un segno di debolezza della propria fede” (A. Paciolla).
Ovviamente non ci sono pronunciamenti ecclesiali sull’esperienza di premorte, poiché esse non riguardano in alcun modo la dottrina della fede.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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