Beata Vergine Maria Bambina
Beata Maria Vergine Bambina
a servizio della Chiesa e dei fedeli
Il primo ed unico riferimento alla vita della Beata Vergine Maria lo troviamo, in poche parole, nel Vangelo di Matteo capitolo uno, nel quale traccia una genealogia di Maria e Giuseppe…. tutto il resto proviene dai racconti apocrifi e dalla viva fede della Chiesa, cioè, dalla Tradizione associata naturalmente ad una forte venerazione e amore per la Madre di Dio.
Tutto ciò che sappiamo, pertanto, sull’Infanzia della Beata Vergine Maria, non ha pretesa di valore storico, ma di certo ne ha per la fede dei singoli e di intere comunità e non soltanto in un periodo, ma in tutta la vita bimillenaria della Chiesa, e a partire proprio da certa Devozione dall’Oriente Cristiano che ha sempre posto la Madre di Dio, Mediatrice di tutte le Grazie, a servizio della Chiesa e dei Fedeli.
Ma già al Concilio di Trento, anche per la pressione delle accuse del Protestantesimo verso una devozione troppo “idolatrica”, la Chiesa cercò di ricondurre, oltre che la spiritualità Cattolica nel Culto a Dio, anche la rappresentazione dei Soggetti religiosi entre le guide indicate dai testi Canonici delle Sacre Scritture. Tale ricerca di una fedeltà letterale al dettato delle Scritture, era tuttavia quasi impossibile da applicare, specialmente a riguardo della Vergine Maria… tanto per fare un esempio, sappiamo bene che l’Immacolata Concezione, sancita dalla Chiesa ufficialmente con un Dogma nel XX secolo, in verità è sempre stata per il Popolo di Dio una verità di fede non solo predicata da molti Santi, ma anche ritratta nell’arte secoli prima dell’ufficialità del Dogma.
La ritrattazione della Beata Vergine Maria
La ritrattazione della Beata Vergine Maria nelle icone più diverse si deve, pertanto, alle prediche dei Padri, dei Santi e Dottori della Chiesa.
Tra questi troviamo, per esempio, il beato frate domenicano Jacopo da Varazze, del XIII secolo, che seppe fare una “summa”, interna all’ortodossia della Chiesa, di antichi testi nella sua Legenda Aurea, e con lui troviamo anche molti scritti di mistiche medievali.
Non era dunque facile per i Padri riuniti al Concilio di Trento condurre artisti e scrittori ad una letterale osservanza delle Scritture, a riguardo della Beata Vergine Maria, quando già per millecinquecento anni, in sostanza, la mariologia aveva assunto una ufficialità ortodossa che portava la firma di nomi eccellenti e spesso canonizzati. Possiamo dire che nel caso della Beata Vergine Maria la Chiesa non potè fare altro che sollecitare una corretta devozione verso la Madre di Dio, continuando a benedire quanti sapevano ritrarre su tele, muri ed icone, la Tradizione a riguardo della Sua storia sublime per la quale, in fondo, era sempre Dio l’Autore nel suscitare così tanta ispirazione, e che lodando Maria non si faceva altro che lodare Dio.
Dalla nascita
La storia a riguardo del Concepimento e della nascita di Maria è narrata in un vangelo apocrifo, conosciuto come “Protovangelo di Giacomo” e datato nella seconda metà del II secolo.
Di certo non è l’unico testo sulla storia di Maria Bambina, Infante, ma essendo il più antico per gli studiosi è questo che fece da modello ad altri scritti.
Esiste anche il cosìddetto “vangelo dello pseudo-Matteo” più conosciuto con il titolo di “Libro sulla nascita della Beata Vergine Maria e sull’Infanzia del Salvatore”, datato intorno al VI secolo, per altri storici databile perfino nell’VIII secolo.
Tuttavia per una conoscenza degli episodi della vita di Maria e dei Suoi Genitori, torna utile e fondamentale la Legenda Aurea del beato domenicano Jacopo da Varazze, che ebbe una vasta diffusione in tutto l’occidente cristiano e che costituisce una sorta di compilazione sulla vita di Gesù e Maria e sulle vite dei più celebri santi e martiri, da questo testo molti artisti ed anche scrittori, hanno tratto ispirazione per le loro opere, facendolo diventare la fonte letteraria per la base delle loro composizioni.
Gioacchino ed Anna
Per comprendere bene la consacrazione fin dalla nascita della piccola Maria al Signore, è bene soffermarci un attimo sulla storia dei Suoi Genitori, Gioacchino ed Anna.
Essi erano sposati, ma il matrimonio non fu allietato dalla nascita di alcun figlio, un fatto questo che provocò dolore e tristezza nel cuore di Anna e provocò l’allontanamento dal Tempio di Gioacchino perchè, un matrimonio senza figli, era un segno dell’allontanamento della benevolenza di Dio.
Un giorno al momento delle offerte, uno scriba si avvicinò e disse a Gioacchino che non era stato benedetto abbastanza dal Signore, se questi non gli aveva fatto dono di una discendenza in Israele.
Fu così che il povero Gioacchino, rattristato, si ritirò fuori città, a espiare nel deserto in mezzo ai pastori, fiducioso di poter ricevere un segno dal Signore.
Nello stesso tempo Anna, in città, innalzava Preghiere al Signore, incessantemente, supplicandolo di non abbandonarla e che dopo non averle mandato alcun figlio, ora le toglieva anche il marito e la gente li ritenevano abbandonati da Dio.
Ma il Signore non li aveva abbandonati!
Non cessavano di pregare
Contemporaneamente, inconsapevoli l’uno dell’altra, i due coniugi che non cessavano di pregare, ricevettero la visita di un Angelo inviato da Dio, che annunciava loro il concepimento di una bambina alla quale avrebbero dovuto dare il nome di Maria, consacrandola al Signore e facendola vivere nel Tempio poichè “da lei prodigiosamente, si genererà il Figlio dell’Altissimo”.
I due anziani coniugi non compresero queste ultime parole, Gioacchino tornando a casa incontrò Anna e la salutò con un casto bacio, un suggello dell’incontro a significare del concepimento prodigioso di Maria.
Trascorsi i nove mesi, ecco compiersi le promesse del Signore, i due anziani Genitori erano felici della Bambina alla quale diedero il nome di Maria e che già spontaneamente avevano deciso di consacrarla al Signore, quale ringraziamento della Sua benevolenza, nonostante fosse stato anche l’Angelo a richiederne l’atto di consacrazione.
L’educazione
L’educazione della Beata Vergine Maria avvenne così in due fasi: nella prima fase della fanciullezza è la Madre, sant’Anna, a prendersene cura, insegnado a Maria le Preghiere, la Devozione e l’adorazione a Dio,ma anche a prepararla ad una vita di consacrazione; nella seconda fase, infatti, dopo l’ingresso al Tempio, si prenderanno cura della sua crescita i sommi sacerdoti.
Come prescriveva la legge mosaica, ogni nuovo nato era condotto al Tempio e “presentato” a Dio, così anche ai Genitori di Maria toccò compiere questo rito e anci Gioacchino, già al secondo anno di vita di Maria, chiede ad Anna di onorare l’antico voto portandola a vivere nel Tempio, ma ad Anna sembrava troppo piccola, e così vi entrò l’anno successivo, compiuti i tre anni.
Quando Gioacchino ed Anna la portarono nel Tempio, Maria quasi danzando e senza l’aiuto di nessuno e senza mai voltarsi, fece il suo ingresso. Secondo gli studiosi questo è il segno che la Bambina ubbidisce con serenità ed anche con gioia alla volontà del Signore che la chiama in un luogo consacrato dove mantenersi purissima, “sente e avverte” la Sua presenza, probabilmente è già consolata e sostenuta dagli Angeli.
Anche Maria non smetteva di pregare
Nella sua Legenda Aurea, il beato domenicano Jacopo da Varazze, al capitolo CXXXI, riferisce che:
“la Vergine cresceva in santità di giorno in giorno e ogni giorno gli Angeli venivano a farle visita, e anche ogni giorno aveva la visione di Dio.
Dice san Girolamo in una sua lettera a Cromazio e Eliodoro, che la Vergine Maria scelse una norma da seguire, quella di pregare dalla mattina sino a terza, da terza a nona di lavorare al telaio, e poi a partire dall’ora nona non smetteva di pregare sino a che l’Angelo non le portava il cibo“.
Alla dolcezza del Suo carattere, ci riportano i racconti della Tradizione, si univa anche una ferrea volontà a voler portare a compimento tutto ciò che era volontà del Signore: “Ella era sublime nella costanza, salda e irremovibile negli impegni presi ed ogni giorno progrediva in perfezioni e virtù”.
Inoltre non si rivolgeva mai a nessuno con modi bruschi, e si preoccupava che le compagne non peccassero o non fossero ingiuriose con qualcuno, quando salutava benediceva sempre Dio.
Al di la delle Legende, dei testi apocrifi, ciò che era Maria Bambina non è semplicemente frutto di una immaginazione o dell’interpretazione artistica di pittori e scrittori…. la stessa descrizione che fanno quanti, approvati dalla Chiesa, ricevettero la Sua visita, le Sue parole, non fanno altro che descrivere ciò che era realmente Maria fin da Bambina: piena di Dio, con tutto ciò che questa “pienezza” comporta
Scopri di più da Annalisa Colzi
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.