DJ Luca Maffi: Combatto Satana col RapGesuCristico
di Sabino Sabini
“Ti racconto com’è stato, quando Lui mi ha salvato, in quella chiesa m’ha riscattato.
Le lacrime scorrevano sul mio viso, non so cosa mi stesse capitando di preciso. […]
La mia vita mi passò davanti, tutti i problemi non erano più giganti.
In quel momento, in me, sei entrato, i miei occhi fissi su quel pane consacrato.
Se esisti, vieni fuori adesso […].
La tua mano mi hai allungato, nel mio cuore le parole: <<vieni figlio ti ho salvato>>.”
Inizia così “Salvo per miracolo”, a mio avviso, una delle più belle canzoni dell’omonimo ed ultimo album del rapper DJ Luca Maffi, fondatore del RAPGESUCRISTICO, nel quale descrive il momento in cui Gesù lo ha folgorato, richiamandolo a se dopo un periodo di lontananza ed eccessi.
Luca oggi è un ragazzone che sprizza gioia da tutti i pori. Quando ci parli trasmette entusiasmo e voglia di vivere. Avverti nei suoi concetti molta sostanza, concretezza e soprattutto tanta fede che riversa nelle sue canzoni, suonate e cantate con molta qualità e senza banalità. Ma il suo percorso di conversione e di fede non è stato per niente facile.
Luca ha vissuto un’infanzia non molto felice in quanto i suoi genitori si sono separati quando aveva solo 6 anni. Insieme alla mamma, andò a vivere con i nonni che non gli hanno fatto mai mancare nulla. Ma sentiva il bisogno di una famiglia vera, modelli a cui riferirsi e con cui confrontarsi: un padre, una madre, dei fratelli. Comunque, la vita scorreva normale, come in ogni bambino; fino all’età di 11 anni in cui, in chiesa, ha subito una violenza sessuale da parte di un laico consacrato.
Questo enorme trauma lo condiziona profondamente. Luca perde fiducia nella vita, negli adulti e soprattutto in tutto ciò che è Chiesa e che riguarda Dio. Come spesso accade in queste situazioni, le vittime si auto-condannano, dandosi la colpa o pensando che se è accaduta una cosa così grave è perché hanno fatto qualcosa di grave. Così anche il nostro amico vive questi sentimenti che lo portano sempre di più ad isolarsi, a chiudersi in se stesso, senza raccontare niente alla sua famiglia, anche per paura di non essere capito.
Passano gli anni ed il dolore aumenta. Ma all’età di 14 anni decide di cambiare vita, di resettarla e ripartire in modo nuovo; incontra il rap ed è amore a prima vista, perché gli permette di sfogare in parole e musica quella rabbia che porta dentro e che da troppo tempo è silente e chiede di uscire, chiede di gridare al mondo il suo lancinante dolore.
Inizia così a scrivere brani ed a collaborare anche con altri rapper, DJ ed Mc del panorama nazionale. Arrivano i primi successi e Luca si sente finalmente realizzato. Vive una vita nuova, piena di stimoli, eccitante. Aveva tutto ciò che i giovani possono desiderare: successo, soldi e fama. Si sentiva amato dai tanti amici, che in realtà erano legati a lui solo per poter avere accessi gratis alle serate in discoteca, ma almeno si sentiva qualcuno.
Davanti alla console e con le cuffie nelle orecchie si sentiva il padrone del mondo, dimenticava tutti i suoi problemi e diventava “re per una notte”. Le tante persone che affollavano le piste dipendevano sdjolo da lui che ad ogni suo gesto impazzivano in urli e cori. Tanta musica, ma anche tanta droga ed alcol, che per fortuna lui non ha mai usato, ma ha visto tante giovani vite consumarsi dietro queste scellerate abitudini, e spesso lo facevano perché anch’essi, come lui, avevano perso fiducia nella vita reale e si erano dedicati ad adorare, spesso inconsapevolmente, altri dei e non Cristo.
Ma Dio non abbandona mai nessuno. Cerca sempre di ricostruire con noi quel rapporto che spesso abbiamo volontariamente interrotto usando il nostro libero arbitrio. Lui ci prova, produce incontri con persone che ci riscaldano il cuore e ci riportano a lui, altre volte ci porta in situazioni o luoghi i cui ci aspetta a braccia aperte e attende solo il nostro “si”.
E così ha fatto con Luca! Un giorno, il 27/5/2007 (giorno di Pentecoste), con un gruppo di amici entra nella chiesa di San Luca nel centro storico di Brescia, c’erano dei ragazzi del rinnovamento dello spirito che stavano cantando in adorazione davanti al Santissimo. Quando li ha visti ha pensato che tutto quello che facevano era falso, e diceva tra se e se <<siete gli ennesimi presi in giro da Gesù, da quel pezzo di pane lì esposto.>> Era molto arrabbiato ed in quella profonda rabbia ha guardato Gesù e gli ha gridato <<Se tu esisti, vieni fuori adesso>> ed in quel momento ha incominciato a piangere come un bambino. Da quel giorno niente è stato più come prima. Nuovi pensieri, dubbi, riflessioni, affollavano la sua mente e pian piano lo Spirito di Dio lo riportava a se.
Ma il travaglio interiore era forte, troppe erano le resistenze che lui poneva. <<Mi devo fidare di Lui?? Non so, non ci riesco.>>
E allora Luca decide di mettere ancora una volta alla prova Gesù. Il 28/12/2007 partecipa a Brescia ad un capodanno alternativo nella casa di spiritualità “Villaggio Paolo VI in Gaver a Bagolino (BS)”. Un DJ che non ha più serate si trova, per paura di restare da solo, a dover accettare di “abbassarsi” a questo tipo di feste.
Entra nella cappella, non c’era ancora nessuno, trova le chiavi davanti al tabernacolo, lo apre, poggia il naso sull’ostia consacrata e si rivolge a Gesù dicendogli, quasi come una sfida, <<ti do ancora un mese di tempo, io voglio sapere cosa tu vuoi dalla mia vita>>. Il 28/01/2008, esattamente un mese dopo, Luca incontra Monica che poi diventerà sua moglie, ecco la prima risposta concreta di Dio. Il nostro amico capisce definitivamente che Gesù realmente esiste e risponde, che non può più tentare Dio e continuare a mettere il dito nella piaga come San Tommaso. I dubbi che aveva scompaiono e da quel momento, si è affidato a Lui lasciandosi guidare e modellare in nuovo cammino spirituale.
Decide allora, Insieme alla sua futura moglie, di avviare un percorso di preparazione al matrimonio, che è durato 3 anni, e che avesse come base la castità pre-matrimoniale, anche perchè Luca proveniva da una sfera sessuale devastata anche a causa degli eccessi della sua vita, e lo studio della parola di Dio. Conclusosi poi con il matrimonio da cui sono nati ad oggi due bellissimi bambini.
Abbiamo incontrato Luca e la sua famiglia, che oggi vivono in parrocchia e collaborano con il parroco nella formazione di giovani ed adulti. E porta la sua musica “Gesucristica” in giro per l’Italia e ovunque lo chiamano per testimoniare.
Luca cos’è e come è nato il RapGesuCristico?
RapGesuCristico è nato nel 2010 come progetto musicale di nuova evangelizzazione, poi nel tempo si è ampliato ed è diventato un contenitore di altri progetti di evangelizzazione, tramite il filone portante della musica ma anche tramite il web2.0 (web, social e nuovi mezzi di comunicazione) Nasce dall’esigenza di dire ai giovani che c’è un’alternativa e ho deciso di farlo attraverso la musica Hip Hop che notoriamente è un genere musicale di protesta. Voglio protestare contro quei giovani che hanno buttato via la propria vita; e contro una società che offre un modello sempre meno reale e sempre meno a misura di uomo.
I giovani sono spesso al centro delle tue canzoni. Penso in particolare a “Spezza la tua catena”, in cui fai un’analisi veramente reale della condizione attuale degli adolescenti, delle loro ansie e paure che li bloccano in un mondo plastico, quasi irreale. Molta della responsabilità è da attribuire alla società attuale che ci propone modelli culturali sempre più orientati a destrutturare la famiglia tradizionale che noi conosciamo, con valori staccati e addirittura in opposizione al cristianesimo: sesso sempre in più tenera età, convivenza anzichè matrimonio, aborto, eutanasia, unioni gay, utero in affitto e tanto altro. Come comunicare ai giovani, ma non solo, una scelta per Cristo che esige rigore, rendendola comprensibile ed appetibile?
Credo non sia necessario rendere questa scelta comprensibile ed appetibile, lo è già. Non devo cambiare o descrivere qualcosa in un modo diverso, ma semplicemente raccontare la Verità! Dobbiamo generare relazioni autentiche e sane con i nostri giovani e favorire un incontro vivo con Gesù. Andare a cercarli nelle periferie delle loro vite ed aprire le porte dei nostri cuori. Anche nella nuova evangelizzazione potremmo togliere la parola nuova, qui di nuovo non c’è nulla! E’ lo stesso messaggio da più di duemila anni. Mi domando spesso cosa faceva Gesù ai suoi tempi: predicava, incontrava le persone, ascoltava, guariva, perdonava e pregava con loro.
Dobbiamo tornare a fare questo. Alcune ideologie minano certamente il messaggio che la chiesa diffonde da secoli, ma se davvero dovessimo impegnarci tutti a vivere veramente da cristiani queste “opinioni culturali” non mi spaventerebbero affatto, perché porteremmo non un ideologia ma un dato di fatto evidente: l’onnipotenza di Dio che è l’Amore. I giovani hanno bisogno di testimoni credibili e attuali. Le famiglie devono tornare Chiese Domestiche alla luce della Parola. E devono tornare ad essere dei fari che guidano i giovani. I padri tornino a fare i Padri e le madri pure! E’ dalla famiglia che dobbiamo ripartire, dalla coppia che diventa testimone nella quotidianità dell’amore di Dio.
La prova, il dolore e la sofferenza, sono state tue compagne di cammino. Ti sei formato alla sequela della croce e questo lo si avverte da molte tue frasi in tante canzoni. Ma mi è rimasta particolarmente impressa una che ho ascoltato in “Dolore atroce”: <<Il sangue di mio padre che si è suicidato anche se è l’usura che me l’ha ammazzato>>. Quando finalmente la vita sembrava sorriderti nuovamente, avendo trovato l’amore e una nuova famiglia, accade che dopo 15 giorni dal tuo matrimonio, tuo padre si suicidò. Quanto è stata importante la fede in questa nuova prova? Come la presenza di tua moglie ti ha aiutato ad accettarla e superarla?
La grazia della fede in quel momento è entrata in azimage (1)ione subito, tanto dolore ricolmava ogni millesimo di secondo di quel momento, ma il mio cuore non perdeva la speranza e lodava Dio chiedendo che avvenisse la Sua Volontà. Certo avevo accanto mia moglie e questo ha reso tutto superabile. Quando mi ha stretto forte la mano ho capito che non ero solo, ed è Lei il primo segno della Sua Volontà. La presenza di mia moglie al mio fianco mi ha donato la consapevolezza della vicinanza di Dio nella mia vita. Da poco eravamo una carne sola e questa consapevolezza che non ero solo né a soffrire né a decidere è stato fondamentale per superare questo delicato momento. Di certo non la vedo come una prova; ma un’occasione dalla quale siamo dovuti ripartire affidandoci ancora di più alla Provvidenza
In un passaggio di “Salvo per miracolo” dichiari la tua missione << vivo la mia vita per combattere il demonio >>. Compito molto impegnativo in una società secolarizzata che è in gran parte sotto il potere del “principe di questo mondo”. Allora ti accompagneremo con la preghiera, affinchè il Signore ti dia tutte le grazie e le armi spirituali necessarie per poter ottenere, a Sua gloria, tanti frutti di conversione. Ti seguiremo nei tuoi concerti ed in ogni tua iniziativa e gioiremo con te nella preghiera consapevoli che << è lo Spirito che scende, e ci sorprende>>.
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