Ci stanno preparando un bel mondo: l’aborto post nascita
Aborto post nascita
Possiamo chiamarlo infanticidio
La deriva culturale e morale dell’Occidente non conosce limiti. E una nuova tendenza allarmante sta prendendo piede nei corridoi delle nostre università e in quelli di vari Paesi occidentali. La crescente accettazione di un’idea definita come “aborto post nascita“.
Sì, avete letto bene.
Aborto post nascita. Infanticidio.
Un po’ di tempo fa, il British Journal of Medical Ethics (JME) ha pubblicato l’articolo “Aborto post nascita: perché il bambino dovrebbe vivere?“, di due ricercatori italiani di bioetica: Alberto Giubilini e Francesca Minerva. La domanda del titolo è solo retorica, perché secondo gli autori il bambino non dovrebbe necessariamente essere lasciato vivo. Gli autori hanno paragonato la condizione morale di un neonato a quella di un bambino ancora non nato. Il che ha permesso loro di concludere che, visto che un feto può essere abortito, allora è permissibile uccidere anche un neonato; effettuando quello che hanno definito un “aborto post nascita“.
Dopo aver ricordato che l’aborto è lecito e legale per ragioni che non riguardano la salute del feto; e dopo aver “dimostrato” che i feti e i neonati hanno lo stesso status morale di “non persona”, Giubilini e Minerva concludono che la soppressione di un neonato è ammissibile in tutti i casi in cui lo è l’aborto.
Il Journal of Medical Ethics ha appena dedicato alla tesi dei due italiani una monografia con una trentina di interventi. Fra questi ce n’è uno nuovo dei due ricercatori nel quale loro ribadiscono la liceità dell’uccisione dei bambini appena nati in ogni circostanza. La loro giustificazione dell’assassinio dei neonati è aggravata dal fatto che Giubilini e Minerva sono esponenti del mainstream bioetico italiano.
Nel 2008 il gruppo di Giubilini portò a parlare all’ospedale Meyer di Firenze, simbolo delle cure all’infanzia, il pediatra Eduard Verhagen, ideatore di quel Protocollo di Groningen che prevede l’eutanasia per i bambini disabili. La conferenza era intitolata così: “Il neonato è persona?”. Con il punto interrogativo.
In passato Giubilini e Minerva sono stati invitati all’Università Vita-Salute del San Raffaele per una conferenza sullo “status morale del feto”; evento presenziato da Roberto Mordacci, docente presso l’ateneo fondato da don Luigi Verzé. I due ricercatori vantano dottorati in due tra le nostre migliori università: Bologna e Milano.
Giubilini, ma guarda un po’ che sorpresa, ha scritto per l’Unità, il giornale (adesso chiuso) del Partito democratico dove ha firmato editoriali contro l’obiezione di coscienza dei medici nel caso dell’aborto.
Giubilini pubblica anche su Critica liberale, il mensile azionista diretto dal giornalista del Corriere della Sera Enzo Marzo e animato da Stefano Rodotà (ta-ta) e Gustavo Zagrebelsky, e di cui hanno fatto parte anche Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone e Paolo Sylos Labini.
Insomma il solito club di intellettuali buoni per tutte le stagioni. Che storicamente fanno il buono e il cattivo tempo in Italia. Quelli che ci spiegano cosa è male e cosa è bene, tipo ammazzare i neonati.
Una marmaglia priva di morale e intrisa di un relativismo etico disgustoso; cui non passa per la mente nemmeno per un attimo il contrario? Che se il feto è equiparabile al neonato, allora uccidere il feto è un omicidio tanto quanto uccidere il neonato…
Siamo ormai alla aperta e sfacciata rivendicazione di un’ideologia disumana che, disgraziatamente, ha anche origine in Italia, nella cosiddetta “bioetica laica”. E nei curricula di nostri sinceri intellettuali democratici.
E’ il crepuscolo disumano della civiltà occidentale, e anche un filosofo della scienza come Giulio Giorello afferma che “è evidente quali cupi scenari evochi una simile visione”
Ci stanno preparando un bel mondo.
– di Gianni Fraschetti –
http://informare.over-blog.it/2014/11/ci-stanno-preparando-un-bel-mondo-l-aborto-post-nascita.html?fb_action_ids=1540251286216688&fb_action_types=og.comments
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