Benedetto XVI metteva sempre un crocifisso sull’altare
Perché Benedetto XVI metteva un crocifisso sull’altare? Anche Papa Francesco ha portato avanti questa tradizione, che mira ad attirare l’attenzione sia del sacerdote che dei fedeli su Gesù.
Benedetto XVI e il crocifisso sull’altare
Il rito romano della Chiesa cattolica richiede che un crocifisso venga posto sull’altare o accanto ad esso, ma non prevede alcun requisito specifico circa la sua esatta collocazione. Potrebbe essere appeso alla parete, essere una croce processionale o semplicemente una piccola croce poggiata sull’altare.
Papa Benedetto XVI sosteneva il fatto di porre un crocifisso grande e visibile sull’altare. Seguendo l’esempio del suo predecessore, Papa Francesco ha portato avanti questa tradizione.
Benedetto XVI ha spiegato il motivo per cui lo faceva nel suo libro Teologia della Liturgia. Il Papa affrontava in primo luogo l’affermazione per cui un crocifisso sull’altare avrebbe “ostruito” la vista del sacerdote da parte della congregazione:
“Nella preghiera non è necessario, anzi, non è neppure conveniente guardarsi a vicenda; tanto meno nel ricevere la Comunione. […] In un’applicazione esagerata e fraintesa della ‘celebrazione verso il popolo’, infatti, sono state tolte come norma generale – persino nella basilica di San Pietro a Roma – le Croci dal centro degli altari, per non ostacolare la vista tra il celebrante e il popolo”.
Dal punto di vista di Benedetto XVI, il crocifisso non è un “impedimento”, ma un invito a guardare insieme al Signore:
“La Croce sull’altare non è impedimento alla visuale, bensì comune punto di riferimento. È un’’iconostasi’ che rimane aperta, che non impedisce il reciproco mettersi in comunione, ma ne fa da mediatrice e tuttavia significa per tutti quell’immagine che concentra ed unifica i nostri sguardi. Oserei addirittura proporre la tesi che la Croce sull’altare non è ostacolo, ma condizione preliminare per la celebrazione versus populum.
Con ciò diventerebbe anche nuovamente chiara la distinzione tra la liturgia della Parola e la preghiera eucaristica. Mentre nella prima si tratta di annuncio e quindi di un immediato rapporto reciproco, nella seconda si tratta di adorazione comunitaria in cui noi tutti continuiamo a stare sotto l’invito: Conversi ad Dominum – rivolgiamoci verso il Signore; convertiamoci al Signore!”
Commentando la tendenza di alcuni a mettere da una parte il crocifisso, Benedetto XVI spiegava i suoi sentimenti esprimendo il proprio dolore, definendo lo spostamento della croce dell’altare da un lato per dare una visione ininterrotta del sacerdote uno dei fenomeni assurdi degli ultimi decenni, e chiedendosi se il sacerdote sia più importante di Nostro Signore.
La liturgia dell’Eucaristia offre sia al sacerdote che alla congregazione l’opportunità di rivolgersi al Signore, la cui morte viene resa presente attraverso le parole del presbitero.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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