La via del monaco, Dio solo e nulla più
L’esperienza mistica del monaco
abbraccia tutto l’universo
In lui tutto si fa uno se in lui abita Dio, Dio solo
Nessuno nel cristianesimo più dei monaci vive una maggiore apertura ecumenica. A prima vista potrebbe sembrare che più degli altri proprio i monaci siano negati a un ampio respiro che li renda sensibili al mistero di una cattolicità che li fa fratelli universali, come espressamente sentì di essere Charles de Foucauld.
Se l’esperienza mistica nel monachesimo è soprattutto oggettiva, l’adesione alla verità è certamente più ferma in loro che nel cristiano comune. Come i Padri, anch’essi sono i difensori naturali dell’ortodossia; ma questa difesa non dovrebbe rendere più difficile un loro rapporto fraterno con gli uomini delle altre confessioni cristiane o delle altre religioni? È il contrario che è vero. Il contatto con Dio nell’esperienza mistica dà alla loro anima un’apertura che solo Dio può dare. Non è forse vero che lo Spirito del Cristo si è effuso e ha riempito tutta la terra?
Abbracciare ogni cosa
È evidente che quello che è umano è anche parziale; ma quello che viene da Dio deve avere un carattere di pienezza e di universalità. Nella conoscenza che il monaco ha di Dio egli istintivamente rifiuta quello che è parziale e si dilata ad abbracciare ogni cosa e tutta l’umanità. Non è sincretismo. Il mistico non riduce tutto al minimo denominatore comune. L’unità non si realizza alla base, ma al vertice: in Dio, Dio solo.
Le divisioni fra gli uomini, la pluralità delle religioni non possono pretendere alla universalità proprio perché nel cammino che conduce l’umanità a Dio si fermano lungo la via; dicono assoluto quello che è soltanto relativo. In questo sta l’errore; e il monaco cristiano che ha conosciuto Dio non potrà mai affermare assoluto quello che è soltanto relativo e parziale.
Ferma adesione alla verità
È proprio nella ferma adesione alla verità totale che il monaco può aiutare anche gli altri a superare tutte le difficoltà di un cammino che deve condurre ciascuno alla pienezza del bene, alla verità totale.
L’affermazione di possedere la verità non è un rifiuto degli altri, i quali non la posseggono intera; ma un aiuto che libera tutti da quanto li ferma, appunto, nel loro cammino. Solo chi ha conosciuto Dio può essere anche una guida sicura in questo cammino. Egli solo conosce veramente la meta.
Il monaco sente più di ogni altro cristiano l’impegno di aiutare tutti gli uomini alla ricerca e al possesso di Dio. Egli non si scoraggia per le difficoltà; non si arrende nella missione che egli ha ricevuto da Dio. Egli vive una comunione con tutti gli uomini, perché lo Spirito non esclude alcuno dalla sua azione segreta ma divinamente efficace. Così il monaco è lo strumento che Dio sceglie per realizzare quella unità che è l’aspirazione di tutta la Chiesa, il sospiro del Cristo morente.
Dio termine ultimo del cammino
Dio del resto è il termine ultimo del cammino dell’uomo, perché Egli è anche il fondamento dell’essere, il principio di tutto. L’unità è certo una conquista, ma è anche più profondamente una scoperta. Con maggiore sicurezza il monaco, nella sua adesione a un Dio, che egli conosce incomprensibile nella sua trascendenza infinita, supera ogni cultura umana, ogni umano linguaggio; e può sentire così che è già misteriosamente uno con tutti. La pienezza della verità che egli possiede non può dividerlo da nulla di quanto vi è di bene, di vero, di bello nel mondo degli uomini. In lui tutto si fa uno se in lui abita Dio.
È dunque proprio dell’esperienza mistica del monaco questa apertura generosa, quest’anima veramente cattolica, questa capacità di tutto abbracciare. Se vi è in lui una intransigenza, è soltanto nel rifiuto alla menzogna e alla morte. Ma è precisamente in questo rifiuto che egli serve alla salvezza di tutto e di tutti.
Dio solo
Il monachesimo non ha fini specifici propri. Ma ordinandosi unicamente a Dio non si lega mai a nulla che sia parziale; a nulla che sia legato a situazioni particolari di tempo e di luogo.
Scegliendo Dio solo egli di fatto sceglie ogni cosa; la creazione non fa numero con Dio, ma in Dio è già ogni luce di verità, ogni ricchezza di bene, ogni bellezza, ogni vita.
Tisbita
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