Artista transessuale sanguina in pubblico, sono mestruazioni!
Artista transessuale sanguina in pubblico per dimostrare che le mestruazioni non sono solo delle donne, ma si ritrova innanzi a un enorme reazione negativa.
Un artista transessuale si è ritrovato innanzi ad un enorme reazione negativa dopo aver postato online una foto di sé sanguinante durante le mestruazioni.
Cass Cammer, che non si uniforma ad alcun genere e preferisce essere indicato come ‘loro’, aveva precedentemente causato trambusto pubblicando un libro da colorare sul ciclo mestruale.
Ora Cass ha scatenato un ulteriore impetuoso dibattito dopo aver caricato una foto di sé su Instagram mentre sanguina durante le mestruazioni.
Questa immagine mostra Cass, biologicamente donna, seduta su una panchina con le gambe allargate, e il sangue mestruale che imbratta i pantaloni.
Cass tiene un cartello con scritto: “le mestruazioni non sono solo delle donne. #Bleedingwhiletrans”.
Cass gestisce una pagina Instagram sulla quale affronta regolarmente le questioni legate alla comunità transessuale che sperimenta il ciclo mestruale.
Con 3.500 seguaci della sua pagina “Toni The Tampon”, i suoi post attirano molta attenzione, senza eccezione per l’ultimo.
Il post, accanto alla foto, dice: “sappiate tutti che sono transessuale e bizzarro, e ciò che significa per me tutto questo, è quel che conta. E’ un terribile e felice compromesso. Le mestruazioni sono sinceramente piuttosto traumatiche per me. Vedo la mia vita distintamente contrassegnata, come un rosso confine che taglia una nazione ”.
Mentre a molti è piaciuto il post e lo hanno supportato, altri non sono stati così comprensivi.
Uno ha scritto: “ma le mestruazioni sono solo delle donne, sanguini quando hai le ovaie e un utero che funzionano”.
Un altro ha aggiunto: “non mi importa se sanguini o no, ma il perché lo hai fatto su una panchina dove altra gente si potrebbe sedere”.
Un commentatore transessuale ha aggiunto: “è antigienico, anche a molti uomini transessuali non piace che gli venga ricordato che sanguiniamo fottutamente. Grazie per aver reso peggiore la disforia degli uomini transessuali!”.
Un sostenitore del post, ha scritto: “sì, avrà sempre cromosomi femminili, è qualcosa che nessuno può cambiare, ma è un maschio. Perché sentite il bisogno di venir qui e specificarlo, insultandolo dicendogli qualcosa che gli provoca così tanta disforia e dolore? Perché non ponete fine al vostro modo di rendere infelice la vita degli altri? Lasciatelo essere ciò che è”.
Testo integrale del post dell’artista transessuale Cass Cammer:
Sappiate tutti che sono transessuale e bizzarro, e ciò che significa per me tutto questo, è quel che conta.
E’ un terribile e felice compromesso.
Così quando ho deciso di parlare di gender inclusion e ho scritto queste rime per aiutarvi a vedere, non stavo cercando di parlare di qualcosa in modo superficiale, le mestruazioni sono sinceramente piuttosto traumatiche per me.
Vedo la mia vita distintamente contrassegnata, come un rosso confine che taglia una nazione, prima e dopo la macchia della mia prima mestruazione.
Dunque, lasciate che vi porti indietro nel tempo, ai dettagli che riesco a ricordare, al giorno in cui ho avuto il primo ciclo e, al giorno in cui ho perso tutto.
Avevo 15 anni ed ero ancora felice, correvo ovunque, tutto il petto scoperto e maschile, mi arrampicavo sugli alberi, scavavo buche e a nessuno fregava un c***o.
Voglio dire, penso che mia madre fosse spaventata, allora lasciavo crescere i miei riccioli, un segno che ero normale, ancora una femmina, un’insegna luminosa per la mia scatola gender.
Così, il giorno in cui ho avuto il primo ciclo mestruale, mio Dio, un giorno così imponente, a questo piccolo ragazzino androgino ridotto uno schifo, è stato concesso un sudario etero.
Il sollievo si è completamente mischiato al mio dolore, in quel momento mi sono seduta e ho pianto, ringraziando Dio che ero normale, mentre rimpiangevo la libertà che era morta.
Tutti mi dicevano che i miei fianchi sarebbero cresciuti, li guardavo e non riuscivo a smettere di piangere.
“Cosa c’è che non va? Sarai una donna!”, continuavano a festeggiare un bambino che moriva.
Guardavo il mio corpo che mi aveva tradita, quella macchiolina rossa, il sigillo di cera su un contratto andato in pezzi, un’identità gender fasulla.
La maggior parte della gente si occupa di sangue e tessuto, e ancora il mio corpo mi obbliga ad arrendermi, perché ogni volta che ho il ciclo, è un altro giorno nella quale perdo il mio gender.
Il mio seno mi tradisce per primo, lo sento prorompere dal reggiseno, faccio domande ironiche: “sono maledetta?”, e spero che Dio sia più gentile.
Nei 5 giorni di ‘flusso’, provo a respirare, mi dissocio, mentre il mio corpo strappa via parti di me, lasciando il nulla, solo una conchiglia di odio.
Il sangue sgocciola da una ferita aperta, causata da una guerra nella profondità del mio cadavere: la battaglia fra mente e corpo, salda opposizione, forza irrefrenabile”.
font: Mirror
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