6 giorno di novena a San Giuseppe: modello di famiglia
Giuseppe provò molta gioia nel vedere il suo fanciullo crescere, giorno dopo giorno e nello stringerlo tra le sue braccia, ben sapendo chi ero. Con amore egli curava tutta la famiglia, non risparmiandosi nella fatica.
Quando fu il tempo di fuggire in Egitto, non ebbe dubbi o tentennamenti, lasciò tutto quello che aveva, compresa la sicurezza del pane, per salvare suo figlio. Molti sottovalutano il suo ruolo di padre e la sua fatica.
Maestro di rettitudine, Giuseppe seppe essere un esempio per tutti i padri di famiglia, dimostrò che era possibile amare ardentemente, ma di un amore proteso verso il nucleo famigliare senza ritenere nulla per sé: la gioia era la luce riflessa del profumo delle virtù.
Ogni famiglia dovrebbe volgere lo sguardo a questa Santa Famiglia di quel tempo. Quanti coniugi interpretano il proprio ruolo come il più importante, sviluppano l’amore egoistico per il proprio piacere; così accusano l’altro, mentre non fanno nulla per comprenderlo.
I figli sono come teneri boccioli. Occorre che il giardiniere li innaffi adeguatamente e il sole li riscaldi, affinché con il tempo il fiore sbocci rigoglioso e spanda il suo profumo soave. Se il bocciolo invece è abbandonato a se stesso, le erbacce cercheranno di soffocarlo e la mancanza d’acqua, prima o poi, lo farà appassire; per lui non c’è scampo, da solo non può farcela.
Così è per i nostri fanciulli, essi sono bellissimi boccioli che attendono di schiudersi; occorre però irrorarli con la luce della verità e riscaldarli con il sole dell’amore. Tanta cura voi dovete dedicare loro, affinché le erbacce dei vizi e delle false inclinazioni non li soffochino.
Se da un lato dovete preoccuparvi della loro crescita umana, dall’altro dovete impegnarvi nella loro crescita spirituale e morale, per trasferire quella luce che permetterà loro di camminare sulla retta via. Quante mamme e papà non fanno mancare nulla al figlio, anzi donano il superfluo, credendo in questo modo di donargli la felicità.
In questo tempo, quanto numerosi sono i fanciulli, i bambini infelici che attendono dai loro genitori l’unica cosa preziosa, l’amore, l’affetto e una guida sicura per le vie dello sviluppo.
La famiglia è l’amore coniugale che si riversa sui figli e racchiude il nucleo familiare. Il bocciolo diventa fiore, alimentato dall’amore di mamma e papà, il suo profumo sarà più o meno intenso in proporzione alle virtù che si è riusciti a coltivare insieme.
Famiglia, sublime opportunità di crescita per tutti i suoi membri, è l’amore che chiama amore e nell’amore la gioia di donare e di vederne i frutti. Se talvolta la fatica farà scendere lacrime di sudore, saranno gocce per alimentare la volontà di procedere e crescere insieme.
Se uno dei membri non intende svolgere il suo compito, oppure è incapace di donare perché è ancora chiuso nel suo egoismo, poco importa, gli altri membri che sanno amare lo aiuteranno a maturare.
Maria e Giuseppe erano uniti teneramente nella gioia e nel dolore per il loro figlio così amato da offrire se stessi: Gesù era il loro sole. Seppero accudire teneramente il loro bocciolo, innaffiandolo giorno dopo giorno con le loro virtù e riscaldandolo con il loro amore.
Guardiamo a loro con fiducia, domandiamo aiuto ed essi ci verranno incontro come se fossimo i loro figli, ci sosterranno e ci infonderanno il desiderio di crescere e di accudire i nostri boccioli se ne avremo. Ci faranno sperimentare nella famiglia quel desiderio di amare che solo gli angeli possiedono.
Meditazioni tratte dagli scritti di S. Alfonso Maria de Liguori.
Preghiamo
Ricordando la profonda umiltà di San Giuseppe davanti a Dio, al prossimo ed a se stesso, e la dedizione con cui si sacrificò a Gesù e Maria che il Signore gli aveva affidato, preghiamo per i padri di famiglia, perché siano suoi imitatori nel reggere quella cellula della società che ha così bisogno di essere consolidata.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre.
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