Il Papa parla di Medjugorje ma anche dei maghi
Il Papa parla di Medjugorje e dei maghi
Il Papa parla di Medjugorje e tutti ne parlano, parla dei maghi e tutto tace. Eppure sono molto più numerose le persone che si recano dai maghi che a Medjugorje. Le stime parlano chiaro: 2 milioni di fedeli l’anno a Medjugorje contro i 13 milioni di italiani che si recano dai maghi. E dei circa 2 milioni gran parte non sono italiani. Fate un po’ voi…
Quindi mi sembrerebbe molto più opportuno riempire quotidiani, riviste e salotti televisivi di parole che screditano i maghi invece di parlare male di un luogo di preghiera, pace e conversione.
Ma si sa che gli affari sono affari e i maghi pagano fior di quattrini per farsi pubblicità sui quotidiani e sulle riviste. Nei salotti televisivi credo si rovesci la medaglia. Sono i maghi che percepiscono il cachet visto che vengono invitati spesso a dire le loro cavolate.
La differenza è che i maghi pagano
Medjugorje, a differenza dei maghi, non deve pagare le riviste e i quotidiani per farsi pubblicità e allora diventa lecito per i giornalisti sparare a zero su un argomento che non comprendono ma di cui si sentono i detentori della verità. Eh certo! La verità loro, quella storpiata, quella manipolata per distruggere Medjugorje. Perché Medjugorje infastidisce ed infastidisce soprattutto il maligno. E se il Papa parla di Medjugorje con qualche punto interrogativo, giornalisti e non, ballano la tarantella dalla felicità.
Vi sono personaggi che si sentono così sopra le righe da sparare a zero contro coloro che parlano bene di Medjugorje, oppure al contrario gongolarsi se qualcuno ne parla male, soprattutto, come ho già detto, se il Papa parla di Medjugorje con punti di riserva. Se poi, però, andiamo a scavare nella vita di questi personaggi non è raro scoprirli in qualche studio di maghi e affini. Li consultano per risolvere i loro affari, per chiedere dell’ultimo amore, per cercare fortuna… insomma dei veri e propri illusi, superstiziosi e creduloni.
Rosario no, cornetto rosso sì
“No, dai, non dirmi che reciti quella cantilena. Non puoi ancora credere a queste stupidaggini” dice il “furbo” di turno parlando del Rosario. Poi scopri che lo stesso furbo va in crisi se perde il suo amuleto. Eh già perché lo ha pagato fior di quattrini dalla maga.
Siamo un popolo di superstiziosi e creduloni. Se 13 milioni di italiani, ogni anno, si recano dal mago stai certo che tra costoro ci sono anche coloro che sostengo che recitare il Rosario sia roba da Medioevo. Eh già, infatti credere che se un gatto nero ci attraversa la strada porti sfortuna è da genio incompreso, mentre credere che la recita del Rosario doni pace e serenità è da creduloni.
Viva l’incoerenza!
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