Questo è tempo di amare Dio
Questo è il tempo di amare Dio, non c’è tempo migliore. Ecco che a tal proposito voglio riportare alcune parole scritte da San Francesco di Sales, e credo che siano davvero appropriate:
” Fate conto, che tutto il passato sia nullo e dite con Davide: Adesso comincio ad amare il mio Dio. ” S. Francesco di Sales.
Dobbiamo trasformare questo tempo di sofferenza, di paura, di ansie, di agitazione globale, di incertezze; in tempo di grazia. Perché Dio trae il bene dal male. Questo è il tempo di amare Dio e non giudicarlo. Questo è il tempo di pregare Dio, non imprecarlo. Questo è il tempo di riconoscere Dio al di sopra di ogni cosa e non sentirsi onnipotenti, visto che è bastato un virus che nemmeno ad occhio nudo può vedersi tanto che è piccolo, a mettere inginocchio l’intero mondo.
Quanta sapienza e umiltà hanno dimostrato di avere alcuni medici dicendo: “Sto vivendo questa emergenza senza paura. Sono credente e fin dai primi giorni mio marito ed io preghiamo in casa tutte le sere, stiamo facendo la novena della Madonna che scioglie i nodi. Preghiamo perché il Signore aiuti tutti noi in questa emergenza, per la diminuzione dei contagi e la guarigione dei malati”. (fonte)
Quanta grazia hanno dimostrato anche alcuni infermieri che hanno scritto sui social: abbiamo bisogno del vostro supporto morale ma anche che preghiate per noi. Ed infine, forse è quello che mi ha coinvolto ancora di più è stato il gesto del sindaco di Venezia che si è recato nella chiesa della Madonna della Salute ed ha recitato una preghiera di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, affidando tutto il suo paese a Colei che dinanzi a Dio tutto può ottenere.
San Paolo proprio nel momento del dolore, della confusione, quando i cristiani stavano mettendo in crisi tutta la religione, cambiò radicalmente, egli si arrese a Cristo, accolse il tempo giusto per amare Dio. E dalle sue parole possiamo leggere il suo grande cambiamento.
…tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non però che io abbia gia conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
Dio lo ha dovuto gettare giù dal cavallo e farlo cadere sulla polvere. E come se non bastasse, lo accecò. San Paolo però colse il grande gesto di Cristo e da quel dolore profondo, quella paura ansimante che ebbe, si trasformò in dolore per i propri peccati. Approfittiamo anche noi e cogliamo come Paolo, questo dolore come un segno, un modo che serve a spingerci ad amare Dio.
Scopri di più da Annalisa Colzi
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.