La possessione si intensifica nel tempo
Questa è la lettera di un’anima che ha scritto ad Annalisa Colzi, e dà una grande testimonianza.
Carissima Annalisa, ho bisogno di sostegno nella preghiera e di sfogarmi. Ricevo esorcismi ormai da quasi 5 anni, ma la situazione peggiora.
Sebbene abbia avuto alcuni miglioramenti nelle ossessioni demoniache, nelle capacità mentali, nella digestione e negli sfoghi sulla pelle, le vessazioni demoniache e le possessioni si intensificano nel tempo; non riesco a sopportarlo più. Anche il malessere dato dal contatto con chiunque non faccia un cammino di fede è peggiorato. In pochi minuti dal contatto mi vengono attacchi di broncospasmo, svenimento e poi, spesso, torture.
Inizialmente le torture mi duravano circa 35 ore di fila; era già dura da sopportare, ma ora raggiungo picchi di 60 ore, è tantissimo considerata la frequenza delle torture! Dolori così intensi da piangere, gridare e rotolare sul pavimento per ore non dovrebbero essere trascurati dalle uniche persone che possono fare qualcosa per aiutarmi: i Ministri del Signore.
Gli esorcisti con cui ho a che fare si sono soffermati pochissimo nel constatare cosa vivo. Dicono che quando c’è possessione tutti viviamo lo stesso inferno, gli stessi dolori. Non è così.
Ho avuto modo di confrontarmi approfonditamente con diversi posseduti, e ho la certezza che non è come la pensano loro. Eppure riceviamo tutti lo stesso trattamento di cura: esorcismi standardizzati, stessa frequenza e stessa durata per tutti.
Nel mio caso c’è bisogno di maggior frequenza e durata. Il problema spirituale, come la malattia naturale, necessita di trattamenti personalizzati. E’ il buon senso che lo insegna.
Qualche sacerdote mi dice che se non miglioro è perché non accetto le torture con rassegnazione, o perché non le vivo pregando. Non sono d’accordo, sia perché internamente cerco di pregare e di pazientare quanto posso (ma dopo tante ore di tortura impazzisco…), sia perché ho chiesto per diverso tempo al Signore di darmi la grazia di viverle santamente (ma non l’ha fatto…), sia perché mi dico: “Se la liberazione dipendesse da me, perché mai Dio avrebbe dato il mandato di esorcista ai suoi Ministri? Quando il Signore e gli Apostoli liberavano, chiedevano una cosa sola al posseduto, o al suo intermediario: “Credi nel Signore Gesù, sei pentito dei tuoi peccati e sei risoluto a non peccare più?””.
Il Signore è buono, non è un despota dal cuore spietato a cui piace lasciarmi in questa situazione. Il mio padre spirituale dice che il posto del demonio non è dentro alle persone, per cui non credo che sia Volontà Divina che io rimanga in questo stato; permissione Divina si, perché Dio dà la libertà a chiunque decida di fare del male ad un altra persona; volontà non credo. Il Signore non mi è apparso chiedendomi di offrire la mia vita in questo modo per la salvezza delle anime. Non avendomi dato la grazia, che ha concesso a vari santi, di aver sete di dolori per salvare anime, credo che Lui voglia che io venga liberata; quindi deve esserci il modo di migliorare.
A sentire qualcuno, sembra che io non venga liberata al fine di concedere ai membri della mia famiglia e parenti di convertirsi. I miei familiari hanno iniziato a convertirsi prima che uscisse il demonio… Qualcun’altro mi dice che non vengo liberata perché non ci sono abbastanza persone che pregano per me. Ho un sacco di persone che lo fanno: mio fratello è un seminarista e prega moltissimo (oltre a fare molte penitenze e sacrifici per me); il mio padre spirituale fa la stessa cosa, mia madre anche, mia zia pure; diversi sacerdoti pregano e celebrano la Santa Messa per me; io stessa ho fatto celebrare centinaia di Messe per me, i miei avi, i nemici, eccetera. Diversi monasteri di clausura, conoscenti e amici pregano per me. Mi pare che l’ostacolo sia da un’altra parte.
La Madonna dice che con una vita virtuosa, la preghiera e il digiuno si fermano anche le guerre. Perché con me non funziona?
Annalisa, prega per me anche tu, per favore; unisciti alla mia supplica di ottenere la liberazione o di farmi morire nel più breve tempo possibile. Senza la speranza di migliorare, è meglio che Dio mi faccia morire, prima che faccia io l’irreparabile.
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