Di cosa tratta il libro dei Giudici della Bibbia?
Questo libro narra dei primi tempi di Israele nella terra promessa (XIII-XI a.C.): il popolo cade ripetutamente nel peccato di idolatria attratto dai culti pagani dei Cananei perciò Dio lo lascia cadere nell’oppressione dei nemici come castigo salutare perché si pentano e tornino a Lui.
Il peccato di idolatria è grave perché riguarda il primo comandamento quello più importante “non avrai altri dèi all’infuori di me”: Israele è atratto dai culti agli dèi della fertilità che comunicavano questo dono attraverso l’unione sessuale con prostitute sacre, sacerdotesse pagane. Questo però scatena la collera divina perché Israele così intraprende la via della autodistruzione.
Al pentimento del popolo, Dio risponde mandando giudici, cioè capi liberatori di Israele. I “giudici maggiori” sono figure carismatiche straordinarie, i “giudici minori” sono governatori ordinari che gestiscono il potere delle tribù.
Tra i giudici maggiori ricordiamo Debora profetessa dotata di grande capacità giudiziaria, Gedeone grande uomo di Dio capo militare che salva Israele dall’incubo dei Madianiti (si potrebbe leggere il cap.7 in parallelo con la strategia mariana del piccolo resto fedele che vince con le armi innocenti della preghiera*), Sansone dono assoluto di Dio nazireo dal seno materno dotato di una forza soprannaturale.
*Dio sceglie un ultimo da una famiglia umile perché si veda che è opera Sua, lo benedice perché ogni sua opera si realizzi, lo manda a combattere i nemici ma seleziona l’esercito che si riduce da 30000 a 300 soldati e vince senza combattere ma con una strategia che porta i nemici ad autodistruggersi. Si può leggere qui la metodologia di Dio che vince con la debolezza come la Madonna che si forma un esercito di piccoli e pochi per far crollare Babilonia con la preghiera e i sacrifici
Scopri di più da Annalisa Colzi
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