Come amare veramente secondo Papa Francesco: si comincia con Dio
Come amare veramente…senza ipocrisia
Mercoledì scorso Papa Francesco ha messo in guardia contro l’ipocrisia che viene da credere che la capacità di come amare veramente sia uno sforzo del cuore di superare noi stessi e compiere atti di bontà. E’ troppo facile pensare che amare veramente sia un dono di Dio. C’è bisogno di quello sforzo e Dio stesso ci premierà per averlo fatto.
“Siamo chiamati ad amare: questa è la nostra più alta vocazione, la nostra vocazione per l’eccellenza”, ha detto Papa Francesco il 15 marzo, poi ha chiesto all’assemblea: “Come possiamo essere sicuri che il nostro amore è sincero, che la nostra carità è vera?”
“Dietro tutto questo c’è una falsa idea, vale a dire, se amiamo, è perché siamo buoni; come se la carità fosse una creazione dell’uomo, un prodotto del nostro cuore. La carità, tuttavia, è innanzitutto una grazia, un dono ma che ci viene donato attraverso quello sforzo sincero di voler amare il prossimo. “Questo dono dobbiamo chiederlo. Ed Egli ce lo donerà volentieri, se lo chiediamo “.
L’unico modo che ci permette di esprimere questo amore agli altri, è saper vedere il volto dolcissimo e misericordioso di Gesù in chi soffre e in chi ha bisogno di noi. Senza questo, la nostra carità è in pericolo e rischiamo di essere ipocriti.
In Piazza San Pietro, il Papa ha espresso una riflessione sulla lettera di San Paolo ai Romani, che dice: ” La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. ”
“Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.”
Queste cose non sono facili da fare, ha detto il Papa, ma ha chiarito che le parole di San Paolo non sono impossibili da attuare, ma questo è possibile solo se viviamo e rispettiamo i comandamenti.
Queste parole ci fanno comprendere che non possiamo amare perfettamente da soli, ma che “abbiamo bisogno del Signore affinchè possiamo amare sinceramante, attraverso l’esperienza della sua infinita misericordia.
“Paolo ci invita a riconoscere che siamo peccatori, e che il nostro modo di amare è segnato dal peccato. Allo stesso tempo, però, egli è portatore di un nuovo annuncio di speranza: il Signore apre davanti a noi un modo di liberazione e di salvezza.
“Il Risorto che vive in mezzo a noi è in grado di guarire il nostro cuore: ma lo fa, se lo chiediamo. E’ Lui che ci permette, nonostante la nostra piccolezza e povertà, di sperimentare la misericordia del Padre e per celebrare le meraviglie del suo amore. Solo quando invitiamo Dio nei nostri cuori, lasciandoci amare da Lui, potremo amare veramente gli altri.
Facendo ciò ritorneremo ad apprezzare le piccole cose, quelle cose semplici e comuni; e saremo in grado di amare gli altri come Dio li ama.
Il Papa ha concluso dicendo che solo così saremo felici e avremo il coraggio di avvicinarci ai poveri e agli umili.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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