Chi è senza peccato scagli la prima pietra
Vorrei mettere in evidenza l’aspetto di peccatore, un aspetto che sembra ormai dimenticato. Tutti siamo santi, tutti siamo bravi, tutti vanno in paradiso; Tutti ormai siamo senza peccato. Ops ma il paradiso non è il luogo dove abita Dio con i suoi Angeli? O è il paese dei balocchi?
Eh si, siamo troppo abituati a vedere il peccato negli altri e quindi ad accusare gli altri e nominarci loro giudici. Amiamo puntare il dito bello dritto contro chi ci sta dinanzi chiamandolo PECCATORE.
Ma siamo troppo abituati anche a giustificare i nostri peccati, chiamandoli, delicatamente con il nome di ” DEBOLEZZE”. E così ci sentiamo in diritto di entrare in paradiso dicendo: Dio sa che sono fragile come un vaso di ceramica, Dio sa benissimo che sono debole come una piantina appena spuntata al sole. E mentre per chi ci sta dinanzi, si prepara la fornace ardente dell’inferno, per noi invece si apre la bella porticina del purgatorio, visto quasi come una vasca da bagno di sali profumati e candele, per purificarci dalle nostre sozzure.
STIAMO SBAGLIANDO ALLA GRANDE
Gesù è venuto sulla terra senza giudicarci, senza farne un tesoro geloso della sua divinità. Gesù ha guarito, ha perdonato, ha subito umiliazioni, sputi, tradimenti; e cosa rispose agli scribi e farisei che gli condussero una donna colta in pieno adulterio? «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei».
Gesù scagliò una pietra nel loro cuore, risvegliando la loro coscienza dormiente. Credevano di essere immacolati e senza peccati solo perché indossavano una tunica larga e pomposa, e portavano su di sè il nome di Scribi e Farisei.
Oggi purtroppo pur non portando quei nomi, agiamo allo stesso modo. Noi siamo cristiani, non giudici. Noi dobbiamo testimoniare e non convincere coloro che se non seguono quanto diciamo sono degni dell’inferno. Noi siamo seguaci di Colui che non ha scagliato nemmeno un sassolino, ma al contrario, si è addossato le nostre colpe per liberarci dalla morte del peccato.
E smettiamola una buona volta di vedere il purgatorio come una sala di attesa fatta di riviste di intrattenimento e comode poltrone, nell’attesa di entrare in cielo. Lì si soffre, e anche tanto!
Lì ci va chi veramente ha lavorato sul suo spirito, chi è stato lontano dal peccato mortale, chi si è sforzato a non giudicare, a non commettere peccati gravi contro Dio ed il prossimo. Chi si è pentito del male commesso e ha ricevuto tramite la confessione il perdono da Dio, ma che deve scontare la pena. IL PURGATORIO OGGI SEMBRA UN VERO LUSSO PER POTERCELO PERMETTERE!!!
Facciamo fatica a riconoscerci peccatori. Proprio come quei giusti che portarono l’adultera davanti a Gesù (Gv 8, 1-9). Abbiamo una vera vista di aquila quando si tratta di vedere il peccato degli altri: è sempre più grosso, grave, insopportabile; Mentre abbiamo la vista di una talpa quando dobbiamo guardare nella nostra coscienza. Non confondiamo il correggere con il giudicare. Correggere vuol dire innanzitutto pregare per quella persona che sbaglia e poi con carità riferire il suo errore. E visto che vanno di moda i tatuaggi, consiglio di farne uno con scritto: NESSUNO E’ SENZA PECCATO.
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