Con la Croce di Cristo possiamo vincere i nemici
La Croce di Cristo
il risvolto dell’amore perfetto
di fr. Giordano Maria
(Fraternità Apostolica Gerusalemme Pistoia)
Gesù è Colui che rinuncia totalmente alla totalità della sua Onnipotenza per aprirsi al Padre ed al bene del prossimo. Questa è la realtà della Croce di Cristo.
Questa è una meta molto alta. Dio nella Sua pedagogia ha portato l’umanità attraverso la storia del Popolo d’Israele ad entrare in questa prospettiva mediante un cammino lungo.
Parte da Abramo a Gesù per arrivare a san Paolo che coniuga le modalità per far diventare prassi di vita questa logica della rinuncia alla totalità.
Nell’antico Testamento ci sono quattro norme, quattro tradizioni sacre che ogni credente deve osservare per essere fedele alla Rivelazione; la circoncisione, il sabato, la kasherut, il Tempio.
La Circoncisione
Essa è una mutilazione, un togliere qualcosa, significa rinuncia; Dio comanda ad Abramo la circoncisione (Gen.17,10) come un segno sensibile di alleanza e cioè che il circonciso non appartiene più a se stesso, non è più proprietario del suo corpo ma appartiene a Dio e al popolo. La circoncisione significa la rinuncia alla totalità di se stesso e implica l’apertura a Dio e alla collettività del popolo.
Con i Profeti si passa alla circoncisione dell’orecchio e del cuore in senso metaforico (Ger 6-10 e 4,4) e ciò significa rinuncia ad ascoltare solo se stessi con le proprie ragioni ed a mettere la propria volontà a servizio di Dio e dell’osservanza della Sua Parola: fiducia ed obbedienza a Dio. (Dt.10,16-Lv. 26,41)
Il Sabato
In Esodo 20,11 si legge “Il Signore ha benedetto il giorno di Sabato e lo ha consacrato”. Il sabato struttura la settimana, ritmando la successione dei giorni aprendola all’alterità di Dio.
Il tempo non è più solo dell’uomo, il tempo è di Dio.
Il sabato è un tempio fatto di tempo in cui il credente deve entrare per ricordarsi che lui non è il padrone del tempo. Che esso gli è stato messo a disposizione e che deve essere disponibile a restituire una parte di questo a Colui che glielo ha donato.
Kasherut
E’ un termine ebraico che descrive gli alimenti puri e impuri (Levitico 11). Con questa norma si tiene conto di norme igienico- alimentari intendendo educare il popolo, proibendo alcuni cibi sia di origine animale che vegetale, che non può considerarsi padrone di tutto ciò che produce la terra e di quanto si trova nella creazione. Egli mangerà cosa gli è permesso e non tutto quello che vuole.
Il Tempio
Dio concede la terra al suo popolo. Invita, attraverso Giosuè, a prenderne possesso. In seguito concederà a Salomone la costruzione del Tempio che il Re David avrebbe voluto costruire (I Re 5-9).
Perché il popolo non si sentisse padrone della terra che gli ha concesso fa in modo che una piccola porzione sia consacrata a Lui. Alla preghiera, ai sacrifici, al culto. Il tempio è la terra riservata a Dio, come segno che non tutta gli appartiene.
Con la circoncisione
Il Sabato, il Kasherut ed il Tempio Dio invita a rinunciare alla totalità di possesso sul corpo, sul tempo, sui cibi e sulla proprietà per aprirsi alla Signoria di Dio. Per aprirsi alla creazione e a fare dono di sé a Lui Creatore e agli altri uomini.
Questi introducono la realtà di Cristo Crocifisso nella Sua Kenosis.
In Gesù avviene il compimento di questa rinuncia alla totalità in vista di una espropriazione di sé per essere tutto del Padre e dell’umanità.
Accettando di donare la propria vita Egli entra nella stessa dinamica delle quattro realtà sopra dette. Portando la rinuncia al culmine, poiché non rinuncia ad una parte ma alla totalità della propria vita.
Il compimento non avviene senza eccesso, lo conduce ai limiti del possibile.
Questo concetto è cantato nella lettera ai Filippesi. (Fil 2,6-11) Gesù ha rinunciato alla totalità della sua onnipotenza per arrivare fino al punto più basso della nostra condizione umana.
Per dirci che il Padre è tutto per noi anche quando noi perdiamo la nostra dimensione a causa del male e del dolore.
Quando noi non ci possediamo Lui ci possiede.
Se le quattro istituzioni dell’ebraismo ricordavano che l’uomo non è padrone di tutto, la Croce di Gesù in cui ha perso se stesso ci ricorda che noi siamo possesso di Dio in tutto.
La realtà della Croce di Cristo è scandalo per i pagani e follia per i greci (1Cor1,22-24).
La religiosità ebraica e il razionalismo greco non comprendono la rinuncia alla totalità di se stesso compiuta da Gesù.
Il fatto che nulla ci appartiene. Che noi apparteniamo ad un Padre di fronte al quale l’unico gesto vero è la totale obbedienza e l’abbandono.
Con la rinuncia al nostro egoismo, al nostro potere possiamo entrare in relazione con le cose e non diversamente.
Il messaggio della Croce per noi oggi è che non possiamo vantare padronanza sul corpo umano. Sul tempo che è dono di Dio. Sulla creazione che ci “nutre e ci sostiene”. Sulla terra che non è nostra ma di Dio. E che l’unico modo per entrare in contatto con queste realtà è l’amore .
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