Un anziano parroco di campagna e i bambini abortiti
Bambini abortiti e l’amore di un santo sacerdote
Ogni anno nel mondo avvengono 50 milioni di aborti procurati, 50 milioni di bambini abortiti. E’ una cifra spaventosa. Un’ecatombe, un mattatoio. Non stiamo qui ora ad analizzare il fenomeno, da santa Teresa di Calcutta giudicato come la più grande piaga del nostro tempo, ma semplicemente a prendere atto di quello che succede. Se la cifra corrisponde al vero, significa che oggi durante la giornata verranno uccisi nel mondo 13.700 innocenti. Senza che ad essi venga chiesto il parere se desiderano essere ammazzati o meno.
Siccome il fenomeno non si vede, fa più clamore la morte di 35 innocenti che passeggiano per strada e che vengono trucidati da una bomba fatta esplodere da un kamikaze che non i bambini uccisi nello stesso momento, i quali per altro sono enormemente di più. Ma quei bambini abortiti senza notizia sono allo stesso modo vittime della violenza.
Il sacrificio eucaristico nel cuore della notte
C’è un anziano parroco di campagna, in una parrocchia di periferia di una certa diocesi italiana, che tutte le mattine si alza verso le cinque; si prepara, e celebra la Messa da solo, per conto proprio. Poi celebrerà anche per la parrocchia nel pomeriggio; ma quella Messa solitaria è tutta per lui e i parrocchiani ignorano persino che essa venga celebrata.
Il sacerdote nella Messa offre al Signore la sofferenza di tutti questi bambini abortiti. Egli intende in questa maniera dare un nome alla prova e pena da essi patita, unendola al Calice di Cristo e offrendola al Padre in unione ai meriti della beata Passione di Nostro Signore. La sofferenza i bimbi l’hanno già avuta, ma è mancato loro questo atto sacramentale di unione al divino Sacrificio del Cristo. Ed egli, il ministro di Dio, lo compie.
E’ gesto di grande e profonda comunione, un velo di profonda carità verso questi piccoli innocenti, un atto d’amore straordinario. Tra l’altro, da quando fa questo, la sua vita sacerdotale si è trasformata. E’ divenuta luminosa, la preghiera più profonda, la carità pastorale più semplice, la vita interiore più ricca e consolante. E’ il ringraziamento di milioni di suoi piccoli amici in Cielo?
Il tisbita
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