Ci sono anime del purgatorio che soffrono di più
Ci sono alcune anime nel Purgatorio che soffrono di più? O soffrono tutte allo stesso modo? Secondo Maria Simma ed altri mistici, ci sono alcune che provano più sofferenza rispetto ad altre. Ovviamente se seguiamo una logica, alcune sicuramente rispetto ad altre avranno più da purificare, ad esempio ci sono anime che nella vita hanno pensato solo a se stesse, hanno avuto un eccessivo preoccuparsi di sé, il mondo, il pensiero della propria reputazione ecc. è come una corteccia che li nasconde dalla luce di Dio che non riesce a penetrarle. Ci sono persone che non si chiedono seriamente se la loro vita piace a Dio, e che, senza timore, credono che tutto proceda bene. Persone che vanno in chiesa, e pregano anche, e compiono opere buone, eppure si forma una «crosta» attorno all’anima.
Pensano che ciò che fanno vada tutto bene. Non si pongono interrogativi sui desideri di Dio, fanno tutto senza amore, senza timor di Dio e ottundono la coscienza con l’adempimento dei doveri esteriori. Se uno fa loro osservare le loro mancanze, esse trovano una giustificazione per tutto.
Ci sono molte di queste anime nel Purgatorio; ed anche laggiù esse sono così insensibili alla conoscenza. La conoscenza giunge dapprima per gradi: a poco a poco la luce divina trapassa l’involucro e ridesta l’anima dal suo sonno.
Ci sono uomini che in vita avevano grande saggezza, e che hanno anche fatto del gran bene all’umanità, che hanno speso la loro parola per tutto ciò che era buono e giusto: ma, poiché ciò avveniva solo per la loro propria ambiziosa saggezza, essi si sono completamente ingolfati nello spirito del mondo, vivendo in una eccessiva indipendenza, senza intrattenersi col Maestro divino. Queste anime giungono nell’eternità con la più grande ignoranza.
Sulla terra erano state mature in tutto, ed ora si trovano nel più profondo imbarazzo. Sapevano tanto, ed ora non sanno nulla. Perché solo ai piccoli viene rivelata la grandezza… Questi uomini saggi hanno spesso un’anima ottusa… Spesso devono rimanere a lungo nel Purgatorio: fino a quando si sono sciolti da se stessi, fino a quando si sono destati dal loro sonno, fino a quando non sono più storditi dal proprio «io». Giacciono come morti nel loro involucro: fino a quando l’eterna luce non lo ha infranto aprendolo. Queste sono le anime più impacciate. Portano tanto «mondo» e tanto «io» su di sé. Appena cominciano a ridestarsi, la luce penetra purificandole sempre di più; allora le anime diventano più sensibili a tutte le preghiere che si fanno alla loro intenzione, a tutte le S. Messe, a tutte le opere buone. Cominciano ad accorgersi, dapprima a poco a poco, che hanno bisogno di Dio: in vita, hanno sentito poco il bisogno di Lui. Appena si destano, alla conoscenza e al pentimento, diventano felici, ma fino al quel risveglio soffrono in modo particolarmente grave, soffocano nel loro involucro, non hanno né luce, né aria…. Come possiamo ben capire quindi, le anime del purgatorio soffrono di più o anche di meno, in base a ciò che nella vita è stato commesso o omesso. Questo luogo e stato di espiazione non è uguale per tutti.
(Tratto dal mistero del purgatorio)
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