L’uomo saggio pensa solo a piacere a Dio
L’uomo saggio pensa solo a piacere a Dio, è questa infatti la cosa sensata da fare. La vita passa, e se siamo piaciuti agli uomini, conta ben poco. Conta invece essere graditi al Signore. Questo pensiero è di Sant’Antonio Abate che appunto mette per iscritto la vera saggezza dell’uomo sapiente:
Ha una sola preoccupazione: obbedire con tutto il cuore a Dio Onnipotente ed esserGli oggetto di benevolenza. L’unica e sola cosa che insegna all’anima sua è il modo di come piacere a Dio, ringraziando la Provvidenza misericordiosa per qualunque vicenda della sua esistenza. Siamo grati al medico anche per il medicamento doloroso; di fronte al patire dobbiamo esser grati a Dio; qualunque cosa ci accada É per il nostro bene. Questa conoscenza che viene dalla fede, dona salvezza e pace all’anima.
Il dominio di sè‚, la mitezza, la castità, la solidità di carattere, la pazienza insieme alle altre virtù sono le armi date da Dio per resistere alle prove ed aiutarci nel combattimento spirituale. Addestrandoci in esse e mantenendoci pronti alla prova, nessun contrasto, per quanto aspro, grave, devastatore e intollerabile ci apparirà invincibile. Chi non possiede saggezza, mai pensa che ogni vicissitudine è per condurci al bene; la prova, manifesta le nostre virtù e ci rende degni di essere coronati da Dio.
Parole davvero ricche di Spirito Santo, sono quelle di Sant’Antonio, insegnandoci appunto che il dolore non è altro che un mezzo per condurci a qualcosa che fa bene alla nostra anima. D’altra parte anche Gesù è passato attraverso la tribolazione, certo non per se stesso ma per salvare noi, per aprirci le porte della gioia eterna. Sant’Antonio poi continua dicendo:
Rifletti sulla vanità breve ed illusoria della giocondità dei ricchi, acquisterai la conoscenza di quanto è migliore la vita virtuosa, amata da Dio. Questa conoscenza ti permetterà di vedere gli uomini non interiormente liberi applauditi per l’eloquenza, l’erudizione e i beni posseduti, e non avrai più amarezza o rimpianto o risentimento per nulla. Comprenderai che il pessimo male dell’anima sono i desideri insaziabili di ricchezze e piaceri, uniti all’ignoranza della verità.
Il santo ci dice che più possediamo e più siamo presi dalle preoccupazioni che queste cose producono e con facilità siamo portati a lamentarci con Dio. Il nostro desiderare continuo ci riempie di agitazione, ci fa muovere nell’oscurità di una vita peccaminosa e ci impedisce la conoscenza di noi stessi.
Infine conclude con queste parole luminose:
La mente ordinaria dell’uomo è legata alle effimere realtà esteriori ed è incostante; invasa da pensieri di bene e di male; mutevole ed incline a seguire le suggestioni delle realtà materiali. La mente fertile per l’amore di Dio, tronca decisamente il male che sale dall’indolenza propria della volontà egocentrica.
Scopri di più da Annalisa Colzi
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.