Come confessarsi bene
Confessarsi oggi è diventato un optional per i cristiani, e quei pochi che si confessano, lo fanno male. Ma secondo voi, santi come padre Pio, San Leopoldo Mandic, San Giovanni Maria Vianney, ecc ecc, avrebbero trascorso una vita intera nel confessionale, se confessarsi non è importante? La confessione ci libera dal peso dei peccati, è come togliere un laccio alle ali di un gabbiano, che non gli permette di volare. La confessone quindi è liberazione ma anche guarigione. Quanti cuori sono guariti con una sincera confessione, guariti dentro l’anima, liberandosi dai vizi, dalle vicissitudini che oggi chiamiamo “sfortuna” ma che sfortuna non è.
Detto questo, voglio darvi alcuni suggerimenti su come confessarsi bene, affinché possiamo liberare il cuore e vivere non solo un Natale Santo ma iniziare a vivere come Dio desidera; nella vera libertà di Dio.
Primo passo: la preghiera
Prima di confessarsi soprattutto se non lo facciamo da anni, è importante pregare lo Spirito Santo perché ci dia quella luce per vedere tutti i peccati nascosti in fondo al cuore. A tal proposito, mi ricordo tanto tempo fa, mi capitò una cosa bellissima. Cercavo in tutte le maniere di ricordare i miei peccati passati, desideravo fare una confessione eccellente ma avevo tanta confusione e pensieri per la testa che non riuscivo alla fine, a ricordare niente. Così invocai con tutto me stesso, lo Spirito Santo dicendo:
“Spirito Santo dammi la luce affinchè possa vedere i peccati che devo confessare e che non ricordo, aiutami a liberare il mio cuore per dare gloria a Dio”.
Quando andai a confessarmi, mi meravigliai di me stesso; in pratica sembravo una mitraglietta, sparavo peccati su peccati in modo chiaro e deciso, liberando il mio cuore, peccati esposti in modo davvero eccellente senza mezzi termini. Quanta gioia provai!
Quindi il mio consiglio è pregare lo Spirito Santo con cuore sincero, prima di ogni confessarsi., raccogliamoci in preghiera per avere la luce necessaria. Infatti è la grazia che ci aiuta a vedere i peccati, anche i più riposti e a evitare le forme di autoinganno e di autogiustificazione. L’uomo infatti, che pure ha l’occhio pronto a vedere i peccati altrui, è piuttosto restio a riconoscere i propri.
Un metodo pratico
Un metodo pratico è quello di fare l’esame di coscienza ogni sera. Pensa alla giornata trascorsa, cercando tutti i peccati che si sono commessi, prima di coricarti, rifletterai sulla tua giornata alla luce di Dio, chiedendo il perdono e formulando il proposito di non commettere più tali peccati, poi prendere un fogliettino e annotare tutto. Nell’esame di coscienza devi “richiamare diligentemente alla memoria, innanzi a Dio, tutti i peccati commessi, non mai confessati, in pensieri, parole, azioni e omissioni, contro i comandamenti di Dio e della Chiesa e gli obblighi del proprio stato” ( Catechismo di S. Pio X).
In particolare è necessario mettere a fuoco tutti i peccati mortali, perché essi devono essere confessati, precisandone per quanto possibile il numero. Una coscienza sensibile mette a fuoco anche i peccati veniali, impegnandosi ad eliminarli, anche se non è necessario confessarli tutti. Passa in rassegna, uno per uno, i dieci comandamenti e i sette vizi capitali. Ti aiuterà a portare a galla il male che si è depositato nel fondo dell’anima.
Condizioni necessarie
Molti forse non lo sanno, ma affinché una confessione sia buona, sono necessarie delle condizioni:
- Pentimento
- Proponimento
- Assoluzione
In pratica, quando un cristiano va a confessarsi, deve essere pentito, sennò la confessione non ha alcun valore. Se si va dinanzi ad un sacerdote, senza provare dolore dei peccati commessi, l’anima resta sporca.
Inoltre, al pentimento, si deve affiancare il proponimento, cioè quando un cristiano va a confessarsi, deve odiare il peccato commesso, e proporsi di non commetterlo più per quanto possibile, desiderando di cambiare vita. Molti invece dicono: “Vabbè poi mi confesso” senza sapere che una confessione, fatta in questo modo, non ha valore. Bisogna quindi avere anche la volontà di fuggire le occasioni pericolose e di distruggere le cattive abitudini che si sono contratte cadendo nei medesimi peccati. E’ la fermezza del proponimento che fa progredire nel cammino spirituale. Se la confessione si conclude con un proposito concreto, diventa uno strumento efficace nel cammino di santità.
Infine, c’è bisogno dell’assoluzione del sacerdote. Se il confessore si accorge che il penitente non è pentito realamente e decide di non assolvere i peccati, essi rimangono.
Come confessarsi bene
Dopo essersi preparati con l’esame di coscienza, avere nel cuore il dolore per tali peccati commessi e il proposito di cambiare vita, viene il momento dell’accusa dinanzi al confessore, al fine di averne l’assoluzione. “ Siamo obbligati a confessarci di tutti i peccati mortali; è bene però confessare anche i veniali” ( Catechismo di S. Pio X ).
L’accusa deve essere umile, senza alterigia e senza scuse; deve essere intera, cioè comprendere tutti i peccati mortali commessi dopo l’ultima confessione ben fatta e dei quali di ha consapevolezza e indicare le circostanze che li aggravano e li moltiplicano; deve essere sincera, cioè dichiarare i peccati quali sono, senza scusarli, diminuirli o accrescerli; deve essere prudente, usando termini improntati a modestia e riservatezza, evitando di rivelare i peccati degli altri; deve essere breve, evitando di dire al confessore cose inutili.
Se uno non è certo di aver commesso un peccato, non è obbligato a confessarsene. Se uno ha il dubbio se l’abbia confessato o meno, non è parimenti obbligato a confessarsene. Chi ha taciuto per dimenticanza un peccato mortale, la confessione vale, ma deve dichiararlo alla prossima confessione. “Colui che per vergogna o per qualche altro motivo tace colpevolmente qualche peccato mortale in confessione, profana il sacramento e perciò diventa reo di un gravissimo sacrilegio” ( Catechismo di S. Pio X).
Deve perciò esporre al confessore il peccato taciuto e rifare la confessione dall’ultima ben fatta. Compiuta l’accusa dei peccati, bisogna ascoltare con rispetto quello che dice il confessore e, se necessario, chiedere qualche consiglio per progredire nel proprio cammino spirituale.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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