Annalisa Colzi e il maligno sconfitto dalla Regina della Pace
Annalisa Colzi e il maligno
Due anni fa, in occasione dell’uscita del mio libro su Medjugorje, mi fu richiesta questa intervista. La riporto molto volentieri. Uscì sulla rivista Miracoli. Se cerchiamo una parola chiave su google abbinata al mio nome, immancabilmente esce fuori Annalisa Colzi e il maligno. Stavolta, invece, parlo principalmente di Medjugorje. Senza però dimenticare le mie origini, o meglio il mio principale apostolato che è quello di mettere in guardia contro l’azione del maligno. Annalisa Colzi e il maligno rende bene l’idea della natura delle mie conferenze, ma adesso tuffiamoci nell’intervista.
“A Medjugorje vivi la presenza di Maria, è una presenza tangibile, vera, reale, senti che Lei è lì, che aspetta i suoi figli, che vuole la salvezza per ognuno. Si respira un’atmosfera paradisiaca che trasmette quella pace che solo Dio può dare”. Annalisa Colzi, 52 anni, scrittrice, dal 2000 ad oggi è stata a Medjugorje trentasei volte finchè lo scorso anno in onore della Regina della Pace, ha fondato l’Esercito di Maria, associazione che ha lo scopo primario di riportare singoli e famiglie alla recita del Rosario quotidiano.
Annalisa, come è nato questo tuo amore verso Medjugorje e la Regina della Pace?Dopo la mia conversione avvenuta nel 1991 ho sentito forte l’esigenza di mettere in guardia le anime dall’azione del maligno e così mi sono formata su questo argomento partecipando anche agli esorcismi di Padre Gabriele Amorth. Ho sentito forte anche il desiderio di far conoscere Medjugorje come soluzione ai tanti problemi che affliggono l’umanità a causa del maligno. Ho scritto libri su entrambi gli argomenti e sento di dover proseguire su questa conoscenza: la lotta tra il bene e il male, tra l’orgoglio di satana e l’umiltà di Maria è un argomento affascinante e quanto mai attuale. Desidero far sapere al mondo che con Maria Santissima siamo più che vincitori: con Lei non esiste tristezza, sconfitta, perdizione ma esiste la gioia piena nel suo figlio Gesù Cristo.
Quando sei partita per Medjugorje la prima volta?
A ottobre del 2000 e di quel viaggio ricordo soprattutto le mie lacrime, un pianto prolungato e continuo: mi sono sentita amata da Dio in una maniera stratosferica ed è stata un’emozione incontenibile. Terminato il pellegrinaggio, il mio padre spirituale chiese a noi pellegrini che cosa ne pensassimo di Medjugorje e la mia risposta fu che la Madonna è ovunque e che non è indispensabile recarsi a Medjugorje per incontrarla. Poi però, una volta arrivata a casa, ho sentito nel mio cuore il richiamo fortissimo di tornare a Medjugorje e di portare con me altre persone, giovani in particolare. E da allora non mi sono più fermata.
Come è cambiata la tua vita dopo Medjugorje?
Ciò che è cambiato nella mia vita è stato soprattutto il rapporto con la Vergine Maria. La mia conversione era avvenuta in un movimento carismatico dove si predilige la figura di Gesù di cui io mi sono innamorata, ma Medjugorje mi ha fatto scoprire la Madre e viaggio dopo viaggio me ne sono innamorata sempre di più.
Dei tuoi vari viaggi, qual è in assoluto il ricordo più bello che hai di Medjugorje?
La storia di Cesare, mi ha colpito molto il suo cambiamento di vita. Da ateo, in tre giorni si è totalmente innamorato della Madonna e ha iniziato un intenso cammino spirituale. Ho capito che quando il pellegrinaggio è guidato da Maria Santissima avvengono cose meravigliose, come nel caso di Cesare: ero partita con centotrenta persone e fui colta dalla paura di non riuscire a gestire tutto dal punto di vista organizzativo, così mi rivolsi alla Madre di Dio e dissi: “Cara Madre, poiché tu hai chiamato tutte queste persone, pensaci tu”. Fui ispirata dalla Vergine Maria a portare i pellegrini sulla tomba di padre Slavko, cosa che non avevo mai fatto e di cui subito mi pentii perché iniziò a piovere ininterrottamente. Ebbene, grazie a quella visita e grazie a quell’acqua, Cesare ebbe la conversione e come lui anche un altro giovane della Sardegna.
C’è un posto a Medjugorje a cui ti senti particolarmente legata ?
Forse il Podbrdo: quando risalgo la collina e arrivo nel punto dove è la statua della Madonna, avverto la Sua presenza in maniera particolare e che da lì elargisce doni meravigliosi.
Dei diversi libri che hai scritto, ce n’è uno che è nato proprio a Medjugorje?
L’ultimo in ordine di tempo, è un libro che riguarda la storia di Medjugorje. Dopo aver parlato tanto dell’azione del maligno attraverso il libro “Come satana corrompe la società”, con la prefazione del famoso esorcista Padre Gabriele Amorth (Ed. Città Ideale, 2009, pagg. € 11,90), ho sentito che la Madre mi chiedeva di far conoscere il luogo dove Lei opera instancabilmente per la conversione dei cuori. Così ho voluto scrivere un libro che raccogliesse in maniera cronologica i fatti salienti di Medjugorje, soprattutto gli eventi dei primi anni con annessi protagonisti; il tutto è poi stato arricchito di testimonianze di conversione. E ora, il 25 giugno 2015, dopo cinque anni di lavoro, uscirà nelle librerie: “Nel segno della Gospa” dove ho inserito anche una lettera che mi ha scritto la veggente Vicka.
Perché l’anno scorso hai deciso di dar vita all’Esercito di Maria dedicato alla Regina della Pace?
L’”Esercito di Maria” è nato ufficialmente il 2 gennaio 2014 sotto il patrocinio della Regina della Pace: la data del giorno 2 non è casuale ma è stata scelta perché in quel giorno la Madonna prega con la veggente Mirjana per tutti coloro che ancora non hanno conosciuto l’amore di Dio. E questo è l’obiettivo principale dell’ “Esercito di Maria”: pregare il Santo Rosario per la nostra e l’altrui salvezza eterna. Perché di una cosa sono certa: a Medjugorje Dio sta mandando la Madre in una maniera speciale per tempi speciali.
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