Bisogna essere disponibili a seguire Gesù
Molti credono che seguire Gesù significa farsi sacerdote, o suora, o frate, o missionario. Seguire Gesù invece significa lavorare per il suo regno. Il Signore chiama tutti a lavorare nella sua vigna, un pò come nella parabola dei lavoratori chiamati a giornata dal padrone della vigna. A giornata perché ogni giorno dobbiamo andare dal Signore e metterci alla sua sequela. Ogni giorno dobbiamo dire ECCOMI sono qui.
Seguire Gesù è lavorare per Gesù
Seguire Gesù non è diverso dal lavorare per Gesù. Perché il lavorare sui nostri difetti, il rinunciare alle cose del mondo, mettere in pratica la Sua Parola, è un lavoro interiore e diventa un impegno quotidiano “A giornata” che spesse volte risulta molto faticoso e difficoltoso. Lavorare quindi per Lui è seguirlo!
Se andiamo a riflettere sulla parabola del vignaiolo che cerca braccianti, notiamo un particolare: In questo esce in piazza più volte durante la giornata per chiamare gli uomini disponibili “alle sei, alle nove, alle dodici, alle tre e alle cinque del pomeriggio…”. Questo significa che Gesù ci viene incontro, in qualsiasi momento, in qualsiasi condizione siamo. Non ci sono orari, non ci sono modi; TUTTI SIAMO CHIAMATI a lavorare per Cristo. Ma come ho già detto, non possiamo lavorare per Lui se prima non lo seguiamo.
Come dice Papa Francesco: Dio non sta rinchiuso nel suo mondo, ma esce continuamente alla ricerca delle persone, perché vuole che nessuno sia escluso dal suo disegno d’amore.
Spesse volte sento persone dire: ” Non vado in chiesa per colpa di quel sacerdote che ha fatto…. ecc ecc
Queste sono scuse: noi andiamo in chiesa non per il sacerdote ma per Dio. Tutti siamo chiamati a lavorare nella vigna del Signore. La parabola termina dicendo che il padrone da a tutti un denaro, anche a chi ha lavorato meno. Anche questa è una ulteriore dimostrazione dell’amore di Dio: “Dio si comporta così: non guarda al tempo, cioè io per una vita sono stato rispettoso della sua legge e ottengo il paradiso allo stesso modo di chi in fin di vita si covnerte, dopo aver sprecato la propria esistenza nel peccato e nel divertimento. Questa cosa potrebbe risultare ingiusta ma non lo è perché Dio è padrone dei suoi beni. Il suo agire è più che giusto, nel senso che va oltre la giustizia e si manifesta nella Grazia.”
Dio è grande, e non guarda ai meriti, come facciamo noi umani “chi cerca di pensare ai propri meriti, fallisce; chi si affida con umiltà alla misericordia del Padre, da ultimo diventa primo”.
Scopri di più da Annalisa Colzi
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.