Supplicare vuol dire saper piegare le ginocchia e umiliarsi dinanzi a Dio
Supplicare significa piegare le ginocchia: un gesto che dice umiltà ma rivela anche la paura dinanzi ad una minaccia è possibile o anche solo eventuale. La supplica è una preghiera accorata che raccoglie ed esprime l’eco del dolore e dell’angoscia in cui si trova l’orante, posto in una condizione oggettiva di pericolo. E’ l’espressione di un’umanità che ha paura di restare sola nella notte oscura dove tutte le cose perdono forma e identità.
Piegare le ginocchia è come proclamare la nostra miseria, accettarla pienamente. Quando un uomo si pone dinanzi a Dio ed è pronto a piegare le ginocchia, in quel momento solleva una preghiera umile che sconfigge l’istintiva arroganza, una preghiera semplice che chiede l’essenziale: non qualcosa ma Qualcuno. A questa supplica il Signore risponde con una promessa:«Io sono con voi» (Mt 28,20).
In ogni preghiera c’è sempre una supplica o una richiesta da presentare al buon Dio. Pregare infatti è come salire sul monte, in compagnia dei dolori del mondo e di quel piccolo mondo degli amici che il buon Dio ha affidato alle nostre cure. La preghiera non è sempre un’oasi di consolazione, a volte proprio la preghiera ci fa sentire mezzo alla tempesta. Chi prega cerca, domanda, soffre. Come un naufrago, un mendicante, un povero, un affamato. La preghiera ci riporta alla verità di noi stessi, alla più semplice ed essenziale verità, quelle di creature fragili in cammino verso la pienezza.
Spesso supplichiamo con arroganza, quasi con pretesa e se la supplica non si tramuta in grazia ricevuta, abbandoniamo tutto con un semplice: DIO NON ESISTE!
Dobbiamo supplicare invece prima con il cuore, avendo la piena convinzione e conoscenza della nostra miseria e della grandezza di Dio che solo Lui tutto può. Poi dobbiamo supplicare con il corpo. Come? Piegare le ginocchia, questo gesto ci umilia sottomettendoci a Dio. Infine supplichiamo con le parole, attraverso un’umile preghiera fatta con il cuore o recitata con devozione (nel caso la preghiera sia stata scritta da qualcun altro). Una supplica quindi ha valore solo se accompagnata dalla vera umiltà e dal pieno abbandono in Dio.
Scopri di più da Annalisa Colzi
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.