Accogliere la parola di Dio in un buon terreno fertile
Gesù nel brano del Vangelo di Matteo 13, 1–23, attraverso una parabola rappresenta il modo in cui accogliamo la Parola di Dio: la parabola del seminatore.
“Accogliere la Parola di Dio vuol dire accogliere la persona di Cristo” spiega Papa Francesco, quindi bisogna fare attenzione ad essere pronti e ben preparati al modo in cui la accoglieremo. “Possiamo farlo come una strada, dove subito vengono gli uccelli e mangiano i semi. Questa sarebbe la distrazione, un grande pericolo del nostro tempo”, siamo infatti troppo presi dalle cose esterne del mondo, tutto a portata di mano, riempiti di immagini e parole che ci distolgono dalla meditazione e dal “dialogo con il Signore”.
Seguendo poi la parabola un altro modo è accogliere i “semi” come “un terreno sassoso, con poca terra. Lì il seme germoglia presto, ma presto pure si secca, perché non riesce a mettere radici in profondità.” Questa immagine rappresenta le persone che all’inizio ascoltano prese dall’entusiasmo, ma che poi col tempo non assimilano nulla e “davanti alla prima difficoltà, pensiamo a una sofferenza, a un turbamento della vita, quella fede ancora debole si dissolve, come si secca il seme che cade in mezzo alle pietre.”
C’è poi il caso in cui il nostro “terreno” è pieno di cespugli spinosi “e le spine sono l’inganno della ricchezza, del successo, delle preoccupazioni mondane” che non faranno altro che soffocare quello che sta cercando di crescere.
L’ultimo e unico modo è avere un terreno buono, infatti “ la semente caduta su questo terreno fertile rappresenta coloro che ascoltano la Parola, la accolgono, la custodiscono nel cuore e la mettono in pratica nella vita di ogni giorno”.
Tutto questo ci fa capire che Dio parla a tutti e dipende solo da noi accogliere la Sua parola nel terreno giusto, e il modo migliore è leggerla tutti i giorni, come esorta il Pontefice, portando sempre con noi il Vangelo.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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