Dal buio della notte alla luce quella vera che durante le tempeste resta
Vorrei raccontarvi una storia di conversione inaspettata successa dieci anni fa. Correva l’anno del 2010 dopo un periodo stavo frequentando un gruppo spirituale, che praticava le meditazioni di un santone indiano chiamato Osho. Con questi ragazzi durante il week end, oltre a fare meditazioni, avevo iniziato a fare abbracci gratis per le piazze della mia regione. Ero felice di avere incontrato queste persone, mi davano la carica giusta per iniziare la settimana.
Durante i giorni feriali però ogni tanto mi capitava di passare davanti ad una parrocchia del centro della mia città dove c’è la grotta di Lourdes. Tutte le volte che transitavo da quelle parti, sentivo il desiderio di entrare. A volte andavo dentro e mi inginocchiavo davanti alla Madonna, accendevo una candela e leggevo la preghiera posta sull’inginocchiatoio, poi uscivo. In quel periodo mia sorella desiderava come me di andare a Medugorje. Mia sorella non voleva entrare in chiesa, perché come me dalla nostra ex parrocchia aveva ricevuto solo del male. Io spinta dalla voglia di partire ho preso l’incarico di andare alla ricerca. Andai in quella parrocchia dove c’era la grotta di Lourdes, guardai i fogli appesi in bacheca e con sorpresa trovai un gruppo che in aprile avrebbe intrapreso un pellegrinaggio proprio a Medugorje. Telefonai per sapere se c’erano due posti, la ragazza mi rispose che ce n’era solo uno sicuro l’altro era in forse e di chiamarla più avanti. La ricontattai e mi rispose che era confermato un solo posto. Lo comunicai a mia sorella che mi disse: “Vai tu ne hai più’ bisogno.”
Partii nonostante i dubbi che mi aveva fatto venire una persona con cui avevo parlato del mio desiderio di intraprendere questo viaggio.
Il giorno dell’arrivo ero molto agitata ero arida dentro di me, ma non capivo perché, tutti i miei compagni di viaggio dicevano che si respirava pace. Il giorno dopo due aprile c’era l’apparizione, le mie compagne di stanza volevano andare alle 5.00 e io decisi di andare con loro, volevo andare presto, non volevo perdermi.
Quel mattino uscimmo dall’albergo alle 5.15 e andammo a pregare sul monte in attesa dell’apparizione. Arrivati sul monte ci sedemmo al buio su un masso. Mi ricordo che alle 8.30 ho sentito da lontano delle urla, mi sono alzata dallo spavento e rimasi in piedi. Stavano recitando il Rosario, ma ad un tratto tutti rimasero in silenzio. Iniziai a tremare, facevo fatica a stare in piedi, mi sono seduta e ho iniziato a piangere. Scesa dal monte sconvolta sono corsa in albergo assieme alle ragazze. Dovevamo andare insieme agli altri a Messa a piedi. Nell’attesa ho raccontato l’esperienza al signore che accompagnava l’altro pullman. Lui mi disse: è il segno di cui avevi bisogno di ricevere dalla Madonna. Io rimasi stupita e un pò infastidita.
Ritornata dalla Messa ricevetti un dono speciale, le ultime tre immagini di Gesù della misericordia benedetto durante l’apparizione. Sempre quel giorno una signora del gruppo prima dell’apparizione aveva ricevuto la chiamata dal marito che sua figlia stava partorendo una settimana in anticipo. Prima di pranzo la signora ricevette il messaggio dal marito che il bimbo era nato e si chiamava Samuele come la prima lettura del giorno. Io ero stupita, nel gruppo c’era tanta gioia per questa bellissima notizia.
Dopo due giorni tornai a casa in tarda serata e andai a dormire. Al risveglio ho sentito dentro di me una pace, quella che cercavo da tanto, voglia di pregare e la presenza di Maria. Mi sembrava di vivere in un sogno, ma era la realtà. Prima di partire avevo detto mai più in chiesa, ma avevo trovato una mamma celeste che mi aveva preso per mano per indicarmi la via. Io ho accettato la sua guida, volevo continuare ad avere la pace nel cuore. E’ stata con me un mese, il più bello della mia vita. Oggi sono passati quasi dieci anni da quel giorno in cui ho detto sì e ancora oggi lo dico. Ero nel buio della notte, ma dopo quel viaggio mi sono ritrovata nella luce, quella vera che nonostante tutto continua a brillare per dare un segno di speranza a chi non ce l’ha.
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