Piegando il ginocchio nel nome di Gesù, la Chiesa compie la verità (prima parte)
di Sergio Russo
LA COMUNIONE IN GINOCCHIO?
NON SOLO NON E’ VIETATA, E’ ANZI L’ATTEGGIAMENTO CHE LA CHIESA AUSPICA, OGGI PIU’ CHE MAI.
Vengono qui di seguito riportati i principali Documenti Magisteriali della Chiesa Cattolica, in merito alla questione trattata. Cominciando dai più recenti, corroborati dalla prassi esemplare del Sommo Pontefice, insieme a competenti interventi di esperti liturgisti (naturalmente quelli limpidamente cattolici).
NON E’ MAI STATO VIETATO DI INGINOCCHIARSI, INFATTI:
– Nell’Ordinamento Generale del Messale Romano si legge:
«… I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza Episcopale. Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme. » 1
– A tal proposito è bene riferire quanto accaduto nel recente passato: «Nel 2002 la Commissione Liturgica dei Vescovi americani giunse ad emanare il divieto di inginocchiarsi per ricevere la comunione, dicendo che “non è lecito… La postura regolare per ricevere la santa comunione dovrebbe essere quella di stare in piedi. Inginocchiarsi non è lecito nelle diocesi americane”. La Congregazione per il Culto Divino però rispose: “La pratica dell’inginocchiarsi per ricevere la comunione ha dalla sua parte una tradizione di secoli e indica un segno di adorazione… Il fatto che il fedele sia in ginocchio non costituisce motivo per negargli la comunione… Il sacerdote che la nega commette un abuso pastorale.” ». 2
– Sempre la medesima Congregazione per il Culto Divino, in data 7 Novembre 2000, ha risposto negativamente a chi chiedeva se il Messale di Paolo VI interdicesse che nessuno potesse più genu-flettersi o inchinarsi, in segno di riverenza, di fronte al santissimo Sacramento, immediatamente prima di ricevere la comunione. 3
– Il 3 Aprile 1980 la Sacra Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino ha emanato l’Istruzione “Inestimabile Donum”, in cui al n. 11 si legge quanto segue:
« La Chiesa ha sempre richiesto ai fedeli rispetto e riverenza verso l’Eucaristia, nel momento in cui la ricevono. Quanto al modo di accostarsi alla Comunione, questa può essere ricevuta dai fedeli sia in ginocchio che in piedi; secondo le norme stabilite dalla Conferenza episcopale.»
Ed ancora:
« Quando i fedeli ricevono la Comunione in ginocchio, non è loro richiesto alcun altro segno di riverenza verso il santissimo Sacramento, poiché lo stesso atto di inginocchiarsi esprime adorazione. Quando invece la ricevono in piedi, si raccomanda caldamente che, accostandosi all’altare processionalmente, facciano un atto di riverenza prima di ricevere il Sacramento, nel luogo e nel momento adatto, perché non sia turbato l’avvicendamento dei fedeli.» 4
LA CHIESA CATTOLICA RACCOMANDA DI INGINOCCHIARSI, E A CONFERMA DI CIÒ:
– Sul noto quotidiano cattolico online “La Bussola Quotidiana”, in data 18-12-2010, è apparso un articolo dal titolo “Comunione in ginocchio, l’esempio del Papa”, riportante il testo integrale della lezione del Maestro delle Cerimonie Pontificie, mons. Guido Marini, all’inaugurazione del master in Architettura, Arte Sacra e Liturgia, presso il Pontificio Ateneo “Regina Apostolorum” in Roma, il 3 dicembre 2010, in cui nel paragrafo “L’adorazione” si legge quanto segue:
«…Tutto, nell’azione liturgica, deve condurre all’adorazione: la musica, il canto, il silenzio, il modo di proclamare la parola di Dio e il modo di pregare, la gestualità, le vesti liturgiche e le suppellettili sacre, così come anche l’edificio sacro nel suo complesso. Mi soffermo un istante su un gesto tipico e centrale dell’adorazione che oggi rischia di sparire, quale il mettersi in ginocchio, rifacendomi a un testo del cardinale Ratzinger: “Noi sappiamo che il Signore ha pregato stando in ginocchio (Lc 22, 41), che Stefano (At7, 60), Pietro (At 9, 40) e Paolo (At 20, 36) hanno pregato in ginocchio.
L’inno cristologico della Lettera ai Filippesi (2,6-11) presenta la liturgia del cosmo come un inginocchiarsi di fronte al nome di Gesù (2, 10); vede in ciò adempiuta la profezia isaiana (Is 45, 23) sulla signoria sul mondo del Dio d’Israele.
Piegando il ginocchio nel nome di Gesù, la Chiesa compie la verità; essa si inserisce nel gesto del cosmo che rende omaggio al vincitore e così si pone dalla parte del vincitore poiché un tale inginocchiarsi è una rappresentazione e assunzione imitativa dell’atteggiamento di Colui che «era uguale a Dio» ed «ha umiliato se stesso fino alla morte»” (Rivista Communio, 35/1977). (continua)
NOTE:
1. Ed. typica latina III, ed. it. CEI 2004, n. 160.
2. NICOLA BUX, Come andare a messa e non perdere la fede, Piemme 2010, pp. 154-5. (Il neretto è mio).
3. In “Bux”, cit., p. 154.
4. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum Mysterium, 34; cfr. Principi e Norme per l’uso del Messale Romano: 244 e, 246 b, 247 b.
Immagine da
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/common/e/ea/Luca_signorelli,_comunione_con_gli_apostoli,_cortona.jpg
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