Dobbiamo essere portatori di gratitudine
Papa Francesco ci invita ad essere non solo grati ma portatori di gratitudine. Ce lo dice prendendo spunto da una vicenda del Vangelo, dove Gesù viene avvicinato da dieci lebbrosi, che lo supplicano di essere guariti, e Lui li manda dai Sacerdoti, che attestandone la guarigione li avrebbero fatti rientrare in comunità; essi certi che il miracolo sarebbe avvenuto si avviano subito, e uno solo torna indietro per ringraziare.
Ecco, spiega Papa Francesco, così siamo noi, “chi prende tutto come gli fosse dovuto, e chi accoglie tutto come dono, come grazia” e prosegue, come insegna anche il Catechismo: “ogni avvenimento e ogni necessità può diventare motivo di ringraziamento.”
E’ importante saper ringraziare, mostrare gratitudine, già solo per il dono della vita! Per noi cristiani il sacramento principale è proprio questo, l’Eucaristia che significa in greco RINGRAZIAMENTO. In questo modo, accostandoci ad esso, “i cristiani, come tutti i credenti, benedicono Dio per il dono della vita.”
E’ un grazie che dobbiamo imparare a dire sempre poiché “ quando tu ringrazi, esprimi la certezza di essere amato. E questo è un passo grande: avere la certezza di essere amato. È la scoperta dell’amore come forza che regge il mondo. Dante direbbe: l’Amore che move il sole e l’altre stelle.”
E’ l’amore che ci muove e dà un senso alla nostra vita “non siamo più viandanti errabondi che vagano qua e là, no: abbiamo una casa, dimoriamo in Cristo… Siamo figli dell’amore, siamo fratelli dell’amore. Siamo uomini e donne di grazia.”
E di questo dobbiamo essere lieti, è questa l’esortazione di Francesco “coltiviamo l’allegrezza. Invece il demonio, dopo averci illusi con qualsiasi tentazione, ci lascia sempre tristi e soli. Se siamo in Cristo, nessun peccato e nessuna minaccia ci potranno mai impedire di continuare con letizia il cammino, insieme a tanti compagni di strada.”
Ma soprattutto “ non tralasciamo di ringraziare: se siamo portatori di gratitudine, anche il mondo diventerà migliore.”
Scopri di più da Annalisa Colzi
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