Una preda in mano al potere occulto del male
Cartomanzia e potere occulto del male
“Sono cresciuta fra urla e incomprensioni – Mia madre era solita recarsi dalle cartomanti – L’altro non vedeva l’ora di distruggere quel cuore e quella piccola anima – Una preda in mano al potere occulto del male“
La mia storia
Mi chiamo (…), ho 52 anni e sono nata a Bologna. Da bambina mi è mancato l’amore dei miei genitori. Sono cresciuta tra urla e incomprensioni. Non ricordo di aver mai ricevuto un bacio una piccola tenerezza, una parola buona, una gratificazione da parte loro. Le liti erano per la gestione dei soldi, per le presunte amanti che aveva mio padre e per tante, tante piccole cose senza valore che però impregnavano la casa di tristezza, amarezza, vuoto, tant’è che il mio rifugio di pace era la casa delle mie amiche e il silenzio di una chiesa.
Mia madre, reduce anche lei da una vita infelice… Orfana di padre all’età di 19 anni, aveva dovuto sostenere economicamente e moralmente i suoi tre fratelli, lavorando nei campi dall’alba al tramonto. Mia nonna faceva la sarta; non ricordo nel suo volto una espressione di gioia, un sorriso. Spesso, ancora oggi, quando parlo di lei, mi rammarica definirla persona malinconica, senza slancio affettivo.
Dietro le carte il potere occulto del male
Ingenuamente mia madre era solita recarsi dalle cartomanti ed io l’accompagnavo. Una bambina in quel contesto era facile preda dell’altro, che non vedeva l’ora di distruggere quel cuore e quella piccola anima.
La curiosità di sapere il futuro e la ricerca di una seppur flebile felicità futura, facevano di mia madre una preda in mano al potere occulto del male.
La serenità era momentanea. Passati alcuni giorni, il desiderio di frequentare ancora le cartomanti ritornava, e ancora ci trovavamo da quelle persone che, per me bambina, erano streghe cattive. Molte di loro usavano simboli religiosi: la croce del Signore o foto di santi come Padre Pio perché, essendo lui molto amato, poteva trarre in inganno. Nel Vangelo sta scritto che non si servono due padroni; in questo caso bisognava saper discernere.
Tornate a casa tutto andava male e ricominciavano le disavventure. Mia sorella si inciampò, cadde dentro una pentola di acqua bollente e si ustionò gravemente un braccio. Ricordo la corsa all’ospedale, la disperazione di mia madre, il ricovero… Per fortuna, dopo flebo e cure varie, i medici dissero che il braccio era salvo. Però aveva iniziato a non mangiare, a non dormire e strillava tutta la notte. Un incubo, eravamo tutti stanchi! Di lì a poco mia madre cadde da una scala lunga due metri; stava facendo pulizie ai vetri di casa, si ruppe otto costole. Per fortuna nessuna le perforò i polmoni. Stette allettata per giorni e giorni. Io ero sempre ammalata; spesso avevo la febbre, poi la tonsillite, poi le ghiandole linfatiche ingrossate; io e mia sorella sembravamo delle appestate. Il demonio sapeva bene come poteva a poco a poco distruggerci.
Mi sentivo sola…
D’estate finiva la scuola. Per le vacanze andavamo in collina nella casa dalla nonna; restavamo lì fino alla fine di settembre prima dell’inizio della scuola.
Mi sentivo sola, parlavo con gli alberi, con gli insetti del campo ed osservavo le nuvole…
Mi comportavo stranamente; ricordo la preoccupazione di mia nonna. Era un giorno d’estate, il grano doveva ancora essere mietuto, le spighe erano alte. La nonna mi venne a cercare per il pranzo, sentivo il suo richiamo. Mi vide in mezzo a quelle spighe, cominciò a rincorrermi. Ricordo che non riusciva a prendermi, andavo così forte che mi sembrava di volare, andavo alla velocità della luce ed ero così piccola!
Finita l’estate si tornava a casa e incominciava la scuola. Come di consueto si faceva di nuovo visita alle cartomanti.
La mia vita era diventata vuota, le liti in casa continuavano, a scuola non andavo bene e nemmeno la salute era buona: ad una visita ortopedica i medici mi trovarono una grave scoliosi. Fui curata con un busto ortopedico che dovevo utilizzare principalmente di notte, non riuscivo a respirare tanto mi faceva male. Inoltre, sempre di notte, dovevo portare un apparecchio ortodontico per curarmi i denti.
Un po’ di pace e sollievo me lo dava l’arrivo del Natale. Nella mia cameretta mi faceva compagnia il presepe illuminato e l’albero; era una dolce compagnia, mi addormentavo tranquilla.
(continua)
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