Un crocifisso ambulante il Montfort
San Luigi ritratto di povertà
un crocifisso ambulante in mezzo al popolo
Il ritratto di san Luigi Grignion de Monfort, un predicatore di verità senza compromessi, un crocifisso ambulante fra la gente, un fuoco dirompente.
Analizziamo l’opera straordinaria di san Luigi Maria Grignon de Montfort, uno dei più grandi innamorati di Maria Santissima apparsi nella storia della Chiesa, colui che può essere a giusto titolo considerato il precursore e l’iniziatore di ogni “Esercito di Maria” esistente, un prete meraviglioso.
Era un itinerante. Camminava a piedi e dove arrivava organizzava delle prediche popolari. Sentiamo cosa dice del suo metodo uno dei suoi biografi, Giuseppe de Luca:
“Una missione era l’avvenimento del paese non soltanto per l’anno, ma per decine d’anni. Luigi Maria non si limitava al consueto rituale di ogni missione del tempo, ma conduceva le cose ad un limite inarrivabile. Processioni di una solennità inaudita che dovevano convogliare tutta la popolazione, dal clero ai bimbi. Predicazioni all’aperto, veementi e lunghe. Penitenze pubbliche, fino al sangue. Costruzioni di Calvari. Riedificazioni di chiese fatiscenti o deserte. Tutto questo portava un borgo cittadino o paesano ad una febbre insostenibile, che toccava gli uomini savii, pacifici, scettici; e quando non ve li attraeva dentro, li faceva nemici irriducibili.
convertire i peccatori
Principale scopo delle missioni del tempo, che Luigi con il suo tremendo temperamento esaltava, era quello di convertire i peccatori della città: bestemmiatori, biscazzieri, libertini, gli irregolari, e così via. All’arrivo di una missione, tutti coloro che vivevano adagiati nella colpa ed erano riusciti comunque a farsela perdonare (o non curare) dall’opinione paesana, si ritrovavano da capo sulle spine. Tutto il paese diveniva per loro un rimprovero. Andare alle prediche significava andare nel vivo del fuoco. Non andarci, era peggio: tutti li guardavano.
Luigi andava dritto e d’istinto proprio dove il marcio era più profondo. Si recava lui, in persona, dove nessuno mai avrebbe voluto farsi vedere: i quartieri più malfamati, i luoghi più temuti, le osterie più oscure e mal frequentate, le stesse case del vizio lo vedevano arrivare senza false modestie: come un fuoco. Nessuna meraviglia, pertanto, che spesso venisse aggredito; fu una volta avvelenato e più volte rischiò di essere assassinato.
un crocifisso ambulante
Inoltre, Luigi aveva una potenza terribile nei ceti più poveri e miserabili. Sebbene prete, egli praticamente viveva sulla strada come un randagio e un reietto. Non aveva, non voleva avere, un soldo; dormiva nei più ripugnanti tuguri, persino all’aperto nelle campagne. Mangiava meno dei poveri, e peggio di loro. Camminava sempre, a piedi. Diceva a tutti, in tutte le occasioni, la verità. Non adulava, non carezzava; interessi e piaceri di nessuna sorte, non lo toccarono mai: era il ritratto della povertà, del patimento. Un crocifisso ambulante.
Luigi Maria, sin da ragazzo, era abituato ad affrontare proprio quegli uomini che tutti sfuggivano; i poveri, i malati, i soldati, i viziosi a viso aperto, i libertini e i fuorviati della peggior specie: tutti coloro insomma che la società “onesta” mette agli angoli e rifiuta come immondezza. Nelle missioni, andava diritto verso costoro. Pareva non ci fossero che loro. Di qui i grandi successi spirituali ma incredibili traversie con i “buoni” di professione. Ai quali Luigi non fu meno severo di Gesù e assestò colpi tremendi; nulla tanto lo infastidiva quanto quel cristianesimo comodo che ciascuno si era creato per il suo maggiore agio terrestre.
un fuoco bruciante
Dove egli toccava, tutto si fondeva in poltiglia come una maschera sudicia. Giungeva con tutta la forza, dove poteva giungere. Vi portava il suo fuoco: ai tiepidi pareva di essere bruciati vivi. Si regolava sulla misura di Dio, sull’assoluto, in ogni circostanza, e tutte le misure umane parevano gingilli di pigri e schermo di vili.
Nelle missioni Luigi Maria ripristinava antiche devozioni e ne impiantava di nuove. In questo, fu figlio del suo tempo, ma l’amore a Cristo e alla Madonna raggiunsero, con lui, vette raramente toccabili. Pratiche di pietà, pie e devote usanze, preghiere, pellegrinaggi, tutto si rianimava o rinasceva, al suo passaggio. Egli poi non si accontentava di questo: rimetteva a posto le chiese, erigeva croci o (appena potesse) veri Calvari; lasciava insomma ricordi visibili e tangibili per anni e generazioni. Almeno la generazione che aveva preso parte alla missione del padre Grignion se la sarebbe ricordata per tutta la vita. Sarebbe stata, quella missione, l’avvenimento più grosso di tutta la sua vita”.
L’argomento è importante, lo continueremo.
Tisbita
Giuseppe de Luca, S.Luigi Maria Grignion de Montfort, Ed. Postulazione Generale Montfortana, Roma1943, pagg. 202-204.
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