Chi prega si salva e chi non prega si danna?
Il grande Santo e dottore della Chiesa, Sant’Alfonso Maria de Liguori diceva: “Chi prega si salva, chi non prega si danna!” e possiamo confermare che non c’è cosa più vera di questa frase. Non è tanto quanto preghiamo ma pregare. E la Madonna a Medjugorje non si stanca mai di dirci; PREGATE, PREGATE, PREGATE…. Ma perché la preghiera ci salva? Non ci ha salvati già Gesù? Eh si certo, Gesù ci ha salvati ma non nel modo di come intendono coloro che vogliono condurre una vita disordinata. Gesù ci ha mostrato la via per salvarci. Gesù morendo sulla croce, ha preso su di sè i nostri peccati, quelli che ci impedivano di entrare in Paradiso…Ecco perché i grandi patriarchi e profeti erano lì in attesa del Messia, perché Lui doveva aprirci le porte del cielo e solo aprendo, allargando le sue braccia sulla croce, tali porte potevano essere spalancate. Quindi Gesù ci ha salvati, liberandoci da quella colpa grave. Gesù morendo in croce, soffrendo quella crudele passione, ci ha resi non più creature di Dio ma figli di Dio.
Però ora tocca a noi
Quindi chiarita questa cosa, dobbiamo comprendere che dobbiamo guadagnarci il Paradiso se vogliamo entrarci. Gesù ci ha resi figli di Dio, sta a noi prendere il suo invito e seguire quella strada che ha tracciato. Per poterla seguire, c’è bisogno della preghiera. Perché la preghiera rafforza il nostro rapporto con Dio, facendo in modo che possiamo conoscerlo sempre più, e legarci a Lui, innamorandoci di Lui, vivendo di Lui, per Lui e un giorno con Lui nell’eternità. Senza preghiera noi siamo solo uomini con una fede tiepida che man mano viene sempre più dissolta nel vuoto. La preghiera è quella fiamma che più alimentiamo e più divampa, fino a bruciare il cuore di amore.
Chi prega si salva
Cari amici dobbiamo però comprendere bene cosa significa pregare, perché purtroppo come ho sempre detto, non sappiamo pregare. Quando sentiamo la parola pregare, ci spaventiamo, sembra quasi come se dovessimo fare penitenza. Questo perchè non sappiamo pregare. Allo stesso modo del Rosario. Perché ci pesa? Perchè lo recitiamo meccanicamente! Invece, dobbiamo far scorrere le Ave Maria nel nostro sangue, fino a raggiungere il cuore che trasformerà quelle parole stupende in battiti di amore. Dobbiamo far entrare le Ave Maria nei nostri polmoni, diventando respiro per la nostra anima. Recitare un rosario meccanicamente? Annoierebbe anche un angelo! Alle Ave Maria, dobbiamo legare la contemplazione del mistero, dobbiamo immaginare infatti il mistero e farlo nostro, unendolo alla nostra realtà. Volete un esempio?
Primo mistero gaudioso, si contempla l’annuncio dell’Angelo a Maria…. iniziamo con il recitare il Padre nostro... e mentre recitiamo la preghiera del padre… dobbiamo con il cuore e la mente, ringraziare Dio, ad esempio per per aver scelto la Madonna la Piena di Grazia e averla fatta anche Madre nostra… iniziamo poi a recitare le Ave… e mentre le recitiamo immaginiamo l’Angelo che va da Maria a darle l’annuncio che cambierà il mondo….ma sarebbe riduttivo se immaginassimo solamente le scene come un film…dobbiamo far penetrare dentro di noi, veicolandolo attraverso le Ave Maria il mistero….E così iniziando dall’immaginazione, chiederemo a Dio di darci la gioia di conoscere la sua volontà su di noi, proprio come ha fatto con Maria. Di darci la capacità di ascoltare la sua voce per compiere ciò che Lui desidera da noi. Di farci il dono di Gesù nel cuore, come lo fece alla Madonna, che ricevette in sè il seme della vita, concependo Gesù Cristo….insomma, attraverso quel mistero dobbiamo vedere noi stessi e proiettarlo sulla nostra vita.
Ecco allora che riusciamo a comprendere cosa vuol dire pregare. Pregare è respirare, pregare è parlare con parole semplici con Dio. Pregare è anche parlare di Dio agli altri. Leggere la sua parola, leggere storie di santi, testimonianze di amore e conversione…Comprenderemo che pregare poi non è per niente noioso. E’ noiosa la nostra preghiera morta! Dobbiamo diventare preghiera, solo così comprenderemo, perché chi PREGA SI SALVA e chi non prega si danna.
Ugo Maggengo
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