Papa Francesco approfondisce il tema sull’idolatria
Papa Francesco parla dell’idolatria, e in modo particolare del vitello d’oro che il popolo costruì quando Mosè salì sul monte. Papa Francesco parlando dell’idolatria, crea una bellissima immagine sul deserto. Quando infatti fu creato il vitello, il popolo ebreo si trovava nel deserto, un luogo dove regnano la precarietà e l’insicurezza. Nel deserto non c’è nulla, il niente dove mancano acqua e riparo. Il deserto è un’immagine della vita umana la cui condizione è incerta e non possiede garanzie. Questa insicurezza genera nell’uomo ansie primarie che menziona anche il Vangelo: che cosa mangeremo che cosa berremmo che cosa indosseremo…. sono esse a innescare l’idolatria perché Mosè salito sul monte, tardava a scendere. Il popolo ormai dopo 40 giorni in assenza di un capo, di un leader, non riusciva più a stare.
Manca il punto di riferimento e allora il popolo chiede un dio visibile e costruisce un vitello, un dio fatto a sua misura. L’idolo è un pretesto per porre se stessi al centro della realtà nell’adorazione dell’opera nelle proprie mani. Il popolo crea un vitello d’oro poichè aveva un senso duplice nel vicino oriente da una parte rappresentava fecondità e danza dall’ altra parte energia e forza. Oro perché simbolo di ricchezza, successo, potere e denaro questi sono i grandi idoli anche di oggi; successo, potere e denaro. Il vitello d’oro altro non è che il simbolo di tutti i desideri che danno l’illusione della libertà e invece schiavizzano perché l’idolatria sempre schiavizza.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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