Una confessione senza pentimento non ha valore
Oggi confessarsi diventa sempre più raro oltre che difficile. C’è chi una confessione non la fa dalla sua prima comunione, c’è chi vuole confessarsi e non trova confessori disponibili, e peggio, c’è qualche sacerdote che dice: ma ti sei confessato la settimana scorsa?!
Tutte queste cose rendono davvero complicato il lavorio di un’anima che vuole avvicinarsi sempre più a Dio. Però c’è anche da dire, che ci sono persone che si confessano solo per abitudine, o per confessare i peccati altrui; persone che fanno una confessione senza pentimento.
Perché dire le nostre cose ai sacerdoti?
Potrebbe dire qualcuno: Ammetto che i Sacerdoti abbiano il potere di perdonare i peccati. Ma è proprio necessario che il penitente apra la coscienza al Confessore, manifestando i propri peccati?
Certamente è necessario che si manifestino i peccati al Sacerdote, poichè questi deve giudicare l’anima del penitente prima di pronunziare la sentenza e deve sapere se dare il perdono oppure negarlo nel caso noti che sia una confessione senza pentimento.
Quindi se non c’è dolore dei propri peccati commessi, sia che il confessore dia l’assoluzione o non la dia, sappiamo che non siamo perdonati. Dobbiamo entrare nel confessionale con due intenti:
- Pentimento sincero.
- Proponimento di non commettere più tali peccati.
Queste due condizioni sono necessarie, perché in assenza di esse, il confessore può non darci l’assoluzione. Dobbiamo quindi chiedere a Dio di toccare il nostro cuore affinché possiamo compiere una confessione sincera.
Bisogna per forza accusare tutti i peccati?
Gesù conosce i nostri peccati, ma elencare i peccati è necessario perché il sacerdote non li conosce e come può giudicarci e darci l’assoluzione o negarla? Gesù invece conosceva i cuori, Lui vedeva nel profondo di essi e sapeva già se tale persona era pentita di tutto ciò che aveva commesso. Non c’era il bisogno di fare l’elenco dei peccati.
Altre volte capita invece che tra i tanti peccati commessi, qualcuno lo dimentichiamo, per i troppi anni passati, ma se il cuore è pentito e addolorato nell’aver offeso Gesù; tutti sono perdonati, anche quelli dimenticati in quel momento.
Basta pensare solo ad una cosa
Ridurre la confessione sacramentale ad un semplice elenco, ad un accusato e accusatore, oppure ad un tribunale di giustizia, credo sia davvero ridotto. Io vedo la confessione come l’incontro di Gesù e la Maddalena, dove in quel momento il sacerdote è Cristo in persona ed è lì a donarci la Sua misericordia, ad accogliere la nostra richiesta di perdono affinché attraverso le sue mani possiamo ricevere la Sua Grazia. Sta a noi entrare nel confessionale con le dovute disposizioni. Gesù conosce i nostri peccati, ma aspetta che li accusiamo perché accusandoli dimostriamo di detestarli, e di essere pentiti.
Nessuna fretta
Non bisogna avere fretta. Di solito la confessione senza pentimento è quella che dura un minuto circa. Ci si pensa: ” Dio mi ha perdonato, poi se pecco di nuovo mi riconfesso”. Non funziona così! La confessione non è una macchinetta dove prendiamo qualcosa ogni volta che la perdiamo.
Prima di confessarci dunque, dobbiamo essere convinti, dobbiamo essere pentiti, dobbiamo desiderare di vincere quel vizio, quel determinato peccato.
Senza vergonga
Non dobbiamo avere vergogna, anzi, in quel momento stiamo dimostrando al Signore di essere coraggiosi, di amare Lui al di sopra di noi stessi, perchè ci stiamo accusando per Lui, per suo amore, per la Sua Gloria. Quando un vero penitente esce dal confessionale con il viso bagnato di lacrime, con il sorriso sulle labbra, con la luce negli occhi; significa che Dio in quel confessionale, lo ha abbracciato, gli ha detto: Và, i tuoi peccati ti sono stati perdonati. E noi con quelle lacrime abbiamo di nuovo lavato i piedi di Gesù proprio come la Maddalena.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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