“Dio ti sfido: se esisti, cambia la mia vita!”
“Dio esce allo scoperto”
Il grido di Ruben: “Dio ti sfido: se esisti, cambia la mia vita!”
di Annalisa Colzi
“Se non abbracci tuo figlio, arriverà un altro a farlo per te”. Sono queste le parole che più di ogni altra frase mi hanno colpito quando, grazie agli amici Francesco e Giovanni, ho potuto visionare in anteprima l’ultimo capolavoro del regista cattolico Juan Manuel Cotelo “Dio esce allo scoperto”.
Un film documentario in cui il regista spagnolo dona risposte concrete allo spettatore che si pone le stesse domande di Cotelo: “Può Dio amare un omosessuale?”. “Può un omosessuale amare Dio?”. La risposta alla prima domanda è scontata: Dio ama tutti i suoi figli, senza discriminare nessuno. Mentre per la seconda domanda, la risposta è duplice: Certamente un omosessuale può amare Dio, come d’altra parte ogni uomo può amare Dio, ma può anche rifiutare l’amore di Dio. Dio che è amore infinito non costringe i suoi figli ad amarlo ma se l’anima si lascia attrarre dal suo Amore, questo Amore trasforma l’anima.
L’omosessualità non è un peccato. Lo è l’atto omosessuale; così come è peccato avere rapporti prematrimoniali fra un uomo e una donna. Però, mentre questi ultimi vengono approvati anche da persone cattoliche, per i primi vi è una tendenza innata al giudizio. Oppure all’opposto si giustifica anche il peccato dell’atto omosessuale. Entrambi gli atteggiamenti sono sbagliati. Occorre invece non giudicare mai la persona ma sempre il peccato. Ce lo ricorda una delle opere di misericordia spirituali: “Ammonire i peccatori”.
Ma veniamo alla trama del film. Cotelo racconta la storia vera di Ruben Garcia, un giovane ragazzo omosessuale che, trasferitosi in una grande città (Guadalajara), si prostituisce travestendosi da donna.
Già prima di trasferirsi, Ruben, mette da parte la fede in Dio, quella fede che lo aveva accompagnato da bambino, e inizia a sentire repulsione nei confronti di Dio, ritenendolo il responsabile di tutte le sue sofferenze. In quel periodo scopre inoltre di essere stato adottato poiché la madre, molto povera, non aveva la possibilità di mantenerlo.
Ruben, una volta trasferitosi a Guadalajara, incontra la vera madre, una donna molto cattolica, con una fede solida. Una donna di grande preghiera che, costantemente, prega per la conversione del figlio.
Le preghiere di una madre sofferente per il figlio perso nel peccato, arrivano come una freccia appuntita al cuore di Dio, ed infatti accade qualcosa di sconvolgente nella vita di Ruben. Questo fatto cambierà tutta la sua vita, tutto il suo modo di porsi davanti a Dio e finalmente inizierà un percorso di fede profonda e di aiuto per i fratelli che vivono nell’omosessualità.
Ruben non chiede a coloro che sentono attrattiva per lo stesso sesso di diventare eterosessuali; ma chiede qualcosa di più grande. Ruben non chiede loro di non amare ma chiede di lasciarsi amare. Ruben non chiede loro una cosa impossibile ma chiede loro di credere all’impossibile.
Tutto il film si snoda in un’avventura meravigliosa alla presenza di Dio. Questa Presenza cambia tanti cuori donando loro pace, gioia, salvezza. Il grido di Ruben: “Dio ti sfido: se esisti, cambia la mia vita!” ha forato i cieli e fatto scendere la Misericordia di Dio. Ruben viene investito da questo amore e questo amore lo farà volare in alto, sempre di più.
Non svelo niente altro. Piuttosto vi invito a visionare il film che è di grande insegnamento per tanti cattolici pronti a puntare il dito ma anche a tanti libertini che sputano contro i cattolici.
Buona visione a tutti e soprattutto: buona riflessione.
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