Il purgatorio non è una favola
Ancora purtroppo sento molti e quando dico molti intendo i cristiani, dire: Il purgatorio non esiste. Il purgatorio è una favola inventata; o si va all’inferno o si va in paradiso. Invece dovremmo dire: e menomale che esite il purgatorio e che non è un’invenzione. Se non ci fosse, credo in tanti, tantissimi, andremo all’inferno.
Il purgatorio è sinonimo di misericordia
Grazie al purgatorio, possiamo purificarci ed entrare nella Gloria di Dio. Quanti muoiono che devono ancora scontare tante pene per gli innumerevoli peccati. Grazie a questo luogo transitorio, possiamo purificarci e diventare come neve bianca, diventare puri. Diciamo che il purgatorio ci purifica per renderci degni alla presenza di Dio. Se non ci fosse, seppure pentiti, non potremmo entrare in Paradiso perché avremmo ancora una pena da scontare. La confessione elimina la colpa ma non la pena.
Andiamo nello specifico:
Come ho già detto, alcune persone muoiono in stato di grazia e nell’amicizia con Dio, ma carichi di peccati veniali e di imperfezioni, oppure c’è chi in fin di vita, ottiene la grazia di pentirsi….rimane comunque la colpa!
La Santa Madre Chiesa ci insegna che il purgatorio elimina ogni cosa che ci impedisce di poter vivere nell’eternità di Dio e poter godere della Sua presenza e della Sua visione. Non è interrotta con ciò la loro comunione con quanti li amano sulla terra. I viventi possono arrecare conforto e refrigerio a coloro che sono in purgatorio mediante la loro intercessione, con «il sacrificio della Messa, le preghiere, le elemosine e le altre opere di pietà che, i fedeli usano fare a favore degli altri fedeli, secondo le consuetudini della Chiesa».
L’insegnamento sul purgatorio sembra essere chiaro in un racconto del secondo Libro dei Maccabei. Circa l’anno 165 a. C. i giudei riuscirono vittoriosi in una battaglia ingaggiata per la loro liberazione. Quando i giudei, finita la battaglia, andarono per seppellire i loro morti, trovarono sui defunti dei portafortuna od amuleti che la legge proibiva ai giudei di portare.
Giuda Maccabeo, il comandante supremo, esortò i suoi uomini a pregare per i soldati morti affinché potessero ottenere il perdono dei loro peccati.
San Clemente di Alessandria insegnava che coloro che si pentono sul letto di morte, e che quindi non hanno tempo in questa vita di compiere opere di penitenza, saranno tuttavia santificati nella vita futura mediante un fuoco purificatore.
Sant’Agostino, nel suo commento ai Salmi, chiede a Dio di purificarlo in questa vita, perché non sia necessario per lui dopo la morte subire il fuoco purificatore. Le opere dei Padri hanno molti riferimenti non solo dell’esistenza del purgatorio, ma anche del fatto che i fedeli defunti possono essere aiutati con la preghiera dei viventi, specialmente con il sacrificio della Santa Messa. E su questo vale la pena scrivere due righe:
La santa messa è per le anime del purgatorio qualcosa di fondamentale improtanza. Il Sangue divino di Gesù versato sull’altare attraverso il Suo Sacrificio, purifica e dona refrigerio ai nostri cari, rinchiusi ancora nel purgatorio. Ecco perché dovremmo più che portare fiori, spendere i nostri in offerte di Sante messe per le anime dei nostri defunti. Quanto bene possiamo fare per loro offrendo anche delle Sante comunioni. I fiori sono per noi, per i nostri occhi che vogliono vedere ben adornata la tomba dei propri cari.
La Messa è stata offerta per i defunti fin dai primi secoli della Chiesa. Coscienti dei vincoli che ci legano a quelli che sono morti nel Signore, noi cristiani non dobbiamo cessare mai di fare memoria dei defunti e di pregare per essi.
A tutti coloro che dicono che non esiste, vorrei dire: pregate affinché non abbiate bisogno del purgatorio ma, se ciò non sarà, ringrazierete Dio che nella sua misericordia ci manda in purgatorio per renderci degni di Lui.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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