Psychiatric Circus dove la blasfemia e satana sono di casa
Addio fantastico mondo del circo
ora va di moda il circo di satana
di Sabina Tognetti
Ero veramente indecisa questa mattina. Mi chiedevo se fosse il caso di togliere del tempo alla mia giornata per parlare di blasfemia.
Piramidi di panni da stirare che mi fissano. Altri da lavare che mi supplicano di essere infilati in lavatrice, possibilmente rispettando i colori. E intanto continuo a pensare alla blasfemia che da un po’ di tempo circola in Italia.
Casa devastata da due figlie che non conoscono la parola “riordinare”. Armadi che sembrano bombe ad orologeria, pronti ad esplodere… Ma non riesco a togliermi dalla mente la blasfemia che accompagna lo spettacolo “spettacolo” che porta il nome di Psychiatric Circus.
Ho sempre amato molto il circo. Da piccola i miei genitori mi accompagnavano sempre a vedere questo spettacolo di luci, colori, musica, agilità.
Il circo rievoca in me ricordi di momenti gioiosi. Momenti passati a bocca aperta, con il fiato sospeso davanti ad un acrobata o ad un animale mai visto dal vero. E’ un ricordo fatto di odori, di bambini che ridono, di emozioni, di pop corn e di zucchero filato che puntualmente si incollava ai miei capelli.
Ma quando ho letto le pagine che riguardavano Psychiatric Circus sono rimasta interdetta. Nella loro pagina si presentano così: Benvenuti nel vostro incubo peggiore. Psychiatric Circus lo spettacolo più dissacrante, terrificante e divertente dell’anno. Pensi che sia solo uno spettacolo?
E che sarà mai! mi sono detta. Mi scocciava fargli della pubblicità, ho pensato che alla fine era solo tanto fumo e poco arrosto. Infatti, tanto per fare un esempio, su facebook viene definito “noioso… un cabaret da villaggio estivo….senza trama”.
Ancora “Come si dice: il gioco e’ bello quando è corto!!! Sono stata mandata a Fanc…. piu o meno 4 o 5 volte. Sono stata presa in giro altrettante e portata sul palco. La comicità spesso entra nel volgare e penso che la parola c+–+ dopo che si è detta un paio di volte sia più che sufficiente”. Oppure “una schifezza di spettacolo”.
E poi “uno spettacolo deludente … in ogni caso scadente…. la bestemmia scappata durante lo spettacolo è stata una chicca”.
Come???? la bestemmia??? Allora, mio malgrado, ho pensato di continuare a cercare ed ho trovato queste informazioni, sentite che chicche:
nel cast, tra gli altri, compaiono
il DOTTOR JOSEF: Il tempo si è fermato all’interno del manicomio cattolico diretto dal dottor Josef. Un vecchio prete specializzato in psichiatria. Noto per la sua ribellione alla medicina classica ed emarginato per i suoi metodi considerati troppo innovativi. Definito da qualcuno “un medico volgare, velatamente blasfemo e sicuramente violento“.
la SUORA: Il manicomio di Bergen è gestito al dottor Josef con il prezioso aiuto delle suore. Assistenti zelanti che si occupano di ogni cosa e che svolgono ogni tipo di mansione. Dalla più umile alla più terrificante. Disposte a tutto pur di compiacere il loro direttore. E quando si dice tutto si intende proprio tutto.
i PAZIENTI: Uno psicotico da camicia di forza, una schizofrenica che si crede un’infermiera, un maniaco sessuale… Sono moltissimi i pazienti del dottor Josef.
Iniziamo bene….. ma ecco cosa leggo su facebook:
Mi presento al botteghino e vengo accolto da una suora che mi fa una riverenza. Pago e mi saluta con un inaspettato “Vai in pace fratello“. Sorrido, mi giro, faccio per andarmene e la sento continuare alle mie spalle con un meraviglioso “…e vai anche a pigliartelo nel culo“.
E’ pesante lo so, ma devo continuare…
Apre lo show uno dei pazienti cui padre Josef si riferirà sempre con il nome di “nano bastardo”. Imprigionato dal sacerdote in una stretta gabbia. L’ometto se ne libera arrampicandosi sulla sommità grazie a inaspettate doti acrobatiche…
Tra un’acrobazia e un siparietto che coinvolge il pubblico trovano ampio spazio le allusioni sessuali. Culminanti in due gradevoli spogliarelli. Quello maschile… Lo spogliarello femminile è più raffinato… (ah beh, allora se è più raffinato!!!!).
….emergono dei momenti davvero memorabili. La protagonista è una ragazza bionda in sedia a rotelle. È assopita, il capo chino e gli occhi chiusi. Tra il pubblico si diffonde una certa inquietudine quando padre Josef inizia a pettinarla e truccarla come una bambola.
L’oggetto delle sue attenzioni è inerme e, in un’escalation di perversione, il sacerdote mima una violenza sessuale.
Al risveglio, quando la donna sconvolta cerca di divincolarsi, il religioso ne imprigiona i polsi con due corde.
Tali sostegni le offrono un’inaspettata via di fuga e l’acrobata li usa per ascendere verso un cielo rosso fuoco, contorcendosi nell’aria e trovando – nella vasca al centro della pista – una simbolica fonte di purificazione. Segue un finale che fa venire i brividi – a conferma che non si tratta di uno spettacolo per mammolette. Stravolgendo ogni aspettativa, la purificazione è solo l’ultimo gesto che precede un drammatico suicidio, messo in scena con impressionante verismo. La sfortunata Ofelia muore a filo d’acqua in un mare di sangue, lasciando sbigottito l’infame carnefice.
Il finale mette in scena uno sguaiato esorcismo che sfocia in una godibilissima coreografia ispirata alle performance di Marilyn Manson.
Il prete impreca maldestro sul posseduto fino a scoprire che il demone si è impadronito dell’infermiera che lo assiste.
In un ballo scomposto, la donna raggiunge un’altissima pedana sospesa. Qui inizia a camminare a testa in giù, celebrando un controesorcismo speculare che mette in discussione le categorie di Bene e Male: dov’è l’uno e dov’è l’altro, se il rappresentante della Chiesa ha i tratti di un nazista ipersessuato e sadico?
Le acrobazie antigravitazionali del demone al femminile invocano a sé l’intera comunità di matti, che – zombie dal volto buono – circondano il direttore del manicomio e lo divorano, in un’orgia di musica metal che segna il definitivo trionfo della follia.
Non aggiungo alto, rimane solo il disgusto. Ultima informazione, nel caso vi fosse venuta la voglia di andarci, lo “spettacolo” è sconsigliato ai minori di 14 anni!!! Ma mi chiedo: a quale genitore può venire in mente di portare il figlio a vedere uno schifo del genere? Eppure, anche se non posso pubblicarla, nel loro sito c’è una foto nella quale, in secondo piano, si vedono dei bimbi che secondo me non li hanno neppure i 14 anni!!! RIDATEMI IL MIO CIRCO, QUELLO DI LUCI, COLORI, MUSICA, ALLEGRIA…..
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