Apriamo i nostri cuori all’amore infinito di Dio e al Suo perdono
Papa Francesco ci parla spesso della gioia del Vangelo, quella gioia che distingue la felicità della terra con quella del dielo. Ma per poter essere gioiosi dobbiamo aprire i nostri cuore all’amore infinito. Cioè non amare chi è naturale amare, ma coloro che vorremmo odiare, coloro che ci perseguitano, che ci hanno fatto del male, solo così potremo provare la vera gioia.
Ecco cosa dice Papa Francesco:
Di cosa dobbiamo rallegrarci? Della certezza dell’amore di Dio per noi, un amore così grande che gli ha fatto donare il Suo unigenito figlio per la nostra salvezza.
È proprio così. “ Ce lo dice il Vangelo: Dio «ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Questo gioioso messaggio è il cuore della fede cristiana: l’amore di Dio ha trovato il vertice nel dono del Figlio all’umanità debole e peccatrice. Ci ha donato suo Figlio, a noi, a tutti noi.
Nella Bibbia le aspettative del Salvatore erano diverse, Nicodemo infatti, spiega Papa Francesco, si aspettava una prova di forza, ma Gesù appare in altro modo: “ Figlio dell’uomo […] Gesù è stato innalzato sulla croce e chi crede in Lui viene sanato dal peccato e vive; Figlio di Dio, Dio Padre ama gli uomini al punto da “dare” il suo Figlio: lo ha dato nell’Incarnazione e lo ha dato consegnandolo alla morte. Lo scopo del dono di Dio è la vita eterna degli uomini: Dio infatti manda il suo Figlio nel mondo non per condannarlo, ma perché il mondo possa salvarsi per mezzo di Gesù. La missione di Gesù è missione di salvezza, di salvezza per tutti. ”
E infine “ il terzo nome che Gesù si attribuisce è luce” : La venuta di Gesù nel mondo provoca una scelta: chi sceglie le tenebre va incontro a un giudizio di condanna, chi sceglie la luce avrà un giudizio di salvezza. ”
Siamo dunque chiamati ad “ accogliere la luce nella nostra coscienza, per aprire i nostri cuori all’amore infinito di Dio, alla sua misericordia piena di tenerezza e di bontà, al suo perdono.”
Scopri di più da Annalisa Colzi
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