Dono e responsabilità due cose distinte ma che vanno insieme
La vita nostra è un dono e responsabilità allo stesso tempo. Quando qualcosa infatti ci viene donato, ad esempio il dono di un figlio, noi abbiamo la responsabilità di prendercene cura. Così la nostra vita; Dio ce la dona ma con questo non vuol dire che dobbiamo vivere nel male anzi al contrario, siamo responsabili e dobbiamo viverla per la sua gloria e per il nostro bene affinché la nostra gioia sia piena.
La vita che ci viene donata, è come una preparazione alla vita eterna, la quale comincia appena si muore.
La vita è un dono che Dio mette a nelle nostre mani ma è anche un modo per renderci responsabili, capaci di dimostrargli il nostro amore e contemporaneamente meritarci il Paradiso.
Ogni azione, parola o pensiero che si compie sulla terra, tutto ha ripercussione nella eternità. Ad ogni atto volontario, benché minimo, corrisponde la ricompensa; o di premio o di castigo.
La vita dunque non è una cosa inutile, come purtropppo molti la rendono, bruciandola con le droghe e con i vizi. La vita è dono prezioso e per poterla conservare come tale, dobbiamo renderci responsabili. Non deve disprezzarsi e guai a sprecarla! Cessata che essa sia, ognuno dovrà darne conto al Sommo Donatore della vita.
Sono perciò in errore quelli che considerano la vita come tempo di piacere. Non è piacere la vita, ma è dovere e grande responsabilità.
Gesù Luce dalla Luce, parla di questa responsabilità nella parabola dei talenti, dove si mette sotto le sembianze di un padrone, che dà la giusta ricompensa a chi ha fatto fruttare i talenti ed il castigo a chi non li ha trafficati.
Gesù invita a tesoreggiare per l’altra vita, cercando i veri beni, quelli che i ladri non possono rubare e che la tignola non può corrompere.
I buoni, alla luce degl’insegnamenti evangelici, lavorano, soffrono, pregano, sono vigilanti e vivono nella dolce speranza del premio eterno. Considerano la morte come principio della gloria celeste. La loro speranza è sicurezza, perché basata sulle parole del Figlio di Dio.
Al contrario i cattivi, privi della vera luce, pensano alla morte con orrore, anzi preferiscono non pensarla. Per essi la morte è un salto nel buio(che tristezza e angoscia mi viene al solo pensarlo) e purtroppo sarà il passaggio dalla valle di lacrime al supplizio eterno.
Cosa resterà ai cattivi, giunti in fine di vita, del denaro acquistato, degli spassi presi e dei piaceri goduti contro la legge di Dio? Alla morte vedranno che tutto nel mondo è vanità, anzi vanità delle vanità come diceva San Filippo Neri.
Dio ci ha donato la vita; usiamola nel compiere il bene e la nostra vita sarà eternamente felice un giorno. Usiamola con piena responsabilità; e faremo di questo dono, il mezzo per poter amare Cristo; Pienezza della nostra esistenza.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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