La battaglia dell’Esercito di Maria contro satana il leone ruggente
Gli apostoli degli ultimi tempi: la battaglia dell’esercito di Maria
Il nome “esercito” messo prima della parola “Maria” può stridere, infatti l’espressione “battaglia dell’esercito di Maria” fa pensare immediatamente a guerra, armi, offesa e difesa. Può la Madonna condurre un esercito, come farebbe un generale o un capitano? Secondo l’immagine di Apocalisse, cap. 12, la “donna vestita di sole” combatte contro il dragone (ossia il demonio, chiaramente detto), quindi è ben lecito usare un linguaggio per così dire militare.
Satana leone e serpente
Scrive sant’Agostino: “Il nemico non cessa mai di perseguitarci, e se non infierisce apertamente, agisce insidiosamente. E che cosa fa? «Nell’ira tramano inganni» (Sal 34,20). Per questo è chiamato leone e serpente. Ma che cosa vien detto a Cristo? «Calpesterai il leone e il serpente» (Sal 90,13). Il nemico è leone a motivo dell’ira scoperta, è serpente a motivo delle insidie occulte. Come serpente, fece scacciare Adamo dal paradiso; come leone perseguita la Chiesa, secondo la parola di Pietro: «Il diavolo, vostro avversario, si aggira, come leone ruggente, in cerca di chi divorare» (1 Pt 5,8).
Non credere che il diavolo abbia perduto la sua ferocia; quando blandisce, è allora che bisogna stare maggiormente in guardia. Ma fra tutte queste insidie e tentazioni sue, che cosa faremo, se non ciò che adesso abbiamo sentito nel salmo? «Quando mi molestavano, io vestivo il cilicio, affliggevo col digiuno l’anima mia» (Sal 34,13). Pregate senza esitazione, c’è chi ascolta: chi vi ascolta è dentro di voi. Non dovete levare gli occhi verso un determinato monte, non dovete levare lo sguardo alle stelle, al sole, alla luna. Non crediate di essere ascoltati se pregate rivolti al mare: dovete anzi detestare preghiere simili.
Purifica la stanza del tuo cuore
Purifica piuttosto la stanza del tuo cuore; dovunque tu sia, dovunque tu preghi, è dentro di te colui che ti ascolta, dentro nel segreto, che il salmista chiama «seno» dicendo: «La mia preghiera si ripercuoteva nel mio seno» (Sal 34,13). Colui che ti ascolta non è fuori di te. Non andare lontano, non levarti in alto come se tu dovessi raggiungerlo con le mani. Più t’innalzi, più rischi di cadere; se ti umili, egli ti si avvicinerà. Questo è il Signore Dio nostro, Verbo di Dio, Verbo fatto carne, Figlio del Padre, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, eccelso come Creatore e umile come Redentore; che ha camminato tra gli uomini, sopportando la debolezza umana, tenendo nascosta la potenza divina” (Commento al Vangelo di san Giovanni, Omelia 10,1).
La battaglia esistenziale e culturale
Combattere allora significa lottare contro le forze disgregatrici per affermare la dignità, la bellezza, l’importanza della persona umana davanti a Dio. Siamo amati da Lui, abbiamo un destino eterno, e se qualcuno o qualcosa vuole convincerci del contrario e strapparci a questa divina realtà, dobbiamo allontanarlo da noi, anche con la forza.
La battaglia dell’esercito di Maria si concretizza essenzialmente sul due piani.
La battaglia dell’esercito di Maria esistenziale. Si combatte con la preghiera, con l’esempio della propria condotta di vita sacralmente, austeramente e sobriamente orientata secondo i principi della morale data dalla legge naturale impressa da Dio nei cuori di tutti gli uomini, trasmessa dalla Sacra Scrittura e definita dal bimillenario ed univoco Magistero della santa Chiesa cattolica, dai Padri e dalla Tradizione.
La battaglia dell’esercito di Maria culturale. Si combatte con l’impegno alla formazione interiore, alla conoscenza delle strategie messe in opera dal “nemico”, alla comunicazione della sana dottrina verso l’esterno, al sostegno materiale, culturale, morale e spirituale – ciascuno secondo i propri talenti – dei deboli e dei bisognosi.
Apostoli degli ultimi tempi
Tutti i santi hanno combattuto queste battaglie, dobbiamo prendere esempio da loro. Ireneo, Atanasio, Antonio, Agostino, Bernardo, Francesco, certamente ci superano in santità; sono superiori a noi praticamente in tutto, ma a loro manca una cosa: il nostro mondo. Essi non si sono scontrati con il materialismo scientifico né con l’ideologia di gender. Noi sì. Essi non hanno dovuto fronteggiare il disfacimento della famiglia nella negazione pratica del sacramento. Noi sì.
Se il Montfort diceva che gli apostoli degli ultimi tempi saranno più santi dei santi della Chiesa dei secoli passati, significa che le difficoltà oggettive di tali ultimi apostoli saranno tali da esigere una fede eroica. Siamo forse noi in questi ultimi tempi?
Non lo sappiamo, ma non lo escludiamo.
Tisbita
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