La liberazione sessuale ha creato la cultura porno (parte 2)
La cultura porno che ci circonda
è devastante per i più piccoli
Seconda parte dell’articolo di Emiliano Fumaneri sul pensiero di Thérèse Hargot, giovane scrittrice, blogger, terapeuta e insegnante. Oggi vedremo come la “cultura porno” invade gli occhi e le menti dei nostri bambini.
Sabina
Come sessuologa, Thérèse lavora a stretto contatto con gli studenti liceali, in un’età della vita particolarmente esposta all’immaginario diffuso dall’industria pornografica.
a partire dalla più giovane età, la pornografia condiziona la loro curiosità sessuale
Negli adolescenti, osserva, «la cosa più significativa è l’influenza della pornografia sul loro modo di concepire la sessualità. Con lo sviluppo delle tecnologie e di internet, la pornografia viene resa estremamente accessibile e individualizzata. A partire dalla più giovane età, condiziona la loro curiosità sessuale: a 13 anni ci sono ragazzine che mi domandano cosa ne penso delle cose a tre.
Più in generale, al di là dei siti pornografici, possiamo parlare di una «cultura porno» presente nei videoclip, nei reality, nella musica, nella pubblicità, ecc.».
la pornografia crea dipendenza
Sulla psiche dei più piccoli poi l’impatto della pornografia è devastante: «Come può un fanciullo», si chiede la sessuologa belga, «accogliere queste immagini?».
A questa età si è davvero «in grado di distinguere tra la realtà e le immagini?». La risposta è un no senza appello: «La pornografia sequestra l’immaginario del bambino senza lasciargli il tempo di sviluppare le proprie immagini, le proprie fantasie.
Crea un grande senso di colpa per il fatto di sperimentare una eccitazione sessuale attraverso delle immagini; crea anche una dipendenza, perché l’immaginario non ha avuto il tempo di svilupparsi ».
il mio corpo è disponibile
La sedicente «liberazione sessuale», si legge nel suo libro, sembra non ridursi ad altro che a questo: «Essere sessualmente liberi, nel ventunesimo secolo, vuol dire avere il diritto di fare del sesso orale a 14 anni».
Siamo in diritto di chiederci se la libertà sessuale non si sia ritorta contro la donna. La Hargot ne è fermamente convinta: «La promessa «il mio corpo mi appartiene» si è trasformata in «il mio corpo è disponibile»; disponibile per la pulsione sessuale maschile, che non è ostacolata in nulla.
La contraccezione, l’aborto, il «controllo» della procreazione non pesano che sulla donna.
nell’intimità sessuale si vanno a riprodurre i rapporti di violenza
La liberazione sessuale ha modificato solo il corpo della donna, non quello dell’uomo. Si dice per liberarla. La femmina egalitaria, che dà la caccia ai «machos », vuole imporre nello spazio pubblico un rispetto disincarnato della donna. Ma è nell’intimità, e specialmente nell’intimità sessuale, che si vanno a riprodurre i rapporti di violenza.
Nella sfera pubblica si esibisce rispetto per le donne; in privato si guardano film porno dove le donne sono trattate come oggetti.
il femminismo ha destabilizzato gli uomini
Introducendo la guerra dei sessi, in cui le donne si sono messe in competizione diretta con gli uomini, il femminismo ha destabilizzato gli uomini. Questi riproducono la dominazione nell’intimità sessuale.
Il successo della pornografia, che rappresenta spesso atti di violenza verso le donne, il successo del revenge-porn (porno di vendetta, NdC) e di «Cinquanta sfumatura di grigio» sono lì a testimoniarlo».
Prima parte dell’articolo La liberazione sessuale
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